"La poesia è scritta da qualcuno che non è lo scrittore a qualcuno che non è il lettore" - Paul Valéry -
05/09/09
04/07/09
Il grande Altro
Il topico della tolleranza multiculturalista esclude una serie di domande che non vengono più poste. Il multiculturalismo cambia impercettibilmente le questioni, le depoliticizza, trasforma le lotte politiche in problemi di tolleranza culturale. Come dire: siamo razzisti perché non riusciamo a tollerare la diversità degli altri e li odiamo perché non sappiamo confrontarci con la diversità che è dentro di noi. La soluzione multiculturale è quella di intraprendere un "self discovery voyage": questa è depoliticizzazione. Oggi tolleranza equivale al diritto di narrazione. E' una sorta di darwinismo sociale, ogni minoranza - gay, lesbiche... - ha il diritto di raccontare la propria storia, ma la questione della verità resta sospesa. Se reclami il diritto di dire la verità sei accusato di logocentrismo. Mi oppongo a certa etica tollerante e liberale, basata sulla depoliticizzazione. Deploro che il multiculturalismo non riesca ad essere più radicale. Quando capisco se ho buone relazioni con un membro di un altro gruppo etnico? Quando si rompono le barriere. Certo non quando tratto l'altro con rispetto, ma quando iniziamo a raccontarci storielle sporche. La versione standard della tolleranza multiculturalista è segretamente razzista.
02/07/09
Contro il ritorno delle leggi razziali in Italia
Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una straordinaria influenza sulla intera società europea, dal Rinascimento italiano al fascismo.
Non sempre sono state però conosciute in tempo.
In questo momento c’è una grande attenzione sui giornali europei per alcuni aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, però, un dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si riuscirà ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell’Europa e di far arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero.
Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l’adozione di norme discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si vedevano dai tempi delle leggi razziali.
È stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non più gli ebrei bensì la popolazione degli immigrati irregolari, che conta centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti.
Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalità, l’esercizio di un diritto fondamentale quale è quello di contrarre matrimonio senza vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani.
Con una norma ancora più lesiva della dignità e della stessa qualità umana, è stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in condizioni di irregolarità amministrativa, di riconoscere i figli da loro stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere irregolari diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri e messi nelle mani dello Stato.
Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei loro figli, né le costringevano all’aborto per evitare la confisca dei loro bambini da parte dello Stato.
Non ci rivolgeremmo all’opinione pubblica europea se la gravità di queste misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune umanità. L’Europa non può ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi internazionali e i principi garantisti e di civiltà giuridica su cui si basa la stessa costruzione politica europea.
È interesse e onore di tutti noi europei che ciò non accada.
La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che viene dall’Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa.
A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la propria opposizione.
Roma, 29 giugno 2009
Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame, Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio
11/05/09
Il blog di Piero Vereni: Gli utili idioti dello stato nazionale
Seguo pochissimo le notizie politiche in questo periodo, quindi non so bene quale possa essere stata la reazione alla dichiarazione di Berlusconi secondo cui il PdL non vuole che l’Italia “diventi un paese multietnico”, e mi auguro che oltre alla Chiesa anche qualche altro soggetto di buon senso abbia saputo dire qualcosa.
Sono convinto che il Premier stia facendo campagna elettorale in un contesto dominato dal razzismo vergognoso della Lega (vera minaccia alla democrazia italiana ben più di qualunque berlusconismo o rigurgito neofascista), ma le cose che ha detto sono estremamente gravi.
Come antropologo, sono ovviamente colpito dall’uso del termine “multietnico”, che è molto più ambiguo di “multiculturale”. Quest’ultimo rimanda infatti a una differenza di pratiche (lingua, religione, usanze, valori, tradizioni) mentre multi-etnico sembra indicare una serie di differenze para-razziali e quindi “oggettive”, come sa chiunque abbia studiato un poco la storia del termine etnia. Il modo migliore per contrastare la posizione di Berlusconi è quello di fargli capire che la sua dichiarazione non solo mette al margine del sistema paese i diversi milioni di stranieri residenti regolarmente che in Italia lavorano e pagano le tasse, ma colpisce al cuore l’identità italiana, che nasce dal faticosissimo incontro tra molteplici diversità. L’affermazione che il suo partito non vuole un paese multietnico implica per pure ragioni logiche che ne voglia invece uno monoetnico, ed è questo il punto terribile della sua affermazione.
