Debutta il lungo incessante frinire,
a intervalli si uniscono al coro
il rombo del tagliaerba,
le stridule voci di chi fino a ieri leggeva sui banchi.
Ho smesso di ascoltare musica alla radio,
ma non me ne dispiace. Mi muovo
verso la finestra mentre il sole ricama
ombre sul pavimento di casa,
passa, paterno, tra le fronde
piene di vita, fino a carezzare
il nero merlo sul prato.
"Cick, cick, cick!" questi mi dice.
Credo, domani, inizi l'estate.
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