Scrivi, ti prego.
Due righe sole, almeno, anche se l'animo è sconvolto e i nervi non tengono più.
Ma ogni giorno.
A denti stretti, magari delle cretinate senza senso, ma scrivi.
Lo scrivere è una delle più patetiche e ridicole nostre illusioni.
Crediamo di fare cosa importante tracciando delle contorte linee nere sopra la carta bianca.
Comunque, questo è il tuo mestiere, che non ti sei scelto tu ma ti è venuto dalla sorte, solo questa è la porta da cui, se mai, potrai trovare scampo.
Scrivi, scrivi.
Alla fine, fra tonnellate di carta da buttare via, una riga si potrà salvare.
(Forse).
Si salverà la riga, e ci salveremo noi.
RispondiEliminaGrazie,Dario.
RispondiEliminaE prima erano stati graffi alle pareti,poi grafemi.Ora anche tasti.In cui siamo “noi“.É veramente il meglio.:-)
g.lont.