"La poesia è scritta da qualcuno che non è lo scrittore a qualcuno che non è il lettore" - Paul Valéry -
23/04/13
Sarde a baccaficu
“La sarda si deve lavare e poi rapiri come a un libro che uno dentro ci legge il profumo e ci vede largento”
La Za Mela quando cucina che cè qualcuno vicino a lei diventa come una maestra che vorrebbe insegnarle a tutti le cose che sa e usa paroli difficili soprattutto se si accorge che la talii che la faccenda ti interessa.
Io ci vado a mangiari volentieri quando mi invita che lo so che cucina che è una meravigghia e poi sacciu macari che ci piace se ci arrivo prima che così possiamo parlare mentre è ai fornelli.
“Ma chiffà puttasti i pasticcini?”
“E certo! Chi puteva veniri con una mano davanti e una darreri?”
Lei ciavi un fornello messo nel balcone chiuso dalle vetrate che accussì può friiri le cose senza che poi lodore arriva dentro alle stanze o il vento ciastuta la fiamma. Io sto sempre vicino alla finestra che così ogni tanto pozzu fumari e nel frattempo parliamo o laiuto se ci aggiuva qualche cosa.
“Ma chi ti rissi Arcidiacono?”
“E che mi doveva dire? Oramai si fa i cazzi sò che lunica cosa che ci interessa a lui è sistemare a sò niputi”
“Ma comu? Chi ci mancano lamicizie a chiddu?”
“Cangianu tanti cosi”
“Mah! Forse. Forse sì. Però u pisci continua a fetiri dalla testa”
A Za Mela è vitua da sempre e io non lho mai canusciuto a so maritu o a qualcuno dei suoi parenti ma questo non è importante che lei pimmia è come se fosse nata con il palazzo e del palazzo oramai ciavi lanni e di quello canusci tutti i segreti. Eppure a virirla accussì ogni volta è come se non sapissi mai nenti che non ci scappa mai una parola di quello che non si può dire.
“Ce la fai a rattarimi tannicchia di muddica?” Mi furiai a guardarla con un sorriso e andai a lavarmi di corsa le mani nella pila che era un onore pimmia quella richiesta.
Il pane di casa era duro da passare nella rattarola e ci voleva forza. Ogni tanto mi scappava di mano e a Za Mela allora mi diceva: “ Attento ca ti ratti tutti i ita” ma si vireva che scherzava. Che mi trattava come a un picciriddu venuto a farle compagnia.
Nel frattempo comunque lei aveva quasi finito di puliziari u pisci per metterlo nellacitu e accuminciava a preparare limpasto con le foglie di prezzemolo e il sale e il pepe che dal frizzer aveva già nisciuto il parmigiano grattuggiato e il pecorino e le uova anche.
“Io laccatto intero quando cè lo sconto al supermercato e poi lo ratto e lo metto nel frigidere che accussì resta friscu.”
Non celavevo mai visto fare questa cosa ma anche io ho imparato tanti trucchetti che in questi tempi di crisi ogni muddichedda arrispammiata è sustanza.
“Ma so figghiu non lo mise nella provincia?”
Era come se ciavesse pinsato fino a quel momento a quel fatto ma io non me ne ero accorto.
“U figghiu di Arcidiacono? Sì! Ciavi lufficio. Dice che ora sinni va macari in pensione”
“Pinsioni? Ma su ciavi i tò anni!”
“Eh…”
“Finisti ca muddica?”
“Sì. Ma non ci voli lagghiu?”
“Aspetta! Aspetta! Ma chivvoi cucinari tu?”
“No! No! Nonsiamai!”
L’olio accuminciava a fari fumo nella paredda e io ciavevo a ucca china di saliva. Lei arrireva e ciaveva un sorriso di vecchia ma a guardarla bene con attenzione intendo pareva invece una carusidda. Una di quelle birbantelle che trovi al parco a giocare. A fare comunella con i ciuri.
Scritto per l'EDS "ipogeusia" proposto da La Donna Camel. Altri testi:
Caffè alla Norma di La linea d'Hombre
Lettera alla donna che ami sulla felicità e il ragu’ di Fevarin e Carnazza
La prima volta che ho mangiato i piselli davvero di Singlemama
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Per un piatto di risi e bisi di Melusina
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Beddamatri, che meravigghia. (escussemmuà). E questa la faccio mia: "u pisci continua a fetiri dalla testa".
RispondiEliminaE anche io mi sento una piccoletta quando ti leggo.
RispondiEliminaQuanto brio, Dario, e che sicurezza nello scrivere. Mi sembra di vederti accanto alla finestra con tanta voglia di fumare.
RispondiEliminaTe l'ho servita sul piatto d'argento: ammetti che questo EDS sembra fatto apposta per te! (Sembra e lo è ;-)
RispondiEliminaMi unisco agli altri nei complimenti.
RispondiEliminaCome sempre mi lasci incantata.
Bello tornare a casa e trovare i vostri commenti :-)
RispondiEliminaa te Camilleri ti fa un baffo. (o forse sei tu che gli fai baffi e controbaffi a lui...) chapeau.
RispondiEliminaDa qualche parte ho ancora la lettera della Sellerio in effetti :-)
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