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05/07/08

Armonico Arunte


Armonico Arunte avi sì e no sessantanni però no sacciu se prima ce ne ha avuti di meno o chiossai pecché io me lo ricordo sempre accussì. Siccosicco come a una sarda e tignusu come a una boccia di biliardo.
Armonico furia tutto il giorno apperi con una sacca attaccata al collo che dentro cià tanti bigliettini. E se ti deve parlare ne tira fuori uno veloceveloce e te lo legge che altro non sa dire. Una cosa è strana. Lui accapita che spunta sempre nei posti dove tu non telaspetti e quando ci viri quei suoi occhi di micciu invece di dariti una spiegazione tarrirri nella faccia come se ti vulissi dire "chiffai nosai ca iu ci sugnu sempri?". Poi pensi che è solo una coincidenza e tiri dritto che se ti fermi a parrarici è un mal di testa. Oggi no però. Oggi no che ciaiu vogghia di giocare e duluri macari. Che non si voli ammucciari.

"Buongiorno Armonico"
"O funnacu si dice armenu Viva Maria"
"E iu ti staiu salutando infatti"
"Non gabbu e non meravigghia"
"A za Rosa mi rissi che se ciò qualche problema tu mi puoi aiutare"
"Ogni lignu avi lu so fumu"
"Ma è vero? Pecché io. Insomma. Armonico comu fazzu a sentirimi felice?"
"Futti futti ca Dio pirdona a tutti"
"Sì certo ca fussi facili! E chi mi vuole ammia? Eppoi non è sulu chistu"
"O pisciari tinadduni"
"E chi significa?"
"Trovati la crita piffariti i baddi"
"Va bene va! U capii! Ciavevo ragione a non crederci a quello che dice Rosa"
"A furtuna è fimmina buttana e sinnamora dei minchiuni"
"Macchissì scemu?"
"A furriari a strummula prima o poi casca"
"Va bene. Va bene. Ti salutai"

Fui lestu a furiarimi e a cangiare strada. Forse era meglio che me ne andavo a dommiri. Lui era ancora fermo là che mi taliava. Lo sapevo anche senza vederlo. Poi mi arrivò la sua voce. Forse la ricerca del bigliettino era stata più lunga questa volta.

"Pacienzia ci voli a li burraschi ca non si mangia meli senza muschi"

Fonte immagine: http://lubna.altervista.org

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