Ci piaceva iri alla posta, macari se c'era sempre confusione che uno almeno un'ora ce la perdeva se andava ritta. Il motivo era semplice che alla posta ci travagghiava Crocifissa, una carusidda niciula niciula che però non ci assumigghiava al suo nome e ci piaceva divertirsi che nel paese le fimmine la sparravunu e i masculi si vantavano.
Daniele ogni vota la guardava da lontano assittatu con il numero nelle mani che non ci levava gli occhi di dosso, ma poi quando era il suo turno accuminciava a confondersi e cercava di fare quanto più presto possibile. Crocifissa ci sorrideva e più lei lo faceva e più u carusu ci pareva di moriri. Anche ora fu accussì.
Fatto quello che andava fatto Daniele pensò che forse visto che era nella stessa strada della posta poteva fare visita a Iano u chianchieri. Certo non ci faceva molto piacere che quello non lo trattava bene e su capitava lo pagava solo con tannicchia di carne attaccata alle ossa che lui doveva ittari.
Quel giorno però Iano era di buon umore e accussì appena Daniele trasiu nel negozio ci rissi:
"Che bella novità! Attia stavo pensando! Sei libero? Ma runi una mano oggi che devo preparare centu chili di sasizza per stasera?"
Daniele non si fici priari. Qualcosa ci sarebbe uscito e il lavoro era facile. Accussì si puliziau, si misi u mantali e iniziò con impegno.
Iano cominciò a luvari la carne dalle ossa e a tagliarla prima di passariccilla. Daniele aveva il compito di macinarla insieme al grasso. Ogni tanto Iano si fermava per qualche cliente o per una sigaretta e Daniele ne approfittava per assaggiare tannicchia di zuzzu che lui era licco di quella squisitezza sapurusa. Passau quasi tutta la matinata che ancora ce ne era da fare. Ora bisognava preparare l'impasto. Sale, pepe nero, semi di finocchietto e tanta forza per ammiscari prima di inchiri u budellu e legarlo con lo spago. Il lavoro fu fatto preciso e i caddozzi ca niscenu erano una opera d'arte.
Tutti impegnati come erano parranu picca mentre travagghiavano, ma finita ogni cosa Iano volle a tutti i costi che Daniele issi cu iddu a bere qualcosa nella putia. Non era mai stato un grande bevitore Daniele che subito il vino ci dava alla testa, ma non poteva dirici no a quell'invito. Eppoi era gratis e ci nisceva macari la cena.
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