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09/05/13

"Prima lavatevi la bocca" di Alessandro Gilioli



Alessandra Galli, la presidente della Corte d’appello che ieri ha condannato Berlusconi, era una mia compagna di scuola, al Berchet di Milano, più di trent’anni fa.

L’ultima volta che l’ho vista era in lacrime, poco dopo l’omicidio di suo papà.
Era l’anno della mia maturità, lei si era diplomata l’anno prima e faceva già Giurisprudenza, alla Statale: dove appunto uccisero suo padre.
Anche lei, Alessandra, era in Statale quel giorno. Al bar, mi pare. Era da poco primavera e nei giardinetti della Guastalla, lì accanto, erano appena fiorite le Forsythie gialle.
Non eravamo amici stretti, ma la conoscevo abbastanza. Soprattutto perché durante il liceo stava con un uno dei miei migliori amici, uno di quelli che vedo ancora adesso.
In quegli anni di manifestazioni, occupazioni e cortei, Alessandra si teneva in disparte. Non faceva politica, né come militante né come simpatizzante. Anzi, guardava con un po’ di altero distacco noi che facevamo ‘casino’. Lei studiava e basta. Mi pare che avesse la mezza idea fare la grafica, da grande, prima di decidersi a seguire le orme del padre: a fare della legge e della sua applicazione un culto e una ragione di vita.
Immaginatevi quanto possa essere ‘comunista’ e ‘toga rossa’, poi, una che ha visto il papà ammazzato da Prima Linea.
Ma pensate anche a quanto sia indecente l’accusa di aver emesso, lei, «una sentenza politica per favorire i disegni disgregatori del nostro Paese, con una condanna che non colpisce Berlusconi ma chi l’ha pronunciata» (Brunetta). O di «voler allontanare la stagione della pacificazione negando con ostinazione la verità» (Schifani). O peggio ancora – mio Dio, che cattivo gusto – di essere un giudice «armato fino ai denti, guerrafondaio e inconsapevole della fine della guerra» (D’Alessandro).
Lavarsi la bocca, questo solo dovrebbero fare, questi coprofili del Caimano, prima di parlare di Alessandra Galli.

Fonte: Piovono rane di Alessandro Gilioli

26/09/09

Camilleri sull'utilizzatore finale

Con le sue inseparabili sigarette e con Annalisa, la sua giovane assistente che gli prepara caffè zuccheratissimo, Andrea Camilleri mantiene a 84 anni una brillantezza mentale ed una memoria invidiabili. Ed ecco lì la rabbia, la sua vecchia rabbia comunista, quella che Camilleri considera l’antidoto morale per il suo paese, quest’Italia che nonostante tutto vota e ammira Silvio Berlusconi e che, afferma, “ama il buffone delirante perché riflette il peggio di ciascuno di noi e suscita l’invidia che ogni italiano prova nei confronti delle motociclette che non rispettano nessuna regola del codice della strada”. In questa intervista, realizzata ieri nella sua abitazione, il maestro del romanzo noir dipinge l’oscurità del panorama politico italiano.

