Le due amiche parlano a voce alta, incuranti della possibilità che qualcuno possa ascoltarle. Probabilmente sono fuori dal loro territorio casalingo, dai loro confini, e così tutto può essere detto, senza star lì tanto a preoccuparsi degli amici, dei genitori, di qualche molesto impiccione.
Un tempo era qualcosa che apparteneva quasi solo agli adolescenti questo impudico ciarlare, questo quasi pubblico confessarsi. Una dichiarazione di sfida, di esistenza.
Alfredo le ha di fronte. Lui è seduto a spiare i raggi del sole, li vede intrufolarsi tra i rami e le giovani foglie per tuffarsi per gioco a terra prima che lo facciano le ancora acerbe ombre. Loro sono in piedi.
Una è poggiata a un palo, anzi con un braccio stringe quello e ondeggia in bilico tra una danza e una palese dimostrazione di timidezza, Sembra triste, corrucciata. Ha labbra dipinte pesantemente e capelli di un nero che non può essere naturale.
L'altra è troppo presa dal proprio discorso per far caso ad Alfredo. Alza e abbassa gli occhi ad ogni pausa mentre sta un po' a fianco della prima. Ogni tanto la sfiora con le mani mentre gesticola e un bracciale allora luccica sul polso prima di essere di nuovo nascosto dalla larga manica del maglione colorato di cotone.
I discorsi sono sempre gli stessi, Alfredo si sorprende ogni volta eppure ormai dovrebbe saperlo che è cosi. Cambiano i luoghi di incontro, magari, o i tempi dedicati, forse anche la disponibilità dei corpi... eppure il resto è sempre rintracciabile in modo uguale. Anche ora, anche qui.
“Primo tu non lo devi cercare più! E poi secondo lo devi cancellare, capito? Cancellare proprio!” dice, sicura, una.
“Ma come faccio?” pigola l'altra.
“Come fai, come fai... lo blocchi! Lo elimini”
“E se non volessi?”
“Allora tu sei scema, ma non lo vedi come sei ridotta?”
“No, no, lo so”
“Ecco! E allora?”
“Allora farò come dici tu, ma non è che poi lui va con un'altra seriamente però...”
“Speriamo, speriamo sia così – ride - così ti passa più in fretta questa malattia”
“Ma dai... se piaceva anche a te”
“Il tempo di limonarci, per quello sì”
“È bravo vero?”
“Stai di nuovo a parlare di lui?”
“Ma se hai iniziato tu”
“Ecco parliamo di altro allora. Hai visto questo?”
Dalla tasca posteriore dei jeans estrae un telefonino e mostra all'amica qualcosa. Alfredo sente solo della musica un po' tamarra e vede il volto divertito delle ragazze. Quando il video finisce le due si spostano verso la strada, fanno qualche foto, saltellano come passerotti spensierati, ridono fino al prossimo effimero pianto.
Bella! Leggo sempre con molto piacere le cose cose che scrivi. Complimenti!
RispondiEliminaGrazie :)
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