Due ragazzi accanto a lui parlano di esami e di università, al bancone altri ragazzi consumano velocemente un caffè prima di ripartire per le loro consegne. Hanno lasciato all'ingresso due zaini coloratissimi pieni di volantini e il loro sguardo è, al tempo stesso, sazio e assonnato, come di chi si sia appena svegliato dopo una notte non certo tranquilla, ma divertente.
La proprietaria ha una parola per tutti, conosce tutti. In un attimo serve ad Alfredo il suo dolcetto di ricotta e cannella e riparte per fare altro prima di completare l'ordine con l'immancabile caffè.
"Posso sedermi qui?" Una donna lo guarda cortese e Alfredo non può che sorriderle, anche se non ama troppo avere accanto qualcuno che non conosce quando mangia. "Certo, certo" risponde ma la donna si è già seduta, sarà stato il sorriso precedente pensa lui e comunque già riprende a sbocconcellare la pasta che ha sul piattino tutto contento per la qualità della ricotta.
"Mi puoi dare una pizzetta, per favore? E anche un caffè dopo grazie" La signora, dal tono, sembra una cliente abituale. Alfredo alza gli occhi un attimo e gioca a decifrarla. Quarantacinque, cinquantanni, forse una madre che ha accompagnato i figli alla scuola vicina separata? Probabile. E' uscita da casa in fretta, a giudicare dalla pettinatura, ma non tanto in fretta da pregiudicare la cura nel suo abbigliamento. Forse è il suo giorno libero, forse non deve rendere conto a nessuno dei suoi orari di lavoro.
Alfredo riprende a scorrere le pagine del giornale. Nelle cronache locali qualche furto, qualche incidente, un premio dato per qualcosa a qualcuno.
"Mi metti da parte qualcosa per me e Giancarlo?" La donna è stata appena servita , ma non sembra poi aver così tanta fame. Guarda la pizzetta fumante e la proprietaria attendendo una risposta. "Va bene quello con la salciccia?" chiede quella. "Sì, sì, certo " risponde come confortata.
"A mensa non mangia mai nulla e così mi tocca sfamarlo appena esce da scuola, prima del tennis" La confessione, non prevista e non voluta, è fatta di corsa ad Alfredo che abbozza un "Sì, certo" prima di chiedere il suo caffè. Non ha voglia oggi di chiacchiere in questo momento e men che meno di storie su bimbi e impegni. Lei però non desiste, deve essere stato il primo morso alla pizza che le ha dato forza. “Siamo arrivati tardissimo oggi - prosegue - Sa, non abbiamo sentito la sveglia e lui mi ha chiamato che ancora dormivo. Che caro! Si può andare sempre di corsa? Ci sono giorni che mi sembra impossibile avere la forza per reggere. Mi chiedo se riuscirò mai ad avere un po’ di tempo per me stessa. No che non sia contenta, no. Lui è un così caro bimbo... ma insomma... sono impegni sa? " Tutto è stato detto velocemente, anche se la voce, anch'essa stanca, ha continuato a tenere un tono da riflessione, quasi da confessionale.
Alfredo non sa bene cosa rispondere, si limita a una espressione del volto che vorrebbe essere di conforto e finisce le ultime gocce del suo caffè. "Siamo sempre di corsa" poi mormora, alzandosi e sorridendo e salutando, prima di allontanarsi.
"Camilla non prendere niente, offro io al signore"
Alfredo si gira, ora è proprio in imbarazzo. "A buon rendere" riesce a dire, prima di ritrovarsi infreddolito sul marciapiede.
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