D. Tutta l’Europa parla di Berlusconi, gli italiani tacciono.
R. Questo silenzio è inquietante. E’ da tempo che viviamo una sorta di fase della supplenza. La magistratura ha sostituito la politica e lo stesso accade per l’opposizione: in quanto inesistente, è stata sostituita da due quotidiani (La Repubblica e L’Unità) e da un canale televisivo (RAI3). Tutti gli altri tacciono. E così parla la stampa estera che ha sostituito la nostra in questa fase d’emergenza della nostra democrazia.
D. E’ davvero emergenza?
R. Certamente. Prima l’Italia era considerata un’anomalia, adesso non ci sono pesi e contrappesi, corpi e anticorpi, la malattia Berlusconi si è diffusa e non trova resistenza. Siamo mentalmente, politicamente ed economicamente malati, soprattutto nel nostro costume: predomina l’immoralità.
D. C’è chi dice che si è compiuto il piano della loggia P2…
R. Non si è realizzato del tutto ma in gran parte si. Le idee dei suoi fondatori sopravvivono nell’uomo che ha conquistato il potere. E’ una clonazione ma il DNA è lo stesso. L’organizzazione è stata smantellata, le idee sopravvivono.
D. Crede che il Partito Democratico sia una reale alternativa?
R. Non ho mai voluto aderire, è un mostro a due teste. E’ bene che ci siano più voci all’interno di un partito ma solo quando gli obiettivi sono comuni. Qui ci sono ex comunisti del PCI con l’Opus Dei. Una difficile convivenza. L’incontro di questi giorni tra Rutelli (PD) e Fini (PDL) conferma, a mio parere, la fine del PD. Gli ex democristiani vogliono darsela a gambe. E dall’altra parte Fini vuole abbandonare Berlusconi. Ormai quel che è fatto è fatto.
D. Così l’unica speranza è….in esilio con Obama??
R. La vera tragedia è che è possibile che, appena arrivati, l’abbiano già tolto di mezzo. Ha il grande svantaggio di essere nero: potrebbero assassinarlo in un niente. E non scherzo.
D. Perché si dice che in Italia non c’è libertà di stampa? Secondo Berlusconi, la Rai è l’unica televisione pubblica che critica il Governo.
R. Berlusconi sostiene di non essere un dittatore perché i dittatori censurano e chiudono i giornali. Lui non li chiude perché non può. Però censura. Alcuni anni fa cacciò vari giornalisti RAI, qualche tempo fa affermò che Paolo Mieli (Corriere della Sera) e Giulio Anselmi (La Stampa) avrebbero dovuto cambiare mestiere e nell’arco di una settimana è quello che fecero. E’ poi c’è la peggior censura, l’autocensura, la paura dei giornalisti di farsi del male con le loro stesse mani. C’è così tanta paura che quasi si preferisce leggere Vittorio Feltri (direttore de Il Giornale), perlomeno è chiaro, sai perfettamente chi hai di fronte. Gli altri non li si capisce per niente.
D. Come è iniziato il berlusconismo?
R. Quando nessuno se lo aspettava, dal processo Mani Pulite saltò fuori un politico che incarnava perfettamente la corruzione che si voleva combattere. In questa circostanza si notò la capacità geniale di Berlusconi di mostrarsi per quello che in realtà non è. Adesso si mostra per quello che realmente è: insulta i giornalisti, gli avversari, li chiama farabutti, coglioni…Dove si è mai visto un primo ministro che insulta?
D. Li chiama soprattutto comunisti.
R. Non riuscirà mai a far si che io prenda questa parola come insulto. Questo rivela solo una cosa: è innamorato del fascismo, ma lui è peggio dei fascisti perché alcuni fascisti si sono evoluti. Per questo ha affermato che Mussolini mandava i giornalisti critici nei suoi confronti in vacanza. Non sa che Amendola fu picchiato a morte, che i fratelli Rosselli furono assassinati in esilio, che Gramsci morì dopo anni di carcere? Non sa che i comunisti italiani firmarono i Patti Lateranensi con De Gasperi, che insieme alla Resistenza hanno portato la democrazia, che fermarono le vendette contro i fascisti?
D. Se agita il fantasma del comunismo, sarà perché gli torna utile.
R. Certo che lo è. E gli italiani se la bevono perché non hanno memoria. Gli italiani si ricordano del loro paese perché aveva una squadra che giocava partite contro il paese vicino. Se domandi ad un italiano cosa accadde nel 1928, ti darà la formazione dell’Inter di quell’anno ma non ti dirà certo che quell’anno si impose il fascismo perché questo non lo sa.
D. Crede che il fatto che non ci sia stata una guerra civile abbia dato vita ad un conflitto fermo al suo stato embrionale, irrisolto?
R. Il Movimento Sociale Italiano nacque sei mesi dopo la fine della II Guerra Mondiale. Diciotto mesi più tardi avevano già deputati in Parlamento. Nel ‘45, quando arrivai a Roma, c’erano scritte che dicevano “Ridateci il testone”. Volevano di nuovo Mussolini! Ricordo un articolo favoloso di Herbert Matthews, giornalista del New York Times. Diceva “Non avete ucciso realmente il fascismo, è una malattia di cui soffrirete per decenni e riapparirà in forme che non riconoscerete”. Ed eccoci qui, a domandarci se Berlusconi è o non è fascista.
D. Anche Pasolini profetizzò qualcosa di simile.
R. Pasolini era discutibile nel giudicare se stesso; ma la sua percezione sugli altri era assolutamente acuta. Lui e Sciascia sono le due grandi coscienze civili che ci mancano. Ho tremendamente bisogno di loro.
D. Niente dura per sempre…
R. Lo scarso audience di Porta a Porta dell’altra sera è stato una gioia. Dà qualche speranza. Un imbecille ha scritto su Il Giornale che il mio sogno è quello di vedere Berlusconi impiccato come Mussolini. E’ il contrario, ciò che più temo è che possa morire o che i giudici lo facciano fuori. Quello che voglio invece è che duri, che gli italiani bevano da questo calice fino a vomitare. Così si renderanno conto di ciò che è e poi finirà. Altrimenti, diverrà martire. Spero soprattutto che risusciti la moralità perché adesso ciò che vige è la morale del vespino. Il vespino va controsenso e nessuno dice niente; passa col rosso e nessuno dice niente, sale sul marciapiede e nessuno dice niente. Gli italiani guardano il vespino e pensano: Madonna! Che bello sarebbe essere questo vespino e non rispettare nessuna regola!” E non mi riferisco alle escorts né alle veline, mi riferisco solo alla vita quotidiana.
D. Perché gli italiani amano così tanto Berlusconi?
R. Perché si guardano allo specchio e sono uguali. Impéra una maleducazione insopportabile. L’altro giorno il conducente di un auto ha gridato a mia moglie: “Cretina! E io le ho detto “Segui quella macchina, seguila”. Perché?, mi ha chiesto, mi ha insultato! Sì, ma ti ha chiamato cretina e non puttana, voglio conoscerlo, è un tizio vecchio stampo, seguilo!
D. In questo senso Veronica Lario è un esempio di civismo femminista, anche se è stata catalogata come “velina ingrata” da Feltri.
R. Non è mai stata una velina, era un’attrice di teatro e anche abbastanza dotata. E’ una donna offesa che non ne può più, che non può parlare con suo marito e decide di farlo attraverso i media. Mia moglie, se facessi una cosa simile, mi butterebbe giù dalla finestra. Ciò che risulta davvero offensivo è l’esibizionismo di Papi, così poco serio. Sei un nonno di 72 anni! Se vuoi farlo, fallo con discrezione, cosciente di ciò che sei. E poi, che figuraccia! Se dici di frequentare minorenni è già un orrore, ma le escorts…
D. Dice di non aver mai pagato
R. Fa pagare gli amici, è ancora peggio. Caligola, Nerone, avevano una loro grandezza. Alla fine bruciarono Roma. Questo è talmente meschino che fa paura. Non accenderebbe nemmeno un fiammifero.
D. Crede che l’Italia possa resistere così ancora quattro anni?
R. Non credo, siamo sul punto di un’implosione. Fini, forse per puro gioco di parole, ha un fine, allontanarsi da lui. Dice cose giuste, laiche, moderne. Una destra finalmente rispettabile. Dall’altro lato della barricata gli auguro sinceramente che ci riesca.
D. Non crede che la Chiesa preferisca Berlusconi?
R. Certamente: “pecunia non olet”, il denaro non puzza. Puoi attaccare la verginità di Maria, negare il santo sepolcro, loro ti mettono all’ Indice e tu vendi più libri. Però se dici loro che tagli i fondi alle scuole si arrabbiano. Il dogma assoluto della Chiesa è il denaro, l’esenzione fiscale. Conosco a Roma un cinema porno intestato al Vaticano….Basta non toccare il denaro del Santo Padre. Il Vaticano detta legge in Italia e non l’hai mai fatto tanto come in questo momento. Ma il Papa dissimula come Zapatero: assistono in diretta al delirio di Berlusconi e dicono: “Non posso parlare perché sono straniero”. E se poi qualche vescovo dice qualcosa, fa come Berlusconi con Feltri: “Mi dissocio, mi dissocio”. No, non sarà la Chiesa a farla finita con Berlusconi. Spero siano i cittadini a farlo.

