Si rimane lentamente abbarbicati a un'età, a un anno, a un momento, a qualcosa che, ricreata, rimodellata, a nostro piacere diviene il punto zero di un’intera esistenza. A partire da quello possiamo navigare con sicurezza nelle nostre inezie quotidiane, nei nostri sogni, nelle nostre nostalgie. A quel porto poi, invecchiando, torniamo sempre più spesso, quasi sempre a mani vuote, a volte con inaspettati tesori, altre solo sbarcando simulacri o cantando la stanchezza della navigazione. Ecco, in fondo siamo solo i pirati di una immaginaria Tortuga e lì, sull'isola, padroni del nostro fantasticare, intessiamo relazioni e odi, ci prostituiamo e imperiamo, sopravviviamo.
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