Se l’attuale Presidente del Consiglio vuole un paese monoetnico, deve spiegare ai suoi cittadini cosa intende fare della varietà etnica che esiste in questo paese da molto prima che arrivassero i Romeni a rubarci il lavoro e le donne. Cosa ne farà dei moltissimi cittadini italiani che si professano ebrei, tirolesi, sloveni, occitani, ladini, cimbri, arbresh, grecani, sardi, walser, roma, e tutti quelli per cui l’essere italiani coincide con una specificità locale sentita come importante, per non parlare di “razza piave”, “lumbard” e “padani”? Se già l’antropologia ottocentesca aveva individuato la frattura tra “il ceppo gallico” e “il ceppo italico”, dovremo spazzare via il Nord Italia perché etnicamente impuro e inevitabilmente multietnico? E dato che il Sud è stato per lunghissimi secoli un territorio in cui i greci si erano sovrapposti alle popolazioni autoctone per lasciare campo agli arabi che lo controllarono per quattro secoli (pensateci, quattro secoli) per cedere poi a nuovi conquistatori, che farà il presidente del Consiglio? Girerà con il kit genetico per tutta l’Italia proponendo l’espulsione di persone come la mia compagna, che è di famiglia sicula – quindi già imbastardita dai greci – ma rossa con gli occhi verdi (chiaro segno del dominio normanno, e i normanni erano scandinavi alquanto proclivi alla multietnicità) oppure di chi, come me, è nato in Veneto ma con un nonno palermitano che di cognome faceva Vadalà, di chiara origine araba? Noi che non siamo monoetnici che fine faremo? Verremo espulsi? Sterminati nei campi di concentramento? Ci verrà apposto un marchio con cui i veri Italiani potranno riconoscerci e stare alla larga da noi?
Il giochino che Berlusconi ha messo in campo per tenere il passo dei neorazzisti leghisti dovrebbe farlo seriamente riflettere sulle conseguenze di certe pagliacciate da campagna elettorale. Spacciare l’idea che il nostro paese voglia “non essere multietnico” è una scemenza senza senso dal punto di vista scientifico, ma gettata in politica legittima le pulizie etniche: lo sfacelo jugoslavo è nato proprio da deliri di questo tipo. Deliri che servono solo a quella vecchia istituzione, lo stato nazionale, che in un’epoca di globalizzazione economica (e conseguente globalizzazione della crisi) non sa più che pesci pigliare per legittimarsi di fronte ai suoi cittadini, e preme il pedale sull’acceleratore della “sicurezza”, utilizzando la “purezza etnica” come combustibile di un viaggio che, se non si cambia rotta, non sarà certo a lieto fine.
Paradossale che tutto questo, vale dire la difesa della purezza nazionale, si compia per bocca di un industrialotto (a cui dell’Italia non frega ovviamente nulla di nulla) che deve difendere il suo potere dagli assalti di una banda di ignoranti livorosi che hanno fatto successo per anni parlando di razzismo antimeridionale (io non dimentico i “Forza Etna” e i “Fora i teroni dal Veneto” che hanno lordato per anni le strade dove sono cresciuto) o di secessione del Nord e che sputavano sul tricolore italiano dichiarandosi “padani”. Insomma, la difesa dell’italiche sponde e della loro nobile e pura stirpe è stata demandata a cinici politicanti e vergognosi anti-italiani: l’astuzia della scelleratezza ha ormai preso il posto dell’astuzia della ragione.
Il blog di Piero Vereni: Gli utili idioti dello stato nazionale
14/02/09
Gli Incitatus e il razzismo
Sono passati pochi giorni dal 27 gennaio, "Giorno della Memoria", istituito con una legge del 2000: "al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei". In occasione del Giorno della Memoria, la legge richiede che siano organizzate iniziative ed incontri, in modo particolare nelle scuole: "in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia, affinché simili eventi non possano mai più accadere".
Malgrado il giorno della memoria, noi rimaniamo un popolo di smemorati, tanto da non renderci conto che le leggi razziali sono tornate.
Sono tornate in pompa magna, con tanto di deliberazione parlamentare ed è tornato lo stesso linguaggio di discriminazione (fino all'eccitazione all'odio razziale) da parte dei capi politici che additano i gruppi sociali più deboli (immigrati, Rom, senza casa) come capro espiatorio del crescente disagio sociale.
Dall'avvento del nuovo Governo, i semi delle leggi razziali sono stati distribuiti un po' dovunque nelle pieghe della legislazione e dei provvedimenti governativi (per esempio la schedatura dei bambini Rom), ma con la legge che approva, al Senato, la seconda parte del pacchetto sicurezza, non sono soltanto i semi della discriminazione verso i gruppi sociali più deboli che vengono diffusi nell'ordinamento, sono gli stessi specifici istituti previsti dalle leggi razziali del ‘38 ad essere riesumati. È cambiato soltanto l'oggetto della discriminazione.
Con il Regio decreto legge del 17 novembre 1938 (provvedimenti per la difesa della razza italiana) furono introdotte nell'ordinamento una serie di misure persecutorie, la prima della quali consisteva nel divieto dei matrimoni misti (art. 1 "il matrimonio del cittadino italiano di razza ariana con persona appartenente ad altra razza è proibito").
Adesso è tornato lo stesso divieto. Il disegno di legge sulla sicurezza votato dal Senato, prevede (art. 39, comma 1, lett. f) e art. 5) l'impossibilità giuridica per gli stranieri, che non siano titolari di un permesso di soggiorno in corso di validità, di contrarre matrimonio. Il che significa che, sia pure in modo mascherato, è stato reintrodotto nel nostro ordinamento il divieto dei matrimoni misti (fra cittadini italiani e cittadini extracomunitari in condizione di irregolarità amministrativa).
