Alfredo, fa giri un po' più lunghi in queste settimane. Cerca di trovare nuove strade, nuovi sentieri che lo allontanino dai suoi soliti luoghi verso un po' di silenzio e di pace. È stato così che ha scoperto il torrente. Quello lì certo c'era sempre stato in questa città, questo Alfredo lo sapeva, ma i due si erano incontrati poche volte e certo questo era colpa dell’uomo.
In queste perlustrazioni aveva scoperto, poco lontano dal greto, una vecchia panchina di legno, abbastanza distrutta e malconcia, ma ancora in grado di reggerlo. Si era chiesto, inizialmente, chi mai l’avesse messa lì, dato che quel tratto era veramente solitario e non sembrava, inoltre, che fossero frequenti i lavori di ordinaria manutenzione del verde, ma poi si era accontento di sfruttare quella possibilità. Anche oggi era andata così.
Qualche giorno prima, tornando verso casa, Alfredo era stato fermato dalla Signora Marchetti. Soliti saluti, soliti convenevoli. Lei aveva come sempre accennato alla morte del marito, ai figli lontani, al suo sentirsi sola nella grande casa che affacciava proprio di fronte a quella di Alfredo. Il discorso però era mutato di intensità quando Alfredo aveva rivelato essere stato al torrente. Lei lo aveva guardato con occhi stupiti:
“Va in quel postaccio? Stia attento! Non si sa mai chi si può incontrare lì"
Alfredo le aveva sorriso:
"Sa signora il torrente ha questo di bello che stai lì a fissare il fondo e poi se per poco ti distrai, se i tuoi pensieri ti conducono un po' più lontano, ecco che gli occhi più non ritrovano la stessa pietra, lo stesso appiglio. E dopo un po‘ allora capisci e anche il cuore è obbligato a placarsi e tutta la vita ad essere accettata"
La Marchetti lo aveva guardato stupita, ma più per essersi trovata per la prima volta a doverlo ascoltare che per quello che quello suo strano vicino le diceva.
Si erano subito dopo salutati in fretta, mentre in cielo abbracciava una nuvola.
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