domenica, giugno 24, 2007

Senza Fissa Dimora

Sul primo scalino incontrai Paura.
Lei fuggiva danzando sulle labbra, tossiva versi dimenticati. 
Fu, poi, Incanto a seguirla sul mio cammino, 
troppi occhi, m'impedirono di toccarlo.
Rabbia si dibatteva sul terzo quando sospirai, 
prima di giungere a Noia, 
lì dove un ampio gradone mi accolse.
Vagavo, come roccia sul mare, fin quando ti vidi. 
Speranza seguì, era al quinto scalino, 
per nulla contenta mostrava serpi e conchiglie 
vendendo, non vista, limoni.
Ne volli uno, poi continuai.
Più su Amore cuciva tracce d'odori 
su cuscini di rovi e gardenie. 
Solo sedeva, come ad aspettare il mondo, 
eppure non volli parlargli 
- non credo, però, potesse sentire - .
Morte, infine, accanto al portale.

5 commenti:

  1. Scusa hanna ma non ho capito :-(
    mi aiuteresti? :-)

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  2. mi sono resa partecipe della salita vagabonda,arrivata all'apice attenderei...anche oltre la morte sarebbe da partecipare,ma a che serve comprendere tutto.

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  3. ciao Var, benvenuto. Per quel poco che di Ionesco ho letto da ragazzo direi di sì

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