Nel luglio del 1938 fu istituita presso il Ministero dell'Interno la Direzione generale per la Demografia e la Razza (Demorazza), con il compito di provvedere al censimento della popolazione ebraica presente in Italia, e quindi di mantenere ed aggiornare un registro degli ebrei.
Adesso è ritornato lo stesso istituto, rivolto ad una speciale categoria di soggetti deboli: l'art. 44 del disegno di legge sulla sicurezza prevede l'istituzione presso il Ministero dell'Interno di un registro dei senza casa.
Ma a cosa serve un registro dei clochard? La storia ci insegna che il registro degli ebrei fu molto utile alla SS, che trovarono gli elenchi già pronti. Forse un domani il registro dei clochard potrebbe tornare utile alle ronde che la stesso provvedimento di legge istituisce (art. 46) per contribuire al presidio del territorio. Magari potrebbero utilizzarlo per bonificare il territorio.
Ma la fantasia dei legislatori leghisti del nostro tempo si è spinta anche oltre gli istituti previsti dalle leggi razziali.
Infatti il fascismo aveva consentito ai genitori di razza ebraica di conservare la patria potestà sui figli, prevedendo che potessero perderla soltanto in un'ipotesi inverosimile, vale a dire nel caso che, qualora i figli appartenessero a religione diversa da quella ebraica, i genitori pretendessero di impartire loro una educazione non corrispondete ai principi religiosi dei figli o "ai fini nazionali" (art. 11 del Regio decreto 17 novembre 1938).
Con la nuova legislazione gli appartenenti alla razza degli immigrati extracomunitari, non dotati di titolo di soggiorno, non possono compiere atti di stato civile. Questo significa che una donna che partorisce, non potrà riconoscere il proprio figlio naturale, che nascerà come figlio di nessuno, e quindi verrà tolto alla madre naturale ed affidato ad un istituto.
Per fortuna la difesa della famiglia è al primo posto nell'agenda politica di questa maggioranza, clericale e timorata di Dio, altrimenti chissà cos'altro avremmo dovuto aspettarci.
Del resto non dobbiamo preoccuparci più di tanto, i nostri leaders politici sono contrarissimi alle leggi razziali (del fascismo): abbiamo dimenticato i viaggi di Veltroni ad Auschwitz?
Fonte immagine IL MANIFESTO: http://www.ilmanifesto.it
06/02/09
SECONDA DICHIARAZIONE DI DISOBBEDIENZA da etnie.org
Dopo l’approvazione del decreto di legge al Senato, ed in particolare dell’emendamento della Lega Nord che cancella la norma per cui il medico non deve denunciare lo straniero che si rivolge a strutture sanitarie pubbliche, oggi, in qualità di medico, ribadisco la mia “Dichiarazione di Disobbedienza”, già rilasciata in data 13 novembre 2008 e aggiornata in questa:La discriminazione ormai è all’ordine del giorno e nulla sembra più fermare questi barbari col fazzoletto verde. La Costituzione, che sancisce l’uguaglianza di tutti i cittadini, e la Dichiarazione dei diritti dell’Uomo, che celebra l’uguaglianza di tutti gli esseri umani, sono documenti senza alcun significato per questi razzisti colmi d’odio e di paura, che ogni giorno siedono con le loro grasse natiche e le loro pance piene sui seggi del Parlamento italiano.
Ormai è diventato totalmente inutile anche lo stesso spiegare l’assurdità di proposte sempre più offensive per il genere umano e sempre più adatte ad un vero e proprio regime dittatoriale.
Ormai è giunto il momento della nonviolenza attiva; ormai è arrivato il momento della disobbedienza civile.
Io, in qualità di medico, disobbedirò, se verrà approvato anche alla Camera dei Deputati, al provvedimento che dovrebbe spingermi a segnalare i migranti irregolari che avranno eventualmente bisogno delle mie cure.
In qualità di medico rivendico la mia fedeltà al giuramento di Ippocrate che, tra l’altro, recita:
Consapevole dell’importanza e della solennità dell’atto che compio e dell’impegno che assumo, giuro:
- di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento;
- di attenermi alla mia attività ai principi etici della solidarietà umana, contro i quali, nel rispetto della vita e della persona, non utilizzerò mai le mie conoscenze;
- di curare tutti i miei pazienti con eguale scrupolo e impegno indipendentemente dai sentimenti che essi mi ispirano e prescindendo da ogni differenza di razza, religione, nazionalità condizione sociale e ideologia politica;
- di osservare il segreto su tutto ciò che mi è confidato, che vedo o che ho veduto, inteso o intuito nell’esercizio della mia professione o in ragione del mio stato.
Infine, essendo, oltre che medico, umanista, m’impegno a lottare con tutti i mezzi nonviolenti a mia disposizione affinché venga cancellato questo vergognoso “pacchetto sicurezza” e tutti gli emendamenti dall’inconfondibile sapore razzista ad esso collegati, nonché tutte le leggi razziste a partire dalla legge Bossi-Fini.