[Articolo originale ""No será la Iglesia la que acabe con Berlusconi"" di Miguel Mora]



Fonte: Italia dall'Estero

24/09/09

La libertà di stampa in Italia

Non riesco a capacitarmi del fatto che si tolleri con tanta leggerezza il proliferare di giornali nuovi, vedi quello di Marco Travaglio, l’uomo più viscido della sinistra disfattista e sempre alla ricerca di nuovi modi per indebolire il premier, vista la continua ascesa dello stesso nel consenso degli italiani. Possibile che l’avvocato Ghedini non riesca a trovare un reato plausibile per la chiusura di queste «vipere» che strisciano con il continuo intento di mordere il premier e causarne la morte politica? Un giornale che palesemente offende e denigra il capo del governo va subito chiuso. Lasciamo poi le critiche a chi è nato per criticare tutti gli avversari politici. Una volta creato l’esempio gli altri giornali di sinistra si guarderanno dal continuare ad offendere il premier e la sua coalizione. Possibile che non si riesca a trovare una norma che preveda l’attentato morale al capo del governo? Io credo che l’unica soluzione a questo continuo stillicidio di calunnie sia quello di rispondere con i sistemi usati (che io non approvo) da Putin nei confronti della Georgia, e della Cina nei confronti dei monaci tibetani: «La forza». Dopo una serie di bastonate inflitte a Franceschini, D’Alema, Travaglio, Santoro e Maurizio Mannoni, si vedrebbero subito i risultati, si vedrebbe il ritorno del rispetto nei confronti di Berlusconi.


