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03/11/20

Naufraghi

Era la prima volta che andavano verso il mare. Il nonno lo aveva svegliato di prima mattina e nel farlo aveva usato una leggerezza che Antonio non conosceva. Sembrava emozionato.

Anche lui lo era. Gliene avevano parlato tanto del mare, i vecchi. Di quest’acqua che copriva ogni cosa, ma lui non aveva proprio idea di cosa, di come, potesse essere. Il nonno, invece, di sicuro lo aveva visto il mare,  anche se proprio con lui non ne aveva mai fatto parola. 

Antonio lo immaginava dai suoi occhi, dalle dita nervose che stringevano il bastone e lo guidavano mentre si allontanavano nel bosco, dal silenzio tra di loro: quel silenzio che li aveva accompagnati tutta la mattina. 

Si erano fermati solo dopo parecchie ore di cammino. Il vecchio aveva estratto del pane nero dalla cesta che aveva con se, tagliato una fetta per passarla al ragazzo e poi riposto ogni cosa.

“E tu, non mangi nonno?” aveva chiesto Antonio un po’ sorpreso, mordicchiando contento. Si erano fermati vicini a un piccolo rivolo. Sulle sponde nessuna traccia di vita. Solo uno scoiattolo li osservava curioso da un ramo poco lontano, aveva due buffe code ritorte che sembravano come pennacchi sulla sua testa e anche lui mangiava qualcosa, ma Antonio non riuscì a capire cosa fosse. Il nonno non aveva risposto. Si era seduto su una roccia coperta di muschio e aveva continuato a fissarlo in silenzio.

“Tu lo hai visto, vero?”

“Sì”

“E come è?”

“Non lo so più Antonio come sia”

“Sì, ma com’era? Ai tuoi tempi dico”

Il vecchio finalmente aveva sorriso.

“Ai miei tempi?” aveva risposto divertito “ma come ti permetti?”

“Dai nonno, lo so che sei ancora il più forte del villaggio”

“No, hai ragione. Hai proprio ragione” il nonno era ora pensoso “Beh... ai miei tempi lo vedevo spesso il mare. Avevo circa la tua età la prima volta che me ne ricordo bene,  ma mio padre mi raccontava spesso che c’eravamo sempre andati anche prima. Mi ripeteva che sin da piccolo gli sembravo un piccolo pesce”

“Pesci? Vivono nell'acqua?” Antonio era sorpreso, nessuno gliene aveva mai parlato e non riusciva nemmeno a immaginarsele quelle creature. Saranno stati simili a quei piccoli sgorbi che nuotavano nella pozza della sorgente? Al villaggio tutti ne avevano timore anche se i ragazzi amavano stuzzicarle con dei lunghi rami fin quando quelle non sparivano nascondendosi sotto la terra.

“Sono come quelli della sorgente?” chiese.

“No Antonio, quelli hanno forme diverse e luccicano al sole come le pietre di luce e alcuni si possono anche mangiare, altri sono enormi e ti ingoierebbero in un sol boccone e poi alcuni sono coloratissimi e insomma sono proprio diversi da quelli che conosci tu” 

“E tu li hai mai visti questi pesci?”

“Sì, sì. Ma ora poche chiacchiere, andiamo”

Il nonno era ridiventato silenzioso e Antonio seguendolo aveva così sempre più fatto caso al mutare del paesaggio. Il bosco diventava meno fitto e ogni tanto uno spazio di terra bruciata si affacciava tra il verde. Il nonno stava sempre ben attento a non passarci troppo vicino e, a volte, allungavano vistosamente il cammino per evitare di avvicinarsi troppo a quelle macchie. Erano spazi brulli dello stesso colore delle pietre che aveva visto un giorno indossare da sua nonna. “Cosa sono queste?” le aveva chiesto, ma lei aveva subito nascosto tutto ed evitato di rispondergli.

Prima di uscire definitivamente dal bosco il nonno si era fermato.

“Ecco, dormiremo qui stanotte”

“Ma siamo ancora lontani?” 

“Sei stanco?”

“No, no. Solo un poco”

“Ancora un giorno e saremo arrivati”

“E poi?”

“E poi cosa?”

“Perché stiamo andando lì nonno? Nessuno di noi ragazzi è mai uscito dal villaggio”

“E’ ora che succeda Antonio”

“Si, ma perché?”

“Lo scoprirai, dormiamo ora” 

Il nonno aveva raccolto in giro rami e foglie per farne giaciglio. Solo allora, da solo, Antonio sembrava essersi reso conto del silenzio che lo avvolgeva. Il rumore dei loro passi, lo scricchiolio degli alberi, le poche parole scambiate, lo avevano distratto, ma ora tutto era silenzio e buio. 

Aveva voglia di tornare a casa, anche se non lo avrebbe mai confessato. Di tornare indietro. 

Il lungo cammino lo aveva, però, stancato e non ci mise tanto ad addormentarsi quando tutto fu pronto. Nella notte vennero a trovarlo Anna che lo aveva salutato, come per la partenza, con un bacio sulla guancia e la nonna che lo aveva abbracciato in silenzio. “Stai bene nonna? Mi hanno detto che sei morta” aveva fatto in tempo a dirle, ma quella era svanita nello stesso istante in cui il nonno lo scuoteva per riprendere il cammino.

