"I pensieri dovrebbero sempre essere fermati. Ogni istante. Perché poi si nascondono o cambiano così tanto da non riconoscere più i precedenti o si perdono per non ritrovarli mai più"
"E tu come faresti?" chiede Luigi all'amico.
"Non so... potremmo appuntarli sui fogli, registrarli, fare possenti nodi per ricordarli meglio..."
"E credi veramente che tutto ciò sia un progresso? Che poi, Alfredo, lo sai come sono quelli. Arrivano che tu fai altro e poi fuggono via ancora prima che tu possa iniziare a capire. Ti immagini alla cassa del supermercato dire "mi scusi signorina, ho qui un pensiero che devo per forza segnare" e così mollare tutto e cercare di corsa il foglio, la penna mentre le persone in coda iniziano a guardarti con odio e la cassiera non sa bene cosa fare. Poverina, è in imbarazzo. Non ti spiace Alfredo metterla così in imbarazzo? Ma no. Certo tu hai questo pensiero e alla fine ci riesci a trovare tutto. Ed è allora che non sai più cosa volevi scrivere"
Alfredo ride. Luigi da dietro la finestra lo fissa smembrato in piccole cornici di ferro. Le buste della spesa a fargli da piatti. Una maschera bianca a fermargli il fiato.
"Hai ragione - gli risponde - meglio lasciarli liberi. Più liberi di noi"
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