Ora che è semplici farisi un viaggio ora che ci sono i mezzi mi capita o spissu qualcuno che mi dice domani sono qua e dopodomani sono lì o che nesci fora con quaccosa tipo "a fine mese mi fazzu un uichends che ne approfitto che cera unofferta incredibile". E tra questi cè chi se la spacchia e chi ietta la cosa così per vedere leffetto che provoca oppure macari quello che fa la faccia di uno che è costretto e invece farebbe altro. E poi cè ancora chi parra sottovoce come se a dirle queste cose a morti buttana ci putissi fari u malocchiu a quel viaggio e chi invece è felice di farisi sentiri da tutto il vicinato.
Io però non cè le chiedo mai queste notizie che se vogliono me le dicono loro. Come sempre. Ascutu. E poi ci faccio un sorriso e auguro a tutti un buon viaggio e ci dico di addivittirisi e secondo le persone altre minchiate di quelle ca si riciunu sempri in questi casi.
Io da anni i miei viaggi lho imparati a fare belli comodi e viru sempri cosi novi e canusciu genti e maddivettu macari.
Io destate quando parto tutto inizia la matina ca mi susu prestu che cè ancora friscu e la luna pari fari per qualche ora dispetto o suli. Il tempo di un cafè e di una sigaretta e mi pigghiu il primo autobussu che mi porta al centro. E' la prima tappa.
Dietro o Futtinu cè un negozio ca ci spatti a merce a tutti i gilatari della zona ma su ci vai presto ti puoi assittari ca ci misunu i tavolini nel retrobottega e supra u muru del cortile in mezzo alle scatole di cartone e alle confezioni acculurati ci crisci un gelsomino meraviglioso che u sulu ciauru ti fa rinascere. Io lì mi pigghio la mia granita e le briosce caure che mi sono fatto dare al panificio che cè vicino alla fermata e aspetto. A picca a picca arrivanu tutti con i loro furgoncini e le pentole di alluminio per la ghiaccera e ognunu mentre aspetta ci capita di cuntari un particolare della sua strada. Certo a maggior parte sono notizie di corna e di fimmini meravigliose. Cose mai visti riciunu tutti. Ma non ci mancunu autri curiosità: chiddu ca mossi, i nuovi arrivati, lultima corsa di cavaddi a Barrera. Appena finisciu marritiru prima che arriva u cauru forti e dentro la mia casuzza chiuru tuttu o scuru ma con le finestre aperte per fare entrare laria e mi mettu con la sdraio arreri alla porta dingresso socchiusa. A quellora dalle scale acchiana un venticello che mette i brividi. E questa è la seconda tappa.
Ne approfitto per farimi i film nella testa e immaginare tutte le cose che sento e entrare in quelle che vedo. Certe volte capita che quanto dopo pranzo sposto la sdraio e mi occuccu vicino al balcone queste cose mi vengono a trovare nei sogni e allora parunu ancora chiù vere. Il mare limpido. I muntagni con la nivi. Le navi grandi come a paesi che ci vulissi una vita a girarle tutte. In genere marrusbigghiu tannicchia suratu e certi voti con qualche strana vogghia anche se con letà questo capita sempre meno spesso. E il momento di una doccia e di una birra macari che unu na vicchiania non si dovrebbe fare mancari mai nenti.
Quannu u suli scumpari è ora di assittarisi o balcuni e questo è il terzo momento. Quello del ritorno. A genti parti parti ma la maggioranza appoi è sempri ca e io tra una sigaretta e unaltra mi posso sentire le loro vuci e vedere lontano qualche aereo o qualche nave che passa e sapere le novità del mondo megghiu che davanti alla televisione e parrari di tuttu su capita e di nenti se non ce ne vogghia e ridere di quacche minchiata e scherzare e fari u fissa.
Io ci penso alli voti a farimi una gita come a quelle di tutti ma poi penso che è più bello quannu ci parlo a qualcunu dei viaggi degli altri comu su fussiru i miei e ce li descrivo e ce li faccio immaginare e sognare macari.
Io ci penso alli voti ma sono sicuro che poi tornando io quei viaggi ne sapissi chiù cuntari.
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