Cerca nel blog

06/07/09

Nicola

Nicola sinni futteva che la casa stava crollando e della munnizza e del feto anche che si sinteva che ogni tanto qualcuno ci battezzava la porta con una bella pisciata. Nicola si purtava in giro il suo sacchetto di tila e cugghieva unni puteva. Due pomodori ammaccati nel banco dellamico Tano. Quacche angiova arrialata per carità a piscaria. Na fedda di muluni di quelle tagliate per prova allincrocio delle strade.
Nei giri fortunati vicino ai cassonetti ci puteva capitare anche di trovare un bel mobiletto daggiustari e allora lui se lo pigghiava ngazzicalora e se lo portava a casa che poi diventava nelle sue mani unopera darte e vino e birre per una simana. Destate si mitteva davanti alla porta e aspittava u friscu. Ogni tanto con quello arrivava macari u ciaru do mari e allora Nicola brindava chiù cuntentu che quella era la sua felicità.
Cerano tante storie supra a stu cristiano. Che era stato incarcerato. Che cera morta a figghia. Che so mugghieri se nera scappata dopo che lui laveva vista ca si misurava u gargarozzu cullaiutu di so cumpari.  Ammia mi parevanu tutti minchiati. Le storie di sempre. Quelle che uno sinventa per ammucciari i guai sò e aviri di parrari cullamici a putia.
Ora da un po' la porta è chiusa ncatinazzata. Ci spiai a Tano che anche io lo conosco o fruttaiolu ma lui non mi ha dato spiegazioni. "Pattiu" mi rissi. Come si poteva dire "Mossi" o "Attruppicau".
Non ne ho saputo chiù nenti e niente più ho chiesto a nessuno. Sulu che per ricordarlo mi pigghiai macari iu un sacchettu di tila che forse un giorno diventerò bravo comu a iddu ad aggiustari i ligna.

0 commenti:

Posta un commento

Powered by Blogger.