Roma, 5 gennaio 2009
Carlo Olivieri
medico umanista
Fonte: SECONDA DICHIARAZIONE DI DISOBBEDIENZA da etnie.org
16/10/08
Camera dei Deputati. MOZIONE 1/00033: Variazioni sul tema
a rivedere il sistema di accesso degli studenti stranieri alla scuola di ogni ordine e grado, autorizzando il loro ingresso previo superamento di test e specifiche prove di valutazione;
a istituire classi ponte, che consentano agli studenti stranieri che non superano le prove e i test sopra menzionati di frequentare corsi di apprendimento della lingua italiana, propedeutiche all'ingresso degli studenti stranieri nelle classi permanenti;
a rivedere il sistema di accesso degli studenti diversamente abili alla scuola di ogni ordine e grado, autorizzando il loro ingresso previo superamento di test e specifiche prove di valutazione;
a istituire classi ponte, che consentano agli studenti diversamente abili che non superano le prove e i test sopra menzionati di frequentare corsi di apprendimento delle Materie Curriculari, propedeutiche all'ingresso degli studenti diversamente abili nelle classi permanenti;
a rivedere il sistema di accesso degli studenti con disturbi comportamentali alla scuola di ogni ordine e grado, autorizzando il loro ingresso previo superamento di test e specifiche prove di valutazione;
a istituire classi ponte, che consentano agli studenti con disturbi comportamentali che non superano le prove e i test sopra menzionati di frequentare corsi di apprendimento della Condotta Scolastica, propedeutiche all'ingresso degli studenti con disturbi comportamentali nelle classi permanenti;
a rivedere il sistema di accesso degli studenti provenienti da famiglie economicamente disagiate alla scuola di ogni ordine e grado, autorizzando il loro ingresso previo superamento di test e specifiche prove di valutazione;
a istituire classi ponte, che consentano agli studenti provenienti da famiglie economicamente disagiate che non superano le prove e i test sopra menzionati di frequentare corsi di apprendimento di ogni Disciplina, propedeutiche all'ingresso degli studenti provenienti da famiglie economicamente disagiate nelle classi permanenti;
a rivedere il sistema di accesso degli studenti provenienti da famiglie apertamente ostili al governo in carica alla scuola di ogni ordine e grado, autorizzando il loro ingresso previo superamento di test e specifiche prove di valutazione;
a istituire classi ponte, che consentano agli studenti provenienti da famiglie apertamente ostili al governo in carica che non superano le prove e i test sopra menzionati di frequentare corsi di apprendimento della Storia della Nazione, propedeutiche all'ingresso degli studenti provenienti da famiglie apertamente ostili al governo in carica nelle classi permanenti;
20/09/08
Controllori e Controllati
Come già ufficializzato da qualche giorno, il Comitato per le Libertà Civili (LIBE) del Parlamento europeo ha deciso di inviare una delegazione a Roma, dal 18 al 20 settembre, per verificare la condizione dei Rom in Italia. Oggi è stato reso noto il programma delle tre giornate e la lista degli incaricati dell'ispezione. I nomi degli eurodeputati che faranno parte della delegazione ha destato incredulità da parte degli attivisti per i Diritti Umani. "Questa delegazione è una presa in giro e non rappresenta di certo l'Unione europea," commentano i leader del Gruppo EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, "perché è composta per la maggior parte da eurodeputati italiani. Su 20 membri che visiteranno i campi Rom e incontreranno il ministro dell'Interno, membri del parlamento italiano e leader di Ong, fra le quali noi del Gruppo EveryOne, ben 13 sono italiani. Ma non è tutto, perché fanno parte della delegazione che ha il compito di giudicare il grado di razzismo nei confronti dei Rom politici di estrema destra, come il capo di Forza Nuova Roberto Fiore e Luca Romagnoli, l'uomo che ha chiesto a gran voce l'esame del DNA per i bambini Rom e che ha formulato la proposta di deportare tutti i 'nomadi' - ladri e rapinatori, secondo lui - fuori dall'Italia". Il Gruppo EveryOne ha inviato un messaggio di protesta nei confronti del Comitato per le Libertà Civili del Parlamento europeo. "E' una protesta formale che inviamo alle Istituzioni europee, manifestando la più grande preoccupazione verso una scelta che non può essere condivisa da nessun uomo che si batte per i diritti delle minoranze. Oltre a Fiore e Romagnoli, il Parlamento europeo affida l'indagine sull'antiziganismo in Italia a Mario Borghezio, nemico giurato del popolo Rom e propugnatore del testo razzista intitolato "Preghiera dello Zingaro". Quindi, Roberta Angelilli di Alleanza Nazionale, paladina di una crociata contro i genitori Rom, 'sfruttatori di bambini', a suo dire. Si prosegue con Elisabetta Gardini, la cui avversione per i Rom è tanto forte da averla indotta a una posizione di critica violenta contro Famiglia Cristiana, definita 'cattocomunista' dopo i suoi editoriali che invitavano gli italiani a riscoprire la tolleranza. E ancora, con Stefano Zappalà, convinto sostenitore del rilievo delle impronte digitali dei bambini Rom. La delegazione che visiterà il 'Casilino 900' e il campo 'Salone' di Roma non sarà certo obiettiva, ma, al contrario, rappresenta pienamente la destra italiana della 'tolleranza zero' e non basta la presenza di uomini che si battono per i Diritti Umani, come Viktoria Mohacsi o Claudio Fava, per ritenerla un organo rappresentativo dell'Unione europea. Ecco perché esprimiamo delusione e indignazione nei confronti della Commissione Libertà Civili del Parlamento europeo, oltre al sospetto che siano stati stipulati accordi politici svendendo la pelle dei Rom, che da secoli sono vittime di perversi giochi di potere".
