Appena calava la notte Daniele Acquaforte si trasformava. Era come un forza grande che lo pigghiava tutto. Era come i vampiri che avissa potuto anche volare o trasiri con la forza in ogni palazzo, in ogni stanza, in ogni cuore se solo lo avesse desiderato.
Questo potere lui ce lo aveva avuto da nico nico che però presto se lo era tenuto nascosto che gli altri non lo capivano e certe volte si scantavano e altre invece arrirevunu prima di piangere.
Così una volta cera spuntato nella stanza di sua nonna solo perchè voleva salutarla e a quella purazza ci era presa una paura forte che la sua casa era sempre chiusa a chiave e ci era sembrato come un presagio di morte vedere u picciriddu che allantrasatta ci acchianava nel letto. Lei ce lo aveva chiesto come era entrato ma Daniele non ciaveva saputo rispondere e così se lo era tenuto nel suo letto a dommiri con lei.
Unaltra volta invece Giuseppe che era il suo migliore amico non ci aveva creduto alla confessione che lui ci aveva fatto. "Ma chi dici!" ci ripeteva e Daniele sillava pigghiatu e appena calato il sole a quello ci aveva distrutto la bicicletta dentro al garage. Però dopo si era pentito.
Ora era bello questo potere ma il fatto è che Daniele di giorno era un grande babbasunazzo e anche la notte la situazione non migliorava che sempre babbasunazzu arristava. Forse per questo non aveva ancora trovato un lavoro e anche a fimmini la cosa era messa male che lui sì ogni tanto ci pinsava ma poi lassava stari che "Tanto non sono capace" riceva per la prima e per la seconda cosa. E però non si arrendeva che ogni giorno accuminciava presto a furiari e a chiedere per qualche travagghio e per trovare i soldi per mangiare.
Anche quella giornata era accuminciata in questo modo. Una sciacquata alla facci, una maglietta pulita e subito fuori di casa prima che u cauru avissa arrubbato le forze. La prima sosta da Miciu u pannitteri.
Daniele si pigghiau una brioscia con lo zucchero e si offrì come sempre per qualche lavoretto.
"Oggi non c'è nenti. Su veni domani mattina mi aiuti a scaricare la farina ca veni chiddu co camiun. Epperò na cosa a poi fari... ci vai alla posta e mi pavi sti bollette? Mi raccomando Danieluzzu non perdiri i soddi"
Daniele ci accalau la testa, finiu la briosca e partiu per quell'incarico.
La posta era nell'autru lato del paese, ma u carusu camminava svelto e non ci volli assai.
Nessun commento:
Posta un commento