Il topico della tolleranza multiculturalista esclude una serie di domande che non vengono più poste. Il multiculturalismo cambia impercettibilmente le questioni, le depoliticizza, trasforma le lotte politiche in problemi di tolleranza culturale. Come dire: siamo razzisti perché non riusciamo a tollerare la diversità degli altri e li odiamo perché non sappiamo confrontarci con la diversità che è dentro di noi. La soluzione multiculturale è quella di intraprendere un "self discovery voyage": questa è depoliticizzazione. Oggi tolleranza equivale al diritto di narrazione. E' una sorta di darwinismo sociale, ogni minoranza - gay, lesbiche... - ha il diritto di raccontare la propria storia, ma la questione della verità resta sospesa. Se reclami il diritto di dire la verità sei accusato di logocentrismo. Mi oppongo a certa etica tollerante e liberale, basata sulla depoliticizzazione. Deploro che il multiculturalismo non riesca ad essere più radicale. Quando capisco se ho buone relazioni con un membro di un altro gruppo etnico? Quando si rompono le barriere. Certo non quando tratto l'altro con rispetto, ma quando iniziamo a raccontarci storielle sporche. La versione standard della tolleranza multiculturalista è segretamente razzista.
"La poesia è scritta da qualcuno che non è lo scrittore a qualcuno che non è il lettore" - Paul Valéry -
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04/07/09
Il grande Altro
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