03/02/20

[Alfredo] domenica

Quando arriva la domenica è già andata via una settimana ed è questa l’unica cosa che Alfredo riesce a prendere in considerazione. Non tanto i mesi, che quelli non riesce proprio a ricordarli come per gli anni, quando il fatto che saranno necessari altri sei giorni al suo riapparire.
Un tempo, da ragazzo, avrebbe  potuto sapere di  quell'arrivo dal suono delle campane, dal profumo del pranzo che lentamente si impossessava della casa già dal mattino, dall'odore del pane caldo che gli veniva chiesto di acquistare nel piccolo forno familiare sotto casa, da quel sapore di piccola festa che gli pareva di percepire ogni volta e che lo vedeva ciondolare fino a tardi tra le stanze prima di decidersi a uscire.
Ad Alfredo piace ancora andare in giro la domenica, soprattutto quando il sole si intestardisce a dare vita a quei volti che incontra, a quelle facce che gli appaiono, in quel giorno, con quella luce, più paffute e contente.
“Forse siamo anche noi degli alberi” gli era venuto di pensare alcune volte “c’è chi ha radici così forti da non poter essere sradicate se non a costo della vita e chi invece rotola via trasportato dal vento” Quest’ultima immagine, in realtà, era nata dopo aver visto un documentario su degli strani arbusti di un altro continente, ma lo aveva subito colpito così tanto da farla, immediatamente, sua.
Una volta Alfredo aveva confidato questo suo pensiero a un amico biologo, un ragazzone alto e grosso che lavorava, dopo aver finito gli studi, nel negozio di ferramenta del padre.
“Ma se proprio dobbiamo discendere da qualcosa - gli aveva detto - perché non da un albero? Ecco a me piacerebbe essere un lontano cugino di un castagno. No, non è come credi. Non per poter vivere cento o mille anni. Che me ne farei di tutto quel tempo? è solo che mi sembra più bello, ecco. Più realistico. E poi i castagni sono solidi, forti e nello stesso tempo burberi. Generosi anche. E poi, non sembra anche a te che amino gli scherzi con tutte quelle spine a coprire un dono che sanno già offriranno a tutti? No, non ridere. Lo so a cosa pensi. E tu? Non vorresti fosse così anche tu?”
Il giovane garzone biologo l’aveva seguito con attenzione e stava per rispondergli quando un cliente era entrato chiedendo delle viti a brugola e un set completo di utensili.
Quando la vendita era stata completata Alfredo era già lontano. All'orizzonte il sole disegnava merletti di luce sulle ombre del parco e la luna attendeva fiduciosa che qualcuno la pensasse  per apparire, per diventare reale.

2 commenti:

  1. La penso proprio come Alfredo. Che narrazione delicata e immaginifica.

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    1. Grazie, Alfredo ne sarebbe contento (e io lo sono :) )

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