06/01/09

Filu di vespru - 6 -

Quando finalmente arrivai allindirizzo la strada era tutta o scuru. E certo questa non è una novità per Catania e per questi posti spidduti dalla grazia do Signuruzzu. Il portone grande che dava sul cortile era aperto e una lucina veniva da quelle che ammia mi erano sembrate le stalle. Mi avvicinai. Di certo sarebbe stata una cosa buona avere qualche notizia in più sopra a questo figghiu di sucaminchi.
Arrirrii cuntento. Ero stato fortunato. Il caruso della matina era assittatu a terra che trafichiava con una bici e saiutava con una torcia. Mavvicinai tranquillo:
"Ciao, senti..."
Locchi non vistuno chiù nenti. La luci che quello mi sparò addosso mi impedì di proseguire ogni discussione e quando finalmente tutto turnau scuru davanti a mia non cera chiù nenti e era sparito macari il ragazzo. Con un dribblinghi alla maradona mi era passato avanti come a un fantasma e senera andato con la sua bici e con le mie risposte. Appena marripigghiai ci provai a inseguirlo ma mi fermai subito davanti al portone che non si vedeva più nessuna traccia di lui. Vutannumi mi accorsi che non era stato il solo a scumpariri. Appizzata nel muro infatti  mi passi ca mancava, nosacciu picchì, anche la targhetta dorata che avevo visto la prima vota entrando per acchianare le scale che portavano allo studio. Sul momento comunque non ci sturiai troppo su questa cosa. Era tardi. Decisi di tornare a me casuzza e di riprendere il sonno dove lavevo lasciato prima di arrusbigghiarimi per il freddo. Sarei passato lindomani con la luce vera mi rissi per convincermi.
E accussì fici.

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