PIACERE
Nell'obbligo di desiderare - che ci è imposto dalla società delle merci - e di cercare di soddisfare i nostri desideri, dobbiamo intendere quello che l'etimologia ci insegna: desiderare significa rimpiangere l'assenza di qualcosa. In questo senso il desiderio è ben diverso dal godimento e dal piacere: una prodigiosa fabbrica di frustrazioni, di stupide frenesie alla cui origine - è importante capirlo - c'è il rancore. Il nostro tempo non reprime il desiderio, anzi lo incoraggia in quanto frustrazione permanente; il godimento invece non è apprezzato; il piacere men che meno. Dire, a una cena tra amici, che il mestiere dell'insegnante vi piace, non suscita mai, per strano che sembri, un'approvazione sincera; per prima cosa vi chiedono dove insegnate: siete forse titolare di qualche sinecura, di una cattedra a tempo parziale? No? Allora forse insegnate in un liceo prestigioso? Neanche? Sarete guardati con sospetto. Gli altri si vendicheranno di voi raccontandovi nei minimi particolari con quanti idioti hanno dovuto fare i conti durante gli anni della scuola. Essere contenti è motivo di sospetto: qui sta lo scandalo.
"La poesia è scritta da qualcuno che non è lo scrittore a qualcuno che non è il lettore"
- Paul Valéry -
Stéphane Audeguy da Piccolo elogio della dolcezza
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