Non ricordo mai i giorni esatti, le date,
27 marzo 1982, intendo, o
14 dicembre 1967, magari
11 aprile 2008.
Ecco, le dimentico
così come si dimenticano le chiavi,
sul piccolo ripiano accanto alla porta, o
gli occhiali, tra i libri accatastati e mai sistemati.
Ricordo, invece,
il primo sfiorarsi timido delle labbra,
quel piccolo tic alla mano,
nell'attimo esatto dell’ultimo addio,
il profumo del mio rincorrerti, del mio saperti presente,
la sorpresa divertita di ogni nuovo darsi.
Forse ritorna solo quello che ho dentro, mi dico, e allora
chiudo gli occhi, mi concentro
fin quando qualche rumore non mi distrae
o un tuo bacio.
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