Mario Cervi (il "padre nobile" della testata) sul Giornale (dal 1987 proprietà della famiglia Berlusconi) di oggi (che non linko)

28/06/09

"Dentro il sogno del padrone" di Tiziano Scarpa



[...] Lo spettacolo televisivo che ci ha proposto Berlusconi, da trent'anni a questa parte, il sogno in cui ci ha risucchiati, non era una strategia di marketing. Era quello che piace veramente a lui. Era il suo sogno. Quello che, appena può, lui allestisce scenicamente per sé stesso, dal vivo, intorno a sé, a casa sua, a palazzo, nelle sue ville, facendolo recitare in carne e ossa dalle sue giovani invitate, i suoi suonatori di chitarra, gli ascoltatori delle sue barzellette.

La tivù con cui ha conquistato l'Italia è esattamente la realtà che allestisce per sé. Nessuna discrepanza fra lo spettacolo riservato al principe e quello offerto ai sudditi. A ridosso della scena, dentro casa, con la tivù che ci recita in bocca, imbevuti dalla sua luce, siamo stati risucchiati dentro il sogno del padrone.

19/06/09

L'utilizzatore finale



"Ancorché fos­sero vere le indicazioni di questa ra­gazza, e vere non sono, il premier sarebbe, secondo la ricostruzione, l’utilizzatore finale e quindi mai pe­nalmente punibile...".

30/05/09

"E' cosa 'e niente"










Premetto
che queste sono informazioni facilmente reperibili in Internet, di alcune le TV hanno parlato di altre hanno solo accennato.
Il numero di siti che riportano questo stringato Curriculum è notevole, basta ricercare una qualsiasi delle frasi seguenti con un motore di ricerca come Google. Suppongo quindi sia un curriculum vero he tutti gli agenti di polizia abbiano sui loro terminali come avranno il mio (ancora bianco).

Ricordo che molti sospetti non fanno né una certezza né una condanna e quindi il Presidente Berlusconi ha la fedina penale pulita. Per adesso risultano solo condanne (4) di primo grado e che nei successivi gradi si sono risolte con assoluzioni per vari motivi tra cui la prescrizione. Anche qui occorre precisare che le diverse condanne in primo grado non sporcano la fedina.

Comunque sia credo che i titoli che vedrete in neretto siano i nomi dei fascicoli giudiziari mentre la descrizione suppongo appartenga a quel giornalista apparso nella trasmissione di Luttazzi: Marco Travaglio. Mi risulta che abbia avuto molte querele e che non ostante questo il suo libro
sia ancora in libera vendita, quindi si deve convenire che le sue frasi corrispondono a verità per la magistratura. Se non fosse così prego di informarmi.

Il giornale della Lega Nord La Padania riporta alcuni vecchi procedimenti giudiziari, l'articolo è del giornalista Max Parisi datato 30 agosto 1998, mancano tutti i procedimenti giudiziari aperti dal 1998 in poi. Probabilmente esistono altre fonti ufficiali di tale curriculum, fonti mai smentite e più recenti ma il mio tempo da dedicare a questo argomento è poco.

I dati di fatto dovrebbero essere i seguenti:

  1. Traffico di droga

  2. Nel 1983 la Guardia di Finanza, nell'ambito di un'inchiesta su un traffico di droga, aveva posto sotto controllo i telefoni di Berlusconi. Nel rapporto si legge: «È stato
    segnalato che il noto Silvio Berlusconi finanzierebbe un intenso traffico di stupefacenti dalla Sicilia, sia in Francia che in altre regioni italiane. Il predetto sarebbe al centro di grosse speculazioni edilizie e opererebbe sulla Costa Smeralda avvalendosi di società di comodo...». L'indagine non accertò nulla di penalmente rilevante e nel 1991 fu archiviata.


  3. Falsa testimonianza sulla P2

  4. La prima condanna di Silvio Berlusconi da parte di un tribunale arriva nel 1990: la Corte d'Appello di Venezia lo dichiara colpevole di aver giurato il falso davanti ai giudici, a proposito della sua iscrizione alla lista P2. Nel 1989, però, c'era stata un'amnistia, che estingue il reato.


  5. Tangenti alla Guardia di finanza

  6. Berlusconi è accusato di aver pagato tangenti a ufficiali della Guardia di Finanza, per ammorbidire i controlli fiscali su quattro delle sue società (Mondadori, Videotime,Telepiù...). In primo grado è condannato a 2 anni e 9 mesi per tutte e quattro le tangenti contestate, senza attenuanti generiche. In appello, la Corte concede le attenuanti generiche: così scatta la prescrizione per tre tangenti. Per la quarta (Telepiù), l'assoluzione è concessa con *formula dubitativa* (comma 2 art. 530 cpp).

