giovedì, aprile 23, 2020

[Alfredo] epifanie

Lui cammina quasi saltellando, ha un sorriso aperto e un maglione leggero a fare primavera.
Lei, jeans e camicia, ha mani in tasca a stringersi e capelli lunghi a coprirsi.
Alfredo li vede avanzare con una lentezza che è solo un rimandare.
Ognuno di loro su un lato della  strada, si guardano come chi parla senza interruzioni in un silenzio che è solo un incanto.
Proseguono così fino a sparire alla sua vista e nessun rumore li accompagna: come se la stessa strada avesse deciso di non distrarli, come se tutti gli abitanti avessero capito, come se l'amore fosse ancora una volta possibile. Non può fare a meno di immaginare Alfredo, non può fare a meno di pensare a quell'incontro.

Tutt'attorno è grigio.
L'auto scivola rumorosamente sull'autostrada, fatica a ubbidire alla velocità impostale e avvisa, rantola, muove con malumore le spazzole sul vetro semiappannato. Ogni tanto uno zig zag imprevisto: un camion che a sorpresa tenta un agile sorpasso, i lampi insistenti del cafone di turno.
Tra fugaci parole fingono di dimenticare la destinazione, la meta. E' come un patto segreto quello che  vieta loro di parlare, come uno di quei giochi in cui a vincere è l'omissione, il silenzio. Non è possibile però sfuggire all'imbarazzo, a quel dubbio che ancora li segue, e allora le mani si fanno più timide, gli sguardi tardano a incrociarsi, i baci si nascondono in attesa di altre occasioni.
Inutile negarlo, la mente, il corpo sono solo già lì, nell'odiata, cercata, costrizione.

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La stanza degli specchi non rapirà mai Alice,
la stanza degli specchi ha una nuova cicatrice,
la stanza degli specchi vorrebbe soltanto essere felice.

E' dunque un perimetro quello che vedo,
di un volto, di un corpo e
mi muovo in attesa e poi voci
e un bacio che sento
lontano, una porta si apre. La bocca,
le cosce, il lieve ansimare
che parla d'amore, no
non si potrà rubare,
non si potrà mentire,
su ciò che si doveva fare,
su ciò che è necessario,
indispensabile,
dire.

La stanza degli specchi è solo un'invenzione,
la stanza degli specchi ci darà l'assoluzione,
la stanza degli specchi è la nostra emozione.

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Oltre la soglia i corpi tornano ad esigere carezze, a distillare provocazione.
E' la fine di una prova e di quella i baci conservano l'alcolico sapore.
Piove ancora, così sembra, così pare, e dentro l'auto pure, piovono parole: disordinate come tra amici, nude come tra amanti, vere soprattutto, vere, come vuole l'amore.

4 commenti:

  1. L'ho riletto molte volte per replicare la bella sensazione che mi ha trasmesso. Un concentrato di freschezza e vitalità

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  2. Voleva essere un fotogramma... :)

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  3. Secondo me tu scrivi pericolosamente bene. Sei uno scrittore di livello. Altro che blog. Di cui comunque ti ringrazio. Ciao

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