Arcidiacono conosce a Bellusconi.
Me la detto quando è venuto da me pecchè ci aveva suo figlio da votare che è un bravo ragazzo. Lui ma ricordato che io lo conoscevo da quando pisciava nel letto a du carusiddu e che sacchianava mi poteva aiutare.
Io al cavaliere Arcidiacono lo ascoltato sempre pecchè quando cera a democrazia maiutao tutte le volte che ciandavo a casa sua per parlarci e mi fece travagghiare pure a me e a quaccuno della mia famigghia.
Poi per un poco di tempo non sera capito più niente. Uno non sapeva più a chi doveva chiedere per un favore e accussì manco ti prendevano macari ca uno ciaveva la volontà. Io questa cosa non la sopportavo proprio pecchè a me che mene fotte se si mangiavano i soddi?
Io travagghiavo e potevo guardare in faccia a tutta a me famigghia e a quei cuttigghiari del palazzo.
Ce le dissi quella volta queste cose a Arcidiacono e lui già li sapeva.
Mi disse di non preoccuparimi che tutto si sarebbe sistemato e poi mi diede cento euri così me lo ricordavo meglio il nome di suo figlio e non mi scordavo di nesciri da casa alla domenica.
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Dario, che dire? Ancora una volta mi sembra di andare a spasso per via Umberto, comprare una cartocciata nel panificio di fiducia, e via discorrendo. Ma non mi cala il fatto che non ci parliamo. Io ti leggo, tu mi leggi, e allora! E' la solita storia del Siciliano muto e orgoglioso? Stai facendo un ottimo lavoro, era da tempo che te lo volevo dire. Bona sira,
RispondiEliminaGiacchino
:-) Bona sira Gioacchino
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