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12/10/09

Mercante in Fiera



"E venici! E venici!" E insomma mi fici convincere a nesciri che qua a Parma non lo faccio assai volentieri e insieme siamo andati al mercante in fiera che è una specie di mercato delle robbe vecchie che unu ietta che non ci piacciono più e che poi li ricompra dopo ventanni che sono di moda.
Vincenzo ciaveva avuto i biglietti gratis che non lo saccio chi glieli ha dati ma di certo io non ciavissa spinnuto mancu una lira allora per quella misciuta. Lui ci teneva assai a questa cosa che laveva visto alla televisione al telegiornale il servizio che cerano macari i giùbocs e i cavadduzzi a dondolo e insomma pattemu cullautobussu che quello ci lassau davanti alla fiera dove cerano i niuri che vendevano le borse. Però poi invece cera anche lingresso e per entrare dovevi fare passare il biglietto sopra a un vetro che era come quando al supermercato la cassiera fa passare i prezzi e accussì macari noi tutti prezzati poi siamo stati dentro.
Allinizio ci siamo fermati al primo capannone che Vincenzo non lo sapeva bene dove cercare anche se per farsi vedere che lui non cera bisogno che chiedeva a nessuno sera preso la guida e subito in quel posto ciavevo trovato un concentramento di facci di minchia che mancu a ruminica in quacche chiesa al centro mi era capitato qualche cosa di simile.
Tutti a taliari pezzi di lignu mezzi scassati che u sulu prezzu iu ciavissa arrimodernato a me casa allichea che poi è da vicinu macari e invece qua tutti chiedevano e giravano e si sintevano grandi falignami ed esperti.
Sì! Esperti di sta gran funcia di minchia che lho visto con i miei occhi a uno che mentre una vecchia ingioiellata co cani dappresso si furiava ci cangiau il tabellino a un mobile per presentarlo come voleva lui che di certo aveva trovato a iaddinedda da spennare. Comunque non erano fatti mia che io mava già siddiato e menomale che poi Vincenzo aveva capito dove doveva andare che così per fortuna niscemu. Cera un pezzo di strada da fare che il posto era veramente grande ma lumanità non mancava e uno puteva continuare a taliari.
Una buttanazza tutta accalurata stringeva tra le braccia un cassettone che aveva fatto la guerra e arrireva cuntenta per laffare mentre suo marito purazzu ammuttava un liuni di petra e i ligna di un ammuari sopra a un carrello. Nello sforzo du minnazzi notevoli nonostante letà abballariavano dentro a un vestitino di primavera. Ogni tanto una chiù ribelle nisceva fora a mostrare come alla signora ci piaceva arrispammiare sulla misura del reggipetto e mostrando al mondo a sò cuppulidda niura tutta surata. Roba di darici nalliccata di conforto.
Io confesso ca non potti fare a meno di darici nocchiata macari che letà di quella cera e che il marito non sembrava essere tanto comprensivo. Comunque dopo questa scenetta arrivamu o paradiso dei ricordi. Non ci mancava nenti in effetti che Vincenzo ciaveva avuto ragione.
E dischi e iochi e scatoli e scatoline e orologi e telefoni e giornali e bomboniere e quartare e seggi di plastica e vastuni di lignu e fotografie e poster dei filmi e cazzi di marmuru macari e statue del duce e di stalin e manifesti e pignati e cucchiara e lampadine e lampadari e tantu autru che ora mancu mi ricordo chiù.
Pareva che ero tornato picciriddo e furiava ancora alla fiera con i calzoni corti e la bocca china di zuccuru filato. E io credo che solo questo ci vale la pena che a pinsarici bene alla fine invece ce nerano assai di minchiate che quando uno ce là a casa spera solo che un colpo di vento i fazza cascari nterra per trovare una scusa buona per la spazzatura. E comunque comu fu e come non fu passamu un pomeriggio divertente che si fici presto orario di chiusura e quello era lultimo giorno della fiera che infatti in tanti dei mercanti stavano smuntannu i cosi.
Alluscita in effetti per questo cera assai confusione di barattelli e camioncini e machinuni con gli sportelli grandi e davanti a noi uno che lavevo visto che vendeva orologgi antichi che ciaveva dato tutta la mircanzia in una valigia a uno niuro che sembrava Cuntachinte per i muscoli che ciaveva. E il padrone lo guardava con attenzione al suo nuovo schiavetto prima che quello ci faceva qualche rottura e u niuru invece sorrideva che aveva trovato i soldi da mangiare per la sera e qualche altra cosa forse. Che non si sa mai.

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