Jacques Werup - Il lavoro

Ci piace quel presagio

di morte che ci coglie

nel viaggio verso casa dal lavoro.

Il volto allora muta: questo si vede

dal mio volto ugualmente cambiato

che d’un tratto se ne sta più comodo

quando penso: anch’io, fra poco.

Una volta in una grande città ne parlai

con uno che visse per poco ancora.

Attraversammo una grande piazza,

fra resti di penne di piccioni

i nostri dolori lasciarono dei segni

sul terreno umido

alla fine del quale le case

sembravano scogliere di pioggia.

Nel separarci ci sembrò di essere molti

che tornavano a casa, ognuno alla sua,

dopo un lungo discorso. Il tribuno incomprensibile.

Il treno mi prese. Nel tempo sprofondò la città.

E ora quando dormo dopo il lavoro

vedo quella piazza.

E quando non so più chi vede la piazza

so che sto dormendo.

Forse è così morire, o forse è più come il lavoro.


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