"Si può andare in un posto bellissimo, ascoltare della buona musica, riflettere su belle parole eppure non essere contenti" Alfredo continua a pensarci a questo suo scontento e si chiede perché e si domanda cosa sia stato.
Alfredo ci è capitato quasi per caso in quel posto. Certo gli piace ascoltare musica, riesce anche a capire la bontà di molte parole, ma aveva scoperto tardi quella iniziativa e pensava di non trovare più un biglietto d'ingresso. Gratis, naturalmente che la cultura costa.
Alfredo era stato felice di aver trovato un posto libero. Che fortuna. Solo quattro posti per un teatro affollato, forse una rinuncia arrivata all'ultimo minuto. Un sogno, insomma.
Si era seduto, aveva ascoltato l'introduzione retorica, i suoni, la voce... eppure ora sentiva quella insoddisfazione.
"Forse perché ci sono andato solo" si era giustificato, ma Alfredo va in giro sempre da solo. Vive da solo, mangia, beve, commenta, sorride, bestemmia, ama la vita da solo Alfredo. Si è abituato. Ci sta bene.
Il fatto è che tutta quella gente ben educata, ben vestita, democratica, competente, morta, tutta quell'introduzione, quelle parole, quella musica gli sono sembrate all'improvviso un grande esercizio di ipocrisia. Io parlo a te, che mi comprendi e che se anche non mi comprendi fai finta di farlo e ti faccio vedere, mi faccio vedere, come tu ti fai vedere.
Alfredo è rientrato a casa e ha messo su una tammurriata e ha ballato e ha abbracciato la sedia e il cuscino anche. Ha dato un bacio al buio, ha bevuto Alfredo e scoreggiato rumorosamente. Poi ha dormito, di un buon sonno e la tammuriata e Sostakovic erano una sola cosa e Blok danzava con lui mentre l’Achmatova lo baciava con passione in una piazza piena di gente che rideva e ascoltava e parlava e viveva.
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