  7. Tangenti a Craxi (All Iberian 1)

  8. Per 21 miliardi di finanziamenti illeciti a Bettino Craxi, passati attraverso la società estera All Iberian, in primo grado è condannato a 2 anni e 4 mesi. In appello, a causa dei tempi lunghi del processo scatta la *prescrizione* del reato. La Cassazione conferma.

  9. Falso in bilancio (All Iberian 2)

  10. Berlusconi è rinviato a giudizio per aver falsificato i bilanci Fininvest. Il dibattimento, dopo molte lungaggini e schermaglie procedurali, è in corso presso il Tribunale di Milano.

  11. Consolidato gruppo Fininvest (All Iberian 3)

  12. La Procura della Repubblica di Milano ha indagato sulla rete di società estere del gruppo Fininvest (Fininvest Group B), contestando falsi in bilancio e operazioni che hanno generato un migliaio di miliardi di fondi neri. Sta per essere formalizzata la richiesta di rinvio a giudizio.

  13. All Iberian (2 o 3)

  14. Silvio Berlusconi e tre ex dirigenti della Fininvest sono stati assolti al termine del processo All Iberian iniziato nel 1995, in cui erano imputati per falso in bilancio e false attestazioni, perché stando alla nuova normativa sui reati delle società, i fatti non sono più considerati come reati dalla legge. Si noti che tale legge è stata fatta dal governo avente come Primo ministro lo stesso Berlusconi Silvio. Fonte.

  15. Caso Lentini

  16. Berlusconi è stato rinviato a giudizio per aver deciso il versamento in nero di 6 miliardi dalle casse del Milan a quelle del Torino calcio, per l'acquisto del calciatore Gianfranco Lentini. Il dibattimento è in corso presso il Tribunale di Milano.

  17. Medusa cinematografica

  18. Berlusconi è accusato di comportamenti illeciti nelle operazioni d'acquisto della società Medusa cinematografica, per non aver messo a bilancio 10 miliardi. In primo grado è condannato a 1 anno e 4 mesi per falso in bilancio. In appello, la Corte gli ha riconosciuto le attenuanti generiche: è così scattata la prescrizione del reato.

  19. Terreni di Macherio

  20. Berlusconi è accusato di varie irregolarità fiscali nell'acquisto dei terreni intorno alla sua villa di Macherio. In primo grado è per alcuni reati assolto, per altri scatta la prescrizione. In appello è confermata la sentenza di primo grado.

  21. Lodo Mondadori

  22. Berlusconi è accusato di aver pagato i giudici di Roma per ottenere una decisione a suo favore nel Lodo Mondadori, che doveva decidere la proprietà della casa editrice. Il giudice dell'udienza preliminare ha deciso l'archiviazione del caso, con *formula dubitativa*. La Procura ha fatto ricorso alla Corte d'appello, che ora dovrà decidere se confermare l'archiviazione o disporre il rinvio a giudizio di Berlusconi, Cesare Previti e del giudice Renato Squillante.

  23. Toghe sporche-Sme

  24. Berlusconi è accusato di aver corrotto i giudici durante le operazioni per l'acquisto della Sme. Rinviato a giudizio insieme a Cesare Previti e Renato Squillante. Il processo di primo grado è in corso presso il Tribunale di Milano.

  25. Spartizione pubblicitaria Rai-Fininvest

  26. Berlusconi era accusato di aver indotto la Rai, da presidente del Consiglio, a concordare con la Fininvest i tetti pubblicitari, per ammorbidire la concorrenza. La Procura di Roma, non avendo raccolto prove a sufficienza per il reato di concussione, ha chiesto l'archiviazione, accolta dal Giudice dell'udienza preliminare.

  27. Tangenti fiscali sulle pay-tv

  28. Berlusconi era accusato di aver pagato tangenti a dirigenti e funzionari del ministero delle Finanze per ridurre l'Iva dal 19 al 4 per cento sulle pay-tv e per ottenere rimborsi di favore. La Procura di Roma ha chiesto l'archiviazione, accolta dal Giudice dell'udienza preliminare.

  29. Stragi del 1992-1993

  30. Le procure di Palermo, Caltanissetta e Firenze, indagano da molti anni sui «mandanti a volto coperto» delle stragi del 1992 (Falcone e Borsellino) e del 1993 (a Firenze, Roma e Milano). Le indagini preliminari sull'eventuale ruolo che Berlusconi e Dell'Utri possono avere avuto in quelle vicende sono state formalmente chiuse con archiviazioni o richieste di archiviazioni. Continuano però indagini per concorso in strage contro ignoti.

