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22/06/07

[Pubblico e Privato] Reggio Calabria

5 Luglio 1970Ormai era estate, e non era solo il caldo ma anche tutta quella gente che incominciava a scinniri dal continente per passare le ferie a casa. Quando era quel periodo noi potevamo fare una partita vera pecchè arrivavano anche tanti picciriddi e quasi sempre sarrinisceva a fare due squadre come nei campionati.
Quel giorno ciavevamo anche larbitro: Lorenza, la figghia dello zio di Nello. Quello che faceva il camionista alla Fiat. Lei era già una signurinedda con le minne che incominciavano a spuntare e i capelli lunghi, però se cera dacchiapparisi non si scantava per niente.
Una volta aveva pigghiato a Lucio, che ci voleva fregare una pallina di vetro, e laveva spinto accussì forte che lui, magro comera, pareva che stesse avvulannu. Certo quella era una biglia speciale. Laveva vinta Paolo lanno prima nella macchinetta con il volante, quella dove cerano disegnate le strade, con tanti buchi anche, che se non eri bravo la pallina finiva li dentro e ciappizzavi deci liri.
A Paolo quellanno cera pigghiato che quando la vedeva diventava ancora chiù mutu e certe volte addirittura mancu scinneva da so casa, che quando lo chiamavamo sua madre ci diceva che non cera. Però io qualche volta lò visto ammucciato dietro alla finestra che ci taliava, e non capivo pecchè.

"Oggi voglio giocare anch'io"
"I fimmini non iocunu o palluni"
"E chi l'ha detto?"
"E' accussì!"
"E allora non faccio neanche l'arbitro!"
"Vabbene... tanto nonnavemu bisogno"
"Nello, falla acchianari a casa a to cucina"
"Io non vado in nessun posto"
"Nello!"
"Paolo andiamo nella sciara?"
"Veramenti..."
"Dai!"

Eravamo dispari e senza arbitro. Al primo gol accuminciano le chiacchere e le discussioni, poi dopo tannicchia ni misimu a giocare al fazzoletto.

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