14/01/18

Le donne di Totò: Patty Pravo


A Nicoletta la canuscii una cinquina di anni arreri che già parrava alle palummedde della villa e le chiamava  e ci portava da mangiare ma lei però era qua già da una vintina di anni.
Di lei me ne aveva parrato Saru u fruttaiolo che diceva che era pazza ma ammia non mi pareva e così ogni tanto mi avvicinavo su virevu che era tranquilla. Che non ci davo fastidio insomma.
Mi assittavo allora nella panchina vicino a lei e guardavo la scena delle palumme che si avvicinavano e lascutavano e anche io ascutavo le sue storie che lei a poco a poco accuminciau a fidarisi e me le ripeteva macari ammia le cose che ci cuntava allacidduzzi.
Parrava dei posti dove era stata e della gente e de sò mariti che pareva che naveva cangiato uno allanno e arrireva quannu ce lo facevo notare.
Capitò per caso una para di anni dopo che visti macari dove abitava. Sera slogata la caviglia assicutannu un iattu che sera avvicinato troppo e io lavevo aiutata a camminare fino alla sua porta.
Era una casa arreri alla cantunera una di quelle che una volta ci stavano i viddani delle campagne  e che ora invece sono quasi al centro. Ormai non sono tantissime queste case che la gente ci ha costruito di sopra le proprie oppure le ha  vendute per farici spuntari palazzi e palazzine.
Nelle due stanze Nicoletta ciaveva misu di tutto che uno si cunfunneva sulu a taliari ma soprattutto erano le pareti che scippavano la testa. Cerano tutti i culuri del mondo ammiscati e abbiati come se lei avesse preso a secchiate tanti voti le pareti e poi ciavissa passato le mani e il corpo e il culo e le minne fino al tetto. Fino al cielo.
Cè stato qualche conoscente che non mi ha creduto che dice che lui lha vista nello schermo a quella vera ma Nicoletta me lo ha raccontato una vota che quella Patti della televisione è solo una che ci assomiglia e che ci ha fatto un favore. Uno scambio. E io ci criru a Nicoletta che non serve altro.

Fonte Immagine: Patty Pravo

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