Fonti: Antifascismo militante; Gruppo EveryOne ; Articolo 21
12/09/08
Jona
Amato è da qualche mese che mi pari sempre più incazzato. Addivintau raro che scherza e quando succede dura poco. Io pensavo che la colpa era di so mugghieri che sinniiu a passare le ferie al mare dai parenti e u lassau sulu ma quando sono andato a trovarlo ho scoperto che non era accussì.
Amato è tannicchia pazzu sì però è gentile e qualche birra ci nesci sempri ad andarlo a trovare.
"Assettiti Totò. Chi ti offro?" mi chiese. Ma era una dumanda tanto per dire che le bottiglie erano già sul tavolo.
Ne pigghiai una e cià fici viriri prima dappizzarici a ucca e lui mi seguì contento.
"Chi ni pensi Totò?"
"Chi ni pensi?! E di cosa?"
"Dellitalia Totò! DellItalia"
"E che cosa devo pensare? Semu ca. Chivvoi riri?"
Cangiau facci Agatino. Accuminciau a fari vuci e a dirimi cose con parole difficili ma che dentro cenerano altre come democrazia e giustizia o resistenza e lavoro.
Non lo sapevo che Amato era comunista. Pecchè lo so che queste sono le parole dei comunisti.
Finita la sfuriata mi pigghiau per un braccio e mi portò davanti al televisore. "Aspetta" mi rissi.
Subito misi un disco e fici partiri un film. Non sapevo che fare. Da un lato ero curioso ma dallaltro accuminciava a farimi paura quel cristiano e comunque decisi di seguirlo per un poco nella sua pazzia.
Le prime immagini erano di una bella città."Si chiama Amsterdam" mi spiegò Amato che quelle furono le uniche parole che disse. Io visti che cerano tanti canali e belle case e anche la voce del bambino che iniziava a raccontare la sua storia era daccordo con me. Jona si chiamava come nel titolo del filmi. Io non lo so se tutto quello che ho visto è vero come c'è scritto alla fine però debbo dire che tante cose mi pari ora di averle più chiare in questa testa di cippu.
C'è un punto che Jona dice che i grandi sono strani perchè certe volte riescono a ridere e a piangere contemporaneamente e un altro dove invece guarda un carusazzu che a tutti i costi ci vuoli fari soprusi. Cè la gente che lo aiuta e quella che non lo vede nemmeno e che se non lo vede è meglio per lui.
Io Jona lho capito subito che era un ebreo ma non credo che questa è la cosa più importante pecchè Jona non è lui. Insomma questo picciriddo è tutta la sua famigghia e questa può essere la mia o quella di Agatino o di un marocchino anche o di uno zingaro. Dallaltro lato invece cè solo gente che urla. Che grida come quando arrivano per portare Jona nel campo e lui riesce a portarsi via solo il suo pupazzo. O che ti fa le riprese e pensa che tutti questi insetti sono uguali e che bisogna solo schiacciarli e per loro non c'è diritto neanche ad una educazione. A una scuola.
Poi cè il campo. Quello dove si sta per vivere. Per mangiare. Per sperare. Il campo dove fare l'amore se uno ci riesce vuol dire anche esistere.
A mia mi passi che quel campo tannicchia ci assomiglia a questo mondo anche se qua forse ancora i picciriddi ci possono fare marameo alla polizia e il mangiare ancora non manca. Per il resto ci hanno insignato a stari cuntenti di travagghiari per un tozzo di pane e a ringraziare i nostri padroni e a farci punire se non facciamo le cose bene.
Si cresce in fretta nel campo e la morte diventa come la vita. E la vita come la morte.
Io non lo so se tutto quello che ho visto è vero come c'è scritto alla fine del film ma la cattiveria può venire anche dal tuo fratello e la bontà dal tuo nemico pecchè questo sono gli uomini e un maiale scannato non ha razza.
Amato non aveva più detto niente dallinizio. Alla fine però mi mostrò tre foto. In una cera un niura abbiata nterra dentro al carcere.
In unaltra invece una scritta diceva: "Immigrati clandestini: Torturali!".
Nellultima poi cerano due facce e io li ho riconosciuti che avevano la stessa funcia.
