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20/09/17

Paoletta


"Marrizzettu! Marrizzettu"
A vuci di Paoletta si sentiva fino al mio piano. Pareva una marmitta attruccata che uno difficile avissi pinsato alla fimmina che cera dietro. Iu però u sapeva. A visti crisciri. Era una truttulidda.
Suo padre era unottima persona. Travagghiaturi. Mossi che stava turnannu a casa sopra alla vespa prima di cascari e  un camion ci passau di supra che non lo visti. Sua madre pigghiau u so postu nella fabbrica e ce la fici lo stesso a crescere a lei e al fratello ma poi però accuminciano altri vai che a quello su puttano al collegio visto che spacciava davanti alla scola e quella addivintau troppu bedda per non attirare vespe muscuni e suggi di tutte letà e di tutti i generi.
Paoletta pareva non capirla questa cosa. Come a tutti quelli che il loro talento è un rialo del cielo e non celhanno la coscienza della fatica. Dellimpegno. Lei continuava a crisciri come a un ciuri di campo e sua madre non poteva starici dietro sempre che lei ciaveva il suo tormento con la giustizia e lavvocati. Accussì a nicuzza continuava a stari fora in giro e a nesciri dalla porta mezza a nura che a tutto il quartiere ci acchianavano le calorie quannu passava.
"Marrizzettu! Marrizzettu! Non nesciu chiù di sta casa" sintii di nuovo. Poi invece dal balcone a visti ca ieva a ghittari la spazzatura. Il sole era già malato che lestate ormai stava passando ma ancora però quel porco ciaveva la forza di accarezzarla a quella carusidda. Iu agghiuttii sulu a saliva.

Fonte immagine:  “Getting dark already. I love #Fall.” by Rach is licensed under CC BY 2.0

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