Babbasuni - 1, 2 -

Nella putia non c'era tanto spazio, ma i tavoli erano puliti e il vino buono e poi a cucinare c'era la signora 'Nzina che tutti lo sapevano che le cose sue non si putevano livari dalla ucca. Daniele si pigghiau un piatto  di pasta che masculini e il finocchietto rizzo e un bicchiere di vino macari. Si parrau, sarririu, si fici scuru. 

Iano e Daniele niscenu soddisfatti salutando gli amici. L'aria era frisca e la luna arrireva come a confortarli. 

Fu un attimo. Una machina arrivò a tutta velocità proprio dietro all'angolo della putia e Daniele non si ricordò più niente. Quando apri gli occhi di novu era circondato da una decina di persone. C'era anche Iano che lo taliava tutto preoccupato. Lui non capiva cosa stava succedendo. Si alzò da terra e si scutulò i pantaloni che erano tutti impolverati. La machina era ferma contro il muro. Aveva una botta davanti come se fosse andata dritta contro un palo. 

"Come ti senti? " ci spiò Iano, ma subito senza aspettare la risposta "Comu ciarriniscisti?" chiese. 

Alfredo non sembrava capirlo poi si ricordò che per difendere l'amico si era abbiato addosso alla machina ma lì i ricordi si fermavano.

"Bene, bene" rispose. 

Gli altri non dicevano niente che forse non avevano capito quello che era successo o forse erano solo contenti ca du carusu si era susuto senza danni. Sulu un cristiano lo guardava dall'altro lato della strada sorridendo e ora si stava dirigendo verso di lui. 

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