  31. Telecinco in Spagna

  32. Berlusconi, Dell'Utri e altri manager Fininvest, responsabili in Spagna dell'emittente Telecinco, sono accusati di frode fiscale per 100 miliardi e violazione della legge antitrust spagnola. Sono stati rinviati a giudizio su richiesta del giudice istruttore anticorruzione di Madrid, Baltasar Garzon Real. Dopo varie sospensioni del processo il giudice ha deciso per l'assoluzione perché il fatto non sussiste.

  33. Compravendita della SME

  34. Berlusconi è stato assolto per prescrizione. Dal conto corrente della Fininvest a quello del giudice Squillante attraverso un altro di Cesare Previti, sono transitati 500 milioni di lire nel 1991. Il giudice ha emesso la sentenza nel 2004: è stato un atto di corruzione da parte di Berlusconi Silvio verso il giudice Squillante. Per altri fatti la prova è contraddittoria oppure è insufficiente o manca. In un caso l'assoluzione è completa. Fonte.

  35. Caso David Mills

  36. Berlusconi ha fatto versare nel 1997 da Carlo Bernasconi, manager della Fininvest, "non meno di 600 mila dollari" sui conti svizzeri dell'avvocato inglese David Mills
    "affinché dichiarasse il falso nel processo per le tangenti Fininvest alla Finanza e in quello All Iberian". David Mills è stato condannato il 17/02/2009 a 4 anni e 6 mesi per falsa testimonianza a copertura di Silvio Berlusconi. Il corruttore (Berlusconi Silvio) non è processabile per il Lodo Alfano votato dal governo Berlusconi. Fonte

  37. Frode fiscale

  38. Berlusconi è imputato in frode fiscale. Il principale indagato è però Fedele Confalonieri per evasione di 13.3 milioni di euro per costituire fondi neri relativi ai diritti TV di Mediaset, avrebbe commesso l'illecito in concorso con diverse persone tra cui Berlusconi Silvio. Fonte.
Attualmente Silvio Berlusconi è un parlamentare della Repubblica italiana, leader di Forza Italia (ora Popolo delle libertà) e Presidente del Consiglio italiano. L'onorevole Berlusconi ricopre inoltre molte altre cariche tra cui la presidenza della squadra di calcio Milan ed è proprietario di
Mediaset, il più grande gruppo privato televisivo in Italia.

