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03/04/14

Austinu

Austinu ci aveva avuto la sfortuna verso i cinquantanni che fino a quel momento invece le cose ci erano andate bene. Cioè non è che era ricco ma la salute teneva e il travagghio non mancava che lui faceva u custureri e tagghiava e cuseva tutti i ionna.
A farici lo scherzetto fu la figghia di Ianu u panzutu uno dei suoi clienti migliori.
Sta carusa accuminciau ad accompagnare a so o pa’ a tutte le prove che prima Austinu non laveva mai vista e invece così dimprovviso se la ritrovò davanti. A lui che ciaveva passato una vita senza fimmini ci accumincianu a furiari locchi.
Non era una bellezza Enrichetta. Sirici anni. Du minni chini. La faccia a vastedda. Ma alla sua età la carni frisca ammuccia ogni cosa e Austinu non ci misi assai a perdiri la testa. Solo che insieme a quella perse il cliente e il negazio macari. Fu quando Iano li scoprì che passavano il tempo a iucari a nascondino.
Il fatto è che il padre ciaveva amici che bastava una parola. E accussì fu. Il giorno dopo la bottega era tutta distrutta. Austinu per questo fatto perse come il lume della ragione.
Non si fici chiù viriri a sò casa per una misata e poi turnau che pareva un vecchio di centanni. Iu u vireva acchianari le scale che pensavo che prima o poi savissa smuntatu tutto come i pupazzetti della lego talmente era siccu e malandato. Quando lo salutavo poi pareva che quasi non mi vireva. Pareva uno che è già morto. Un fantasma.
Lunico segno di vita che dava era quando arrivava il venerdì. Era quel giorno che in cambio di qualche lavoretto a domicilio u pisciaru ciarrialava gli scarti della giornata e con quelli e con qualche pummarureddu che si crisceva in casa in mezzo ai gerani e a qualche altro sapore Austinu si faceva un broru che il ciauro si sinteva in tutto il palazzo.
Un giorno che non avi assai lhanno trovato assittato nella seggia che non parrava chiù. Tineva stritta nella mano la testa di un pisci. E quello taliava a lui. E lui taliava a quello. E locchi erano i stissi: ianchi e persi.
Su purtanu accussì che quelli dellautombulanza non ce la fecero a levarcelo dalle mani a quel suo compagno.


Scritto per l'eds "La balena non è un pesce" proposto dalla Donna Camèl

Hanno scritto con me:

Angela, N.3 – Album di famiglia in un interno – bianco come il bagno nel mese dei lucci
WonderDida, Lamento di una giovane morta
Lillina, Il soffio della vita
Gordon, Caramelle
Melusina, Una mano di bianco
Hombre, Chi s’è mai sognato di mangiare una rondine?
Angela, L’agosto del pesce volante e del pettirosso timido
Melusina, Mississippi
Pendolante, La lista
La Donna Camèl, L’occhio del branzino deve essere bianco
Il coniglio mannaro, Diffidenza
Hombre, L'incanutito e la salata immensità
Singlemama, EDS in piccolo
Calikanto, Minnie
Il pendolo, La favola del pesciolino bianco e del principe pescatore
Per non sprecare una vita, Le diottrie del sig. Paolo
Back in Italy, La solitudine del sabato
Michela Rosa, Il pesce contacaratteri
L'inverno del nostro scontento, Peter e la sua Milena
Hombre, Neve dai pioppi

15 commenti:

  1. Vale un premio anche solo per la faccia a vastedda... Ho un debole per le tue storie e per la lingua
    Ancora, che mi piace proprio....

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  2. Che delizia solo tu sai raccontare certe cose in un modo così sottile e moderato.

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  3. a me non è piaciuto.....no scherzo, era solo per essere un attimino contro corrente, ho sentito un qualcosa di duro, a parte che per una napoletana avvezza alla pastiera leggere la ricetta di un cannolo con crema tipo cassata....non lo so leggere, mi arrendo, sarebbe il caso di includere un video in cui lo legge l' autore......please
    cmq hai ridotto tantissimo l' italiano, e vedo che hai preso forse quel discorso che ti scrissi su De Filippo, ma il napoletano che io sappia si scrive con tanti accenti....esempio....Non si fici chiù viriri a sò casa per una misata
    italianizzo non si fece più vedere a casa sua per un mese....a napoli diciamo ....nun'z facett' chiù vrè a casa soia p' nu' mes
    .....insomma l' accento marca un suono, smorza le vocali le rende mute, in sicilia credo che ci sia...altrimenti accento siciliano ?

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  4. @Angela Mi piace il "debole" :-)
    @Lillina Spero di non essermi trattenuto troppo
    @Michelarosa il mio non è italiano e non è lingua siciliana. Cosa mai sarà? Non so :-)

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  5. Tineva stritta nella mano la testa di un pisci. E quello taliava a lui. E lui taliava a quello. E locchi erano i stissi: ianchi e persi.
    Che potenza! Ammiratissima.

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  6. Ho dovuto rileggere due volte, perché il dialetto "sudista" mi riesce difficile da intendere subito, ma il linguaggio ha molta potenza, immaginativa e visiva, con quel dire senza dire vagamente mafioso e certe parole incomprensibili che muovono la fantasia

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  7. Certe parole incomprensibili che muovono la fantasia: che vuoi più di così Dario?

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  8. Volevo sottolineare esattamente le stesse parole quotate da Melusina. Impossibile dire di più e meglio con così poche parole. Efficace ed elegante.

    Gordon C.

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  9. @Melusina, sono sempre contento quando apprezzi :-)
    @Fabio non vale :-P
    @Wonderdida no, mafioso no, ti prego ;-)
    @LDC ne ho messe così tante questa volta?
    @Gordon mi mancavano i tuoi commenti, anche perchè lo so che non ti tireresti indietro nello sparare a zero :-)

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  10. Una volta,caro Dario, mi fai il piacere di buttare giù una lista della spesa. Se Gassman la poteva leggere ed essere Gassman, tu la puoi scrivere, solo tu.

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  11. La tristezza infinita del fissare un pesce. Una storia di una mestizia infinta, scritta come solo tu sai fare. Volendo provocare: ma son sempre le donne causa di disgrazia?

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  12. @Hombre Quelle cose di Gassman sono bellissime :-) potremmo proporlo a LDC ;-)

    @Pendolante latente misoginia? :-)

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