"La poesia è scritta da qualcuno che non è lo scrittore a qualcuno che non è il lettore" - Paul Valéry -
16/07/18
[Alfredo] Pioggia
Piove. Alfredo ritira i panni stesi da poco e porta le piccole fioriere a saziarsi di acqua e vento. Piaceva anche a lui da ragazzo, come ora alle sue piante, quello che a quasi tutti gli altri pareva solo un fastidio estivo: la noia dei giochi a casa, l'addio al giorno a mare.
Ad Alfredo no. A lui piaceva quella sfuriata. Se poteva inforcava la bici e iniziava a scoprire il mondo, fin quasi all'altro capo della città, tra i dedali della casba e le colline della periferia. Tra il mare e la lava. Tra le luci e la notte.
Le strade, di certo più deserte di quel che succede oggi, erano allora quasi totalmente vuote sotto quell'acqua che nettava ogni cosa. Sotto quel vento che sollevava uccelli di carta, che sbatacchiava finestre mal chiuse, che urlava.
Alfredo gli correva incontro e sentiva la pioggia bagnargli il viso quasi ad impedirgli di vedere.
Tutto diventava confuso e magico. Tutto sembrava avere fine. Come avveniva in quasi tutti i film che vedeva allora: la conclusione affidata al lento sparire dell'immagine.
Era quella la morte di ogni cosa? Questo lento sfocarsi?
Ad Alfredo non interessava molto. Aveva la sua bici, la pioggia, il vento, dieci anni.
Fonte immagine: Ian Keefe
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