Tutto va bene, tutto continua:
il pedaggio, la coda, il brutto incidente,
la gente
all’autogrill a pisciare, che, sai,
c’è ancora quel tale alla cassa e poi, lo confesso,
il caffè qui non è così male, tra corridoi
di dolci, biscotti, cinesi vocianti e vecchi
in malinconici tour sorpresi
a cercare l’uscita. “Sparita!”
dice ancora una volta uno di loro.
E io sorrido, l’aiuto, e poi sento
la tua mano fuggire
in questo presente sempre più lontano,
in questo indefinito morire.
Tutto va bene, tutto continua.
E ancora le monete all’uscita,
i paesaggi,
le vite, le magnifiche vite, gli amanti,
le strade, i miraggi
di ricchezza nascosti da vecchie vetrine
chiuse, c’è la crisi,
si fatica a ripartire
senza te,
senza soffrire.
una poesia che racconta l'amarezza di una vita parallela, quella che siamo costretti a vivere e non ci appartiene.
RispondiEliminaMi piace molto il testo
...e poi sento la tua mano fuggire
in questo presente sempre più lontano,
in questo indefinito morire
Complimenti!
Un caro saluto
Francesco
Grazie Francesco, sono contento che tu abbia sottolineato quel passaggio :-)
RispondiEliminaè nelle mie corde..(e, lo so, non è una novità :)
RispondiElimina..e condivido anch'io quella sottolineatura
:-)
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