Le gambe fanno un po' male oggi, anche il peso è aumentato e le sigarette, anche.
Alfredo però non può rinunciare a salutare il suo albero e la sua panchina e così si incammina, molto presto però, affinché il sole non ferisca, affinché i passi raccontino solo la storia tra lui e il prato che scricchiola contento.
A volte Alfredo se lo è chiesto cosa fosse la felicità, non si è mai risposto però. Il fatto è che risposte per lui non ce n'è. Gli era capitato di parlarne con gli amici, certo. Ognuno portava i propri esempi e lui in genere rispondeva con parole come queste: “Non pensiamo di essere stati felici quando guardiamo al passato? Quando dimentichiamo le scortesie, i litigi, le delusioni per ricordare invece solo le immagini, i baci, i sapori di pochi piccoli istanti? Ma siamo stati veramente felici in quei momenti? Insomma ne abbiamo mai avuto consapevolezza? Certo, se è successo, forse è stato solo per casuali coincidenze, per grandi moti dell’anima, per brevi fughe d’amore. Che senso ha, allora, dare definizioni alla felicità?”
Piuttosto camminare qui nel silenzio, pensa Alfredo, raggiungere il mio albero, la mia panchina, guardare il cielo, vivere.
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