14/08/08
26/07/08
06/07/08
Porrajmos
UFFICIO SCOLASTICO PROVINCIALE DI MILANO
Formazione - Politiche giovanili e Sostegno alla persona
Prot. n. 3058
Milano, 11 Giugno 2007
Ai Dirigenti Scolastici
delle Scuole di Milano e provincia
Loro Sedi
Oggetto: rilevazione alunni ROM SINTI.
Si informano le SS.LL. che l’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia ha promosso l’approfondimento della sezione delle ricerca sugli insediamenti delle famiglie rom e sinte in alcune città della Lombardia, con particolare riguardo agli aspetti educativi che coinvolgono i minori rom e sinti.
A tale scopo - come sottolinea la lettera, prot. 11897 del 4/6/07 inviata dall’USRL a questo Ufficio- viene proposta la rilevazione in oggetto che ha come finalità una raccolta di dati quantitativi e qualitativi che permettano di leggere i seguenti aspetti:
Caratteristiche dell’alunno
Qualità della presenza in Italia
Situazione abitativa di provenienza
Iter scolastico pregresso
Modalità inserimento nella classe
Tipo di strutturazione delle scuole per accoglienza, inserimento, apprendimento
Livello di frequenza/ motivazione del minore nomade
Esiti scolastici
Rapporti con la famiglia
La tabulazione dei dati, che le SS.LL. vorranno cortesemente inviarci compilando l’allegata scheda, permetteranno non solo di avere un quadro dettagliato della realtà nelle scuole della nostra provincia , ma anche di utilizzare tali dati per una sempre migliore programmazione dell’offerta formativa sia della scuola sia di altri soggetti istituzionali e non, che sono interessati dalla problematica dell’inserimento sociale e scolastico dei minori “nomadi”.
Si invitano , pertanto, le SS.LL. a far pervenire entro il 6 Luglio 2007 le schede contenenti i dati relativi ai propri alunni rom e sinti, inviandole all’indirizzo e mail intercultura.csa.mi@tiscali.it alla cortese attenzione della Prof.ssa R.Spadaro, oppure tramite consegna a mano, che dal 20 Giugno 2007, data prevista per il trasloco, dovrà essere indirizzata a USP di Milano , Via Ripamonti 89 , piano 6° Area Intercultura Successo Formativo.
Si ringrazia per la loro cortese collaborazione e si porgono distinti saluti.
F.to Il Dirigente
Antonio Zenga
Su:
www.milano.istruzione.lombardia.it
La scheda in allegato comprende le seguenti voci:
Denominazione scuola
Sigla Alunno
Età
Sesso
Indicare se l’alunno è Nomade italiano o straniero
Stato in cui è nato
Se straniero, anno di arrivo in Italia
Gruppo nomade di appartenenza (Es. Sinti , Rom , Abruzzesi….)
Luogo di Abitazione (Campo, Appartamento, ….)
Anno di arrivo nell’attuale scuola
Classe in cui è inserito
GRADO di scuola frequentata
Inserimento in classi inferiori all’età (n. anni di ritardo)
Inizio frequenza scolastica: se a settembre o in corso d’anno
Tipo di frequenza (regolare, saltuaria, a periodi alterni )
Proveniente da quale scuola: la stessa, altra italiana , altra straniera
Percorso scolastico pregresso: materna, elementare, media (indicare se in Italia o estero)
Livello conoscenza lingua italiana orale, scritta: nessuna, elementare , sufficiente,buona,…)
Esiti scolastici ottenuti Insuff. Scarsi Suff. Buoni
Programmazione didattica diversificata (per lingua italiana – per discipline…) se Sì Come:
Attività laboratoriali se Sì Quali,quando:
Attività di supporto con extrascuola se Sì Dove,chi:
Certificazione degli esiti: materiali di verifica “dedicati” se si Come, quali:
Rapporti con la famiglia: se si Come e perché:
Impiego di Mediatori Culturali: se Sì Quando:
Grazie al forum DIDAweb ed a Maurizio Pistone per la segnalazione.
Per il termine Porrajmos e per la foto è possibile consultare LibLab - Storia dello sterminio dei Rom
08/06/08
ME SIM ROM
Dalla mailing list dell ANED di Torino riproduciamo con il cortese consenso dell'autore; ma soprattutto con l'invito a seguirne collettivamente e individualmente l'esempio.
Anche perchè in questa Italia non c'è motivo di vergognarsi a essere schedato come Rom: molto di più ce n'è ad essere, che so, leghista.... fascista... Se dobbiamo dire chi davvero sono i nostri compatrioti, non c'è dubbio nella scelta.
Anche perchè l'abbiamo fatta tanto tempo fa, noi: quando a sinistra eravamo già des juifs allemands, gli attuali Tutori della Sicurezza facevano il saluto romano e scrivevano sui muri "Ebrei al forno". Ne hanno da imparare, poveretti ...