“Ho sognato la nonna” furono le prime cose che disse.

Il vecchio lo aveva guardato fisso negli occhi.

“Ti ha detto qualcosa?”

“No, nulla. Mi ha solo abbracciato, ma lei è morta nonno? Dico, è veramente morta?”

“Guarda quel riccio Antonio”

Il nonno si era portato il dito alle labbra a chiedergli silenzio, poi, con gli occhi, aveva indicato qualcosa che si muoveva proprio davanti a loro.

Antonio già conosceva quegli animaletti, ma vederne uno ora lo liberava quasi dal disagio che sembrava averlo preso. 

Avevano mangiato insieme un'altra fetta di pane per poi riprendere a camminare, come prima quasi sempre in silenzio. 

Dopo il bosco era come fosse scomparsa ogni cosa. Il nonno gli aveva fatto indossare, prima di ripartire, un cappello dalle larghe falde che faceva ombra al viso, dei guanti e una leggera sciarpa a coprire il collo. 

“Lo so che queste cose sono scomode, ma cerca di resistere. Sei un uomo ormai” 

Con un sorriso e una pacca lo aveva poi invitato a seguirlo. 

Era passato molto tempo così. Ad Antonio sembrava di aver camminato sempre in linea retta, ma il loro era solo un lungo susseguirsi di ripide e brevi salite e di discese che preannunciavano un nuovo arrampicarsi. La macchia verde del bosco alle loro spalle si faceva lontana e davanti a lui solo un riverbero di luce che pareva, a volte, accecarlo. Quando già il sole aveva da tempo abbandonato il suo zenit il nonno iniziò a deviare, era come se cercasse qualcosa. Antonio lo vide tirar fuori più volte dalla tasca uno strano oggetto tondo e fissarlo con attenzione, prima di decidere come proseguire. Al crepuscolo Antonio si ritrovò a un centinaio di metri da una roccia altissima dalla strana forma, gli ricordava quella di un uovo sepolto per metà al suolo. 

“Ecco ci siamo” disse il vecchio proseguendo. 

Sembrava più rilassato, quasi contento. Poco dopo Antonio inizio a intravedere anche una casa ai piedi di quello che ora gli appariva un monte altissimo. Ci passarono accanto e Antonio riuscì a notare, accanto alla porta d’ingresso, un grande pezzo di legno con dei disegni. Si avvicinò ad esso e non gli ci volle molto a capire che doveva essere una specie di mappa di montagna anche se faticava a capirne il senso e le indicazioni: “Pietra di Bism…”, gli sembrò di leggere in alto. Il nonno alle sue spalle, nonostante si sforzasse, non riuscì a trattenere una lacrima. 

“Cos'hai nonno? Che succede?”

Il vecchio si asciugò il volto con il braccio, gli prese la mano e lo invitò in silenzio a seguirlo. 

Erano arrivati su un sentiero segnato da delle pietre che sembravano essere state messe lì apposta, a fare da pavimento. “Che strano” pensò il ragazzo. I sentieri dei boschi che lui conosceva erano quelli tracciati dai suoi passi o da quelli degli altri abitanti del villaggio, nessuna pietra a segnarli o conservarli. 

Salirono ancora alcune centinaia di metri verso la cima, prima di fermarsi. Antonio notò come il nonno gli fosse improvvisamente sembrato più vecchio. Non tanto nell'aspetto, che in quel buio era difficile vedere, quanto nei gesti. Erano più lenti, anche se più rilassati. Anche il suo atteggiamento era cambiato. Quando finalmente gli diede da mangiare, dopo quella lunghissima camminata, non riuscì a evitare di accompagnare il cibo a una piccola carezza su quel viso così diverso dal proprio e chiese e si fece anche raccontare di Anna scoprendo di quel bacio. Antonio ne fu felice, era successo poche volte. In genere era stata sempre la nonna ad ascoltare tutti i suoi segreti. 

Si addormentò quasi subito, ma nessun sogno venne questa volta a trovarlo, forse anche perché quando il nonno lo svegliò era ancora notte.

“Dobbiamo già andare?”

“Sì, è importante” gli rispose quello con una voce dolcissima. 

Antonio si ritrovò a inerpicarsi senza riuscire a vedere bene neanche dove si trovasse. Poi improvvisamente la salita finì. Era ancora buio. Il nonno lo prese per mano e gli fece fare ancora una decina di passi poi gli chiese di sedersi, prese il pane, ne tagliò un'ultima fetta e la coprì con qualcosa di ambrato e dolce che aveva estratto da una scatola di coccio. 

“Questo è miele” disse, con aria complice, ad Antonio. 

Finalmente la notte iniziava a ritirarsi. Antonio non riusciva ancora a vedere bene l’orizzonte. Gli sembrava, quasi, di essere sopra una nuvola. Quando la luce ebbe finalmente il sopravvento un blu pieno di luci iniziò a lottare con il cielo a vista d‘occhio. 

Antonio rimase senza parole, mentre il nonno iniziava lentamente a raccontare.


1 commento:

  1. Il mare è ancora lontano. Comparirà all'improviso dopo una svolta?

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