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25/11/08

occhi

Cè in certi occhi come una amarizza che può fare paura. Una luce che ti proibisce quasi di taliari. Come una scoccia di nuci frisca che per toglierla ti devi alluddari le dita se vuoi arrivare al dolce. Come un muro che se tinteressa scoprire il giardino lo devi superari.
Altri invece cianno il ridolino addosso e pensi che ci facissi un viaggio volentieri con quelli che
li portano oppure una serata tranquilla. Una di quelle in cui il vino è compagno e amico e cè tanto tempo per scherzare e parrari.
Macari il sesso cunta e alcune fimmine cianno scritti i loro desideri addosso e uno ci fantastica sopra mentre come un mulo furia cieco la ruota del mulino. E questa cosa che cè nei loro occhi non è la stessa dei masculi pecchè macari casù i stissi pinseri questi nelle donne non cianno proprio cummogghiu. Sù sfacciati. Epperò mai volgari.
Per letà invece è diverso. Nei picciriddi è più difficile sapere. Il bene e il male e il desiderio e lodio e la vendetta e la noia passano velociveloci come treni alle stazioni di paese e non sai mai quello che si fermerà e per quale motivo. Nei vecchi invece sembra che per queste cose non ci sono confini. Forse pecchè loro ci passano ogni giorno in mezzo a quelle dogane anche se non te lo fanno immaginare.
Sù diversi locchi. E se li chiudi puoi moriri o macari sugnari.

5 commenti:

  1. eggià! vorrei ritornare bambina veloceveloce...
    che i miei occhi sono troppo fissi e mai chiusi ;P

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  2. Bello!!!
    Emozionante descrizione,
    poetica "visione"...
    Complimenti :)

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  3. @ Hanna, anch'io :-)

    @ Gaz, rileggendo lo avrei ulteriormente rivisto (magari tra qualche anno), grazie comunque :-)

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