* * *
From: Sergio Franzese
Date: 2008/6/6
Subject: sono zingaro / me sim rom
Da oggi in poi il mio documento di cittadinanza italiana attesterà anche la mia condizione di "zingaro"…
Se la schedatura dei Rom si estenderà sul territorio italiano come è avvenuto oggi a Milano, dove rom cittadini italiani (tra cui ex deportati, figli e nipoti di internati morti ad Auschwitz-Birkenau) sono stati censiti e fotografati su base etnica, mi presenterò anche io in Prefettura chiedendo di essere schedato.E spero che allora saremo in molti pronti ad affermare di essere Rom …
Sergio Franzese
2) EVERYONE <- Fonte
3) ETNIE.ORG <- Fonte
Ciao a tutte/i
la campagna prosegue molto bene, con una buona risposta della gente.
La prossima settimana dopo altri 3 giorni in piazza Repubblica, iniziamo
anche il banchino itinerante, gireremo per le piazze di Firenze per fotografarvi tutti!
Potete vedere le foto fatte fino ad oggi su http://ilprossimosonoio.blogspot.com/
Quando ne avremo migliaia realizzeremo un mega collage in piazza Signoria.
Chiunque sia a conoscenza di iniziative che possono ospitarci e chi vuole iscriversi ad una mailing list in cui faremo
girare tutta l’informazione di base (non manipolata) può mandare la propria email a info@etnie.orgInvitiamo le associazioni che vogliono aderire alla campagna a contattarci e a mandarci al solito indirizzo il proprio link essere linkato al blog.
Ci vediamo Lunedì alle 16,00 in piazza Repubblica!
04/11/07
Ma di cosa si parla?
1.4 – LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE
Sono 6 milioni 743 mila, pari al 31,9% della classe di età considerata, le donne tra i 16 e i 70 anni che hanno subito almeno una violenza fisica o sessuale nel corso della vita . Tre milioni 961 mila donne, pari al 18,8%, sono state vittime di violenze fisiche, 5 milioni (il 23,7%) hanno subito violenze sessuali. Più in particolare, nell’ambito delle violenze sessuali, 482 mila donne sono state vittime di stupro e 703 mila di tentato stupro nel corso della loro vita. Complessivamente, circa 1 milione di donne (il 4,8%), quindi, ha subito stupri o tentati stupri.
Negli ultimi dodici mesi sono 1 milione 150 mila le donne che hanno subito violenza, pari al 5,4% delle donne dai 16 ai 70 anni. In particolare il 2,7% delle donne ha subito violenza fisica, il 3,5% violenza sessuale e lo 0,3% stupri o tentati stupri.
Spingere, strattonare, afferrare, storcere un braccio o tirare i capelli sono i comportamenti subiti dalla maggioranza delle vittime di violenza fisica (dal 56,7%); una quota quasi altrettanto elevata, il 52%, ha subito minacce di essere colpita, il 36,1% è stata schiaffeggiata, presa a calci, pugni o morsi, il 24,6% è stata colpita con oggetti. Appaiono, invece, meno diffuse alcune forme più gravi, comunque presenti, come l’uso o la minaccia di usare una pistola o il coltello (8,1%) o il tentativo di strangolamento, di soffocamento o di ustione (5,3%).
Tra le violenze sessuali, invece, sono le molestie fisiche sessuali a rappresentare la forma decisamente più frequente (per il 79,5% delle vittime di violenze sessuali), seguite dai rapporti sessuali non desiderati (19,0%), dai tentati stupri (14,0%), dagli stupri (9,6%) e dai rapporti sessuali vissuti dalla donna come degradanti ed umilianti (6,1%).
Le violenze fisiche sono state commesse dal partner nel 62,4% dei casi, le violenze sessuali, senza considerare la molestia, nel 68,3% dei casi e gli stupri nel 69,7% dei casi. I partner sono dunque responsabili della quota più elevata di tutte le forme di violenza fisica e delle forme più gravi di violenza sessuale.
Un milione 400 mila donne hanno subito violenza sessuale e fisica prima dei 16 anni in famiglia. Complessivamente, i parenti sono responsabili del 23,8% delle violenze sessuali subite prima dei 16 anni.
Due milioni 77 mila donne, il 18,8% delle donne che hanno avuto un partner in passato e che si sono separate da lui, al momento della separazione e/o dopo di essa hanno subito forme di stalking, cioè di persecuzione che le hanno particolarmente spaventate.
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6.3 - Gli stranieri che commettono reati
La quota di stranieri sul totale dei denunciati e degli arrestati per la gran parte dei reati è decisamente più alta rispetto all’incidenza della popolazione straniera nel nostro Paese (bisogna tener presente che in questa seconda quota mancano gli irregolari: questo sbilancia ulteriormente il confronto, ma non ne modifica il senso). E’ una sproporzione che ha origini antiche: nel 1988 la quota di stranieri sul totale dei denunciati per omicidio consumato era del 6%, contro una popolazione straniera residente in Italia dello 0,8%; dieci anni dopo i denunciati immigrati per omicidio salgono al 18%, contro l’1,7% degli stranieri in Italia; oggi, nel 2006, gli stranieri sono un denunciato per omicidio consumato su tre, contro una popolazione straniera del 5% circa.