11/05/09

Il blog di Piero Vereni: Gli utili idioti dello stato nazionale

Seguo pochissimo le notizie politiche in questo periodo, quindi non so bene quale possa essere stata la reazione alla dichiarazione di Berlusconi secondo cui il PdL non vuole che l’Italia “diventi un paese multietnico”, e mi auguro che oltre alla Chiesa anche qualche altro soggetto di buon senso abbia saputo dire qualcosa.
Sono convinto che il Premier stia facendo campagna elettorale in un contesto dominato dal razzismo vergognoso della Lega (vera minaccia alla democrazia italiana ben più di qualunque berlusconismo o rigurgito neofascista), ma le cose che ha detto sono estremamente gravi.
Come antropologo, sono ovviamente colpito dall’uso del termine “multietnico”, che è molto più ambiguo di “multiculturale”. Quest’ultimo rimanda infatti a una differenza di pratiche (lingua, religione, usanze, valori, tradizioni) mentre multi-etnico sembra indicare una serie di differenze para-razziali e quindi “oggettive”, come sa chiunque abbia studiato un poco la storia del termine etnia. Il modo migliore per contrastare la posizione di Berlusconi è quello di fargli capire che la sua dichiarazione non solo mette al margine del sistema paese i diversi milioni di stranieri residenti regolarmente che in Italia lavorano e pagano le tasse, ma colpisce al cuore l’identità italiana, che nasce dal faticosissimo incontro tra molteplici diversità. L’affermazione che il suo partito non vuole un paese multietnico implica per pure ragioni logiche che ne voglia invece uno monoetnico, ed è questo il punto terribile della sua affermazione.
Se l’attuale Presidente del Consiglio vuole un paese monoetnico, deve spiegare ai suoi cittadini cosa intende fare della varietà etnica che esiste in questo paese da molto prima che arrivassero i Romeni a rubarci il lavoro e le donne. Cosa ne farà dei moltissimi cittadini italiani che si professano ebrei, tirolesi, sloveni, occitani, ladini, cimbri, arbresh, grecani, sardi, walser, roma, e tutti quelli per cui l’essere italiani coincide con una specificità locale sentita come importante, per non parlare di “razza piave”, “lumbard” e “padani”? Se già l’antropologia ottocentesca aveva individuato la frattura tra “il ceppo gallico” e “il ceppo italico”, dovremo spazzare via il Nord Italia perché etnicamente impuro e inevitabilmente multietnico? E dato che il Sud è stato per lunghissimi secoli un territorio in cui i greci si erano sovrapposti alle popolazioni autoctone per lasciare campo agli arabi che lo controllarono per quattro secoli (pensateci, quattro secoli) per cedere poi a nuovi conquistatori, che farà il presidente del Consiglio? Girerà con il kit genetico per tutta l’Italia proponendo l’espulsione di persone come la mia compagna, che è di famiglia sicula – quindi già imbastardita dai greci – ma rossa con gli occhi verdi (chiaro segno del dominio normanno, e i normanni erano scandinavi alquanto proclivi alla multietnicità) oppure di chi, come me, è nato in Veneto ma con un nonno palermitano che di cognome faceva Vadalà, di chiara origine araba? Noi che non siamo monoetnici che fine faremo? Verremo espulsi? Sterminati nei campi di concentramento? Ci verrà apposto un marchio con cui i veri Italiani potranno riconoscerci e stare alla larga da noi?
Il giochino che Berlusconi ha messo in campo per tenere il passo dei neorazzisti leghisti dovrebbe farlo seriamente riflettere sulle conseguenze di certe pagliacciate da campagna elettorale. Spacciare l’idea che il nostro paese voglia “non essere multietnico” è una scemenza senza senso dal punto di vista scientifico, ma gettata in politica legittima le pulizie etniche: lo sfacelo jugoslavo è nato proprio da deliri di questo tipo. Deliri che servono solo a quella vecchia istituzione, lo stato nazionale, che in un’epoca di globalizzazione economica (e conseguente globalizzazione della crisi) non sa più che pesci pigliare per legittimarsi di fronte ai suoi cittadini, e preme il pedale sull’acceleratore della “sicurezza”, utilizzando la “purezza etnica” come combustibile di un viaggio che, se non si cambia rotta, non sarà certo a lieto fine.
Paradossale che tutto questo, vale dire la difesa della purezza nazionale, si compia per bocca di un industrialotto (a cui dell’Italia non frega ovviamente nulla di nulla) che deve difendere il suo potere dagli assalti di una banda di ignoranti livorosi che hanno fatto successo per anni parlando di razzismo antimeridionale (io non dimentico i “Forza Etna” e i “Fora i teroni dal Veneto” che hanno lordato per anni le strade dove sono cresciuto) o di secessione del Nord e che sputavano sul tricolore italiano dichiarandosi “padani”. Insomma, la difesa dell’italiche sponde e della loro nobile e pura stirpe è stata demandata a cinici politicanti e vergognosi anti-italiani: l’astuzia della scelleratezza ha ormai preso il posto dell’astuzia della ragione.


Il blog di Piero Vereni: Gli utili idioti dello stato nazionale

04/05/09

Il grande inganno del dopo terremoto (da Il Messaggero.it)

Mai nella storia dei terremoti italiani avevamo assistito ad una ingiustizia tanto grande e ad un tale cumulo di menzogne che ha ricoperto L’Aquila più di quanto non abbiano fatto le macerie, come è accaduto in occasione del devastante terremoto che l’ha colpita e nel quale, nel giro di una trentina di secondi, tanta gente ha perso tutto, affetti, amicizie, casa, e molti anche il lavoro, per non parlare dei monumenti che rendevano unica la città.

Mai in tutta la storia della nostra Repubblica è stato negato ai cittadini il risarcimento integrale dei guasti dei terremoti, per la prima casa. Ma questa regola sempre rispettata (come, ad esempio, nel Friuli e in Umbria), non vale per l’Abruzzo. Da un primo esame del Decreto legge n. 39 saltano agli occhi queste particolarità: all’art. 3 non si parla di una cifra specifica, ma nella relazione tecnica allegata si indica la somma di €150.000,00 quale tetto massimo spettante ai singoli cittadini per la prima casa. Orbene, la cifra che sarà poi effettivamente riconosciuta a ciascuno degli aventi diritto, per un terzo dovrà essere coperta con un mutuo a tasso agevolato a carico del cittadino, e per un altro terzo dovrà essere anticipata, sempre dal cittadino, che potrà recuperarlo nell’arco di 22 anni non pagando le imposte, mentre lo stato interviene con denaro liquido solo per l’ultimo terzo.

