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18/09/19

Etna e poesie


Carlo cerca spazio. Fatica un po’ a sedersi, a incrociare le gambe. Gli acciacchi dell’età, pensa.
Il cerchio è quasi formato, il fuoco acceso. 
Vicino a lui vagano dei sorrisi, qualche sussurro, il cigolare del legno fresco. Non sono tantissimi. Visti da lontano li si potrebbe credere scout in gita se non fosse per quel loro composto silenzio che sa di attesa.
Tutto ora sembra pronto. Qualcuno si alza, presenta la serata, dopo è solo un susseguirsi di emozioni,  di celate paure. Dopo è solo il sedimentarsi rapido di un ricordo. 
Carlo ha il tempo d'innamorarsi di un volto, di una frase, del solco di una clavicola, di una parola pronunciata con un accento strano, di una stella che improvvisa cade a far festa, del vino che viene distribuito a fine serata.
Infine tutto tace. La notte riprende il suo spazio. 
Carlo saluta, si incammina, forse è solo, forse ha qualcuno a fianco.
La montagna, che non ha smesso un attimo di osservarli, borbottando li benedice.

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