Man mano che cresce la popolazione straniera, dunque, cresce anche la quota dei denunciati e arrestati stranieri sul totale dei denunciati e arrestati in Italia. Questo avviene con gli omicidi, ma anche con gli altri reati (per tutti gli altri reati, però, il cambiamento delle fonti di rilevazione rende il dato 2004-2006 difficilmente confrontabile con gli anni precedenti).
L’incidenza degli stranieri tra i denunciati, però, varia molto a seconda dei reati. Si va da incidenze basse, come il 3% per le rapine in banca o il 6% per quelle negli uffici postali, al poco meno del 70% che caratterizza i borseggi, ovvero quelli che la classificazione riportata definisce “furti con destrezza”. Tra questi due estremi, gli stranieri costituiscono il 51% dei denunciati per rapina in abitazione o furto in abitazione, il 45% dei denunciati per rapina in pubblica via, il 19% per le estorsioni e il 29% per le truffe e le frodi informatiche. Intorno ad un terzo dei denunciati troviamo gran parte dei reati violenti. La quota di stranieri qui va dal 39% dei denunciati per violenze sessuali al 36% per gli omicidi consumati e al 31% per quelli tentati, al 27% dei denunciati per il reato di lesioni dolose. Simili sono poi le percentuali di stranieri sul totale degli arrestati per alcuni reati predatori strumentali, come i furti di autovetture (38%) e gli scippi (29%).
E’ importante sottolineare che la netta maggioranza di questi reati viene commessa da stranieri irregolari, mentre quelli regolari hanno una delittuosità non molto dissimile dalla popolazione italiana. In particolare ve ne sono alcuni che vengono commessi quasi esclusivamente da irregolari ed altri, invece, che vengono in parte compiuti anche da regolari. Tra i primi vi sono i reati di furto con destrezza, furto di automobile, furto in appartamento. Tra i secondi vi sono gli omicidi consumati e gli omicidi tentati, il contrabbando, le estorsioni, le lesioni dolose, la violenza sessuale, lo sfruttamento della prostituzione.
Nel 2006 gli stranieri regolari sono stati il 6% del totale dei denunciati per furto con strappo, il 6% del totale dei denunciati per furto di autovetture, l’8% dei denunciati per furto con destrezza, il 9% dei denunciati per omicidio tentato e consumato, il 10% dei denunciati per rapina in pubblica via e il 15% di quelli denunciati per violenze sessuali.
Nel complesso gli stranieri regolari denunciati sono stati nel 2006 quasi il 6% del totale dei denunciati in Italia. E gli stranieri regolari sono poco meno del 5% della popolazione residente. La sproporzione che abbiamo registrato in precedenza tra numero degli stranieri in Italia e stranieri denunciati, dunque, non c’è se si parla di immigrati regolari. Del resto la quota di stranieri regolari denunciati sul totale degli stranieri regolari in Italia si ferma al 2% circa.
Consideriamo ora le singole nazionalità di chi commette reati. Con alcune parziali eccezioni, questi dati mostrano un grado di variabilità assai contenuto. In 11 dei 13 reati presi in considerazione le prime tre nazionalità sono ricorrenti: Romania, Marocco e Albania. E in molti casi queste prime tre nazionalità contribuiscono a oltre la metà dei denunciati per quel tipo di reato: siamo al 52% dei furti di autovetture, al 50% dei furti in abitazione, al 51% dei furti con destrezza. C’è quindi un’elevata concentrazione.
Infine, alcune considerazioni territoriali. È noto che, dal punto di vista dei reati, il nostro Paese è da tempo marcato dalla differenza tra Italia centro-settentrionale da un lato e sud ed isole dall’altro. Questa differenza vale anche per i reati commessi dagli immigrati. Con la sola eccezione del contrabbando, infatti, nelle regioni centro-settentrionali la quota di stranieri sul totale dei denunciati è stata da sempre di gran lunga superiore a quella registrata nelle regioni del Mezzogiorno. E, soprattutto, è cresciuta più velocemente.
Nel 2006 ormai oltre un denunciato per omicidio su tre è straniero nelle regioni centro-settentrionali, contro poco più di uno su dieci al Sud.
Una sproporzione che si conferma per altri reati, per i quali – nel periodo 20042006 - nelle regioni del centro-nord si va spesso oltre la metà del totale dei denunciati: è il caso per esempio dei furti con destrezza (ovvero i borseggi, 71% contro il 24 al sud) o delle rapine in abitazione (61% contro il 34 al sud). Alto anche il livello dei furti di autovetture (48% contro il 14 al sud), delle violenze sessuali (45% contro il 20 al sud), delle rapine in esercizi commerciali (42% contro l’8 al sud). Poche, invece, ma il differenziale con il sud e isole resta, le rapine in banca (5% contro l’1% al Sud) e quelle negli uffici postali (6% contro 2%).
Fonte testo: Ministero del'Interno: La sintesi del Rapporto sulla criminalità in Italia (.pdf)