Sennonché la caratteristica dell’Aquila e degli altri comuni colpiti è quella di centri storici di particolare valore, costituiti da un grandissimo numero di edifici antichi e pregevoli, 320 dei quali, di proprietà privata, sono sottoposti a vincolo da parte della Soprintendenza. Ci sono poi altri 800 edifici pubblici, qualificati di interesse storico, archeologico e artistico. Ora, come è possibile che un privato possa farsi carico della ricostruzione o del restauro di un edificio vincolato o semplicemente di pregio, accollandosi il 66% della spesa? Si comprende allora come il Decreto legge n. 39, se resterà nelle sue linee essenziali così come è stato concepito, costituirà l’atto di morte di una città e di tutti gli altri centri terremotati, che resteranno nei decenni avvenire cumuli di macerie e di edifici spettrali, cadenti e abbandonati.

Ma nel decreto n. 39 c’è anche di peggio: all’art. 3, comma 1 , lettera c, si dispone che se un immobile, gravato da un mutuo, è andato distrutto, la Società Fintecna, a richiesta del privato cittadino. si accollerà il mutuo nei limiti del contributo che al predetto è stato riconosciuto, ma diverrà proprietaria di quel che resta dell’immobile. Se però il mutuo supera il contributo riconosciuto, la conseguenza parrebbe essere, dall’esame della norma, che il cittadino dovrà continuare a pagare la parte residua del mutuo: insomma non avrà più la casa ma continuerà a pagare il mutuo. Il rischio è che la città vada per gran parte nelle mani della Fintecna. Ma se, come è facile prevedere, il cittadino non riesce, col contributo e con il mutuo a tasso agevolato, a coprire l’intera spesa per il restauro o la ricostruzione (rispettando, si spera, le norme antisismiche), dovrà contrarre un ulteriore mutuo, a tasso di mercato, con la banche. Insomma quello delineato dal decreto n. 39 è un meccanismo infernale che consegnerà una città nelle mani di banche, finanziarie e usurai.

L’ultima perla del decreto: dopo aver dichiarato la città “zona franca”, lo Stato non rinuncia a pretendere da quegli sventurati cittadini che si faranno carico della ricostruzione, il pagamento dell’IVA al 20% ( art. 3, comma 1°, lettera d). Ecco cosa miravano a coprire le tante “passerelle” e sceneggiate e come fosse interessata l’esaltazione della dignità degli abruzzesi, “forti e gentili”.

Dott.ssa Rosella Graziani
cittadina di L’Aquila; attualmente ospite del padre, insieme alla sua famiglia, in Paglieta (CH)


(3 maggio 2009)

17/02/09

600mila euro

"Io mi sono tenuto in stretto contatto con le persone di B. e loro conoscevano la mia situazione. Erano consapevoli, in particolare, di come i miei soci si fossero intascati la maggior parte del dividendo; sapevano bene che il modo in cui io avevo reso la mia testimonianza (non ho mentito ma ho superato momenti difficili, per dirla in modo delicato) avesse tenuto Mr.B fuori da un mare di guai nei quali l'avrei gettato se solo avessi detto tutto quello che sapevo".


Nella foto David Mills, condannato a 4 anni e 6 mesi per corruzione in atti giudiziari.


07/02/09

Calare la maschera

Dovremo arrivare a quelle riforme della Costituzione che sono necessarie perché la Carta è una legge fatta molti anni fa sotto l’influenza della fine di una dittatura e con la presenza al tavolo di forze ideologizzate che hanno guardato alla Costituzione russa come a un modello da cui prendere molte indicazioni

7 febbraio 2008


05/10/08

Giochiamo. Chi ha detto cosa?

Prova a collegare frasi (qui di seguito) ed eventi (dopo il trailer)

"Nessun oggetto può essere messo all'ordine del giorno di una delle due Camere, senza l’adesione del Capo del Governo"

"I parlamentari sono un popolo di persone depresse a causa di tutto il tempo sprecato in aula per approvare le leggi"

"L'Italia vuole la pace, vuole la tranquillità, vuole la calma laboriosa. Noi, questa tranquillità, questa calma laboriosa gliela daremo con l'amore, se è possibile, e con la forza, se sarà necessario."

"Vogliamo favorire l'integrazione dei nomadi e prendere le impronte ai bambini ha l'obiettivo di garantire loro scuola e istruzione"



07/09/08

Pecunia, antica saggezza, non olet.

Non importa che abbia avuto
due mogli
e che le sgualdrinelle
confortino le sue notti.
Non importa che la sua morale
abbia più buchi di un colabrodo,
che abbia corrotto,
falsificato bilanci,
giurato il falso,
prevaricato
adottando la menzogna
come stile di vita.
Non importa!
Sia ricevuto in Vaticano con tutti gli onori.
Pecunia, antica saggezza, non olet.

Andrea Camilleri