Attorno al Duecento iniziarono a svilupparsi due processi fondamentali per la loro influenza sullo sviluppo di un nuovo immaginario legato all'infanzia. Il primo di tali processi, come già accennato, fu la progressiva umanizzazione del Cristo bambino con l'implicito richiamo alla tenerezza ed alla protezione suscitate dallo stato infantile; il secondo fu il riaffacciarsi nella Chiesa e nella società di una preoccupazione educativa. Tale preoccupazione fu gestita dalle nuove organizzazioni religiose attraverso una diversa e più efficace catechizzazione di massa che privilegiò l'aspetto morale della religione cristiana rispetto a quello sacro o escatologico. Quest'opera di controllo subì una brusca accelerazione nel periodo che vide la Chiesa impegnata nella lotta contro i riformati. Alla fase “guerriera” incentrata su stragi e torture subentrò, infatti, quella ben più importante del controllo ecclesiastico sulla vita sociale; un controllo che passò soprattutto attraverso l'opera dei confessori e dei nuovi missionari mandati a disciplinare le irrequiete masse contadine.
Superata la fase di riconquista religiosa assisteremo, dal XVIII secolo, ad una progressiva trasmigrazione del primato del potere culturale dalla Chiesa controriformata ai nuovi sacerdoti dello stato: medici; magistrati; pedagoghi; etc.
In questa chiave il maturarsi di un nuovo atteggiamento verso l'infanzia può essere interpretato più che scoperta di un universo sconosciuto come vera e propria creazione di un mondo altro rispetto a quello degli adulti.
Al costituirsi dell'infanzia come entità altra contribuirono vari, eterogenei elementi che legandosi tra di loro testimoniano, ai nostri occhi, come più dell'acuta riflessione del singolo (sia esso l'illustre umanista, pedagogo e/o attivo maestro) sia fondamentale il sotterraneo avanzare, nella mentalità comune, di una nuova visione del mondo coincidente, in questo caso, con il gestaltico delinearsi di un nuovo soggetto.
Possiamo sottolineare così, ad esempio, la presenza crescente di raffigurazioni di angeli (XIII sec.); di scene diverse dell'Infanzia Divina (XIV sec.); di putti e di fanciulli tra la folla in primo o secondo piano (XV e XVI sec.). Sempre in base alle numerose immagini pittoriche pervenuteci possiamo, inoltre, cogliere due embrionali, ma importantissimi, elementi di differenziazione. Assistiamo, infatti, all'emergere di piccoli spazi abitativi destinati ed allestiti in funzione dell'infanzia; in essi i bambini venivano ritratti nella loro vita quotidiana acquistando una mobilità lontana dalla fissità di posa delle immagini precedenti. Vi fu poi l'affermarsi (relativo peraltro alle classi nobili e borghesi) di un modo di vestire proprio dell'infanzia che segnalava la nascente separazione sociale per classi d'età. A volte, infine, la differenziazione fu favorita, più che dalla accettazione\elaborazione individuale di un nascente sentire collettivo, dalla precoce burocratizzazione dello stesso sentire.
Autori e Libri per possibili approfondimenti:
Ludger Lutkehaus, La solitudine del piacere, scritti sulla masturbazione, Cortina, Milano, 1993
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