Poggiato al vecchio stacconato, tra crepe e spaccature, Alfredo segue lento il sole.
Le ombre dei rami proiettano scomposte nuvole su quel giallo sbiadito, sull'antico legno; sembrano, tuttavia, ignorarlo, impegnate, come sono, a distrarsi, inoffensive, con un piccolo sauro.
Anche Alfredo pare, apparentemente, non aver cura di loro; eppure i suoi occhi fanno di quelle macchie forme e mostri, chimere, e i suoi pensieri vagano, in quel rincorrersi di luci e ombre che vive sul suo corpo, come cercassero un senso, un nesso tra la gioia dei bimbi, che giocano poco lontano, e la follia umana.
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