"Dieci poveri negretti
se ne andarono a mangiar:
uno fece indigestione,
solo nove ne restar.
Nove poveri negretti
fino a notte alta vegliar:
uno cadde addormentato,
otto soli ne restar.
Otto poveri negretti
se ne vanno a passeggiar:
uno, ahimè, è rimasto indietro,
solo sette ne restar.
Sette poveri negretti
legna andarono a spaccar:
un di lor s'infranse a mezzo,
e sei soli ne restar.
I sei poveri negretti
giocan con un alvear:
da una vespa uno fu punto,
solo cinque ne restar.
Cinque poveri negretti
un giudizio han da sbrigar:
un lo ferma il tribunale
quattro soli ne restar.
Quattro poveri negretti
salpan verso l'alto mar:
uno se lo prende un granchio,
e tre soli ne restar.
I tre poveri negretti
allo zoo vollero andar:
uno l'orso ne abbrancò,
e due soli ne restar.
I due poveri negretti
stanno al sole per un po':
un si fuse come cera
e uno solo ne restò.
Solo, il povero negretto
in un bosco se ne andò:
ad un pino s'impiccò,
e nessuno ne restò."
"La poesia è scritta da qualcuno che non è lo scrittore a qualcuno che non è il lettore" - Paul Valéry -
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31/03/13
Grazie Beppe, grazie Giorgio
28/03/13
Streaming 3
Un giorno il Maestro disse: "Sfidate, controllate sempre e comunque ogni potere, sia che esso provenga da uno o che sia emanazione di un gruppo". Seguì a queste parole un lungo silenzio di approvazione da parte di tutti i discepoli. C'era chi guardava con venerazione il Maestro, chi muoveva il capo per assentire, chi sognava socchiudendo gli occhi.
Si alzò, quindi, un discepolo per parlare: "Sono sagge queste parole, Maestro, ma è pur vero che oggi manca un governo al mondo".
Il Maestro lo guardò e sorrise, schiarì la voce e lentamente rispose: "Domani lo faremo noi".
Il Maestro chiese ai propri tre discepoli, durante una pausa del loro viaggio verso la grande città dei Miracoli, cosa fosse per loro un parlamento.
"È un luogo di confronto" disse il primo.
"È un luogo di sprechi" sentenziò il secondo.
"È da dove comanderemo" rispose il terzo.
Il Maestro allora abbandonò i primi due, poi riprese il cammino.
Un discepolo, di ritorno al convento, raccontò di aver incontrato una donna impura e di non averla salutata, di aver visto un vecchio e di aver riso del suo sonno, di aver ricevuto un messo per un colloquio e di averlo fatto malmenare.
Il Maestro lo ascoltò attento, poi disse: "Vaffa!".
Si alzò, quindi, un discepolo per parlare: "Sono sagge queste parole, Maestro, ma è pur vero che oggi manca un governo al mondo".
Il Maestro lo guardò e sorrise, schiarì la voce e lentamente rispose: "Domani lo faremo noi".
Il Maestro chiese ai propri tre discepoli, durante una pausa del loro viaggio verso la grande città dei Miracoli, cosa fosse per loro un parlamento.
"È un luogo di confronto" disse il primo.
"È un luogo di sprechi" sentenziò il secondo.
"È da dove comanderemo" rispose il terzo.
Il Maestro allora abbandonò i primi due, poi riprese il cammino.
Un discepolo, di ritorno al convento, raccontò di aver incontrato una donna impura e di non averla salutata, di aver visto un vecchio e di aver riso del suo sonno, di aver ricevuto un messo per un colloquio e di averlo fatto malmenare.
Il Maestro lo ascoltò attento, poi disse: "Vaffa!".
15/03/13
Streaming - intermezzo -
C'era una volta un sindaco di Parma
del progetto di un inceneritore accesa tarma
giunto però di quello il giorno d'apertura
scordò egli tutto con gran disinvoltura
quell'impupato sindaco di Parma
del progetto di un inceneritore accesa tarma
giunto però di quello il giorno d'apertura
scordò egli tutto con gran disinvoltura
quell'impupato sindaco di Parma
Streaming
In diretta al Parlamento
la rivoluzione del "mi piace";
muto,
il Cittadino in giacchetta,
al pagliaccio soggiace.
la rivoluzione del "mi piace";
muto,
il Cittadino in giacchetta,
al pagliaccio soggiace.
05/03/13
Incitatus, siamo tutti cittadini
"Da quello che conosco di Casapound, del fascismo hanno conservato solo la parte folcloristica (se vogliamo dire così), razzista e sprangaiola. Che non comprende l’ideologia del fascismo, che prima che degenerasse aveva una dimensione nazionale di comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo senso dello stato e la tutela della famiglia. Quindi come si vede Casapound non è il fascismo ma una parte del fascismo."
Italia sotto formaldeide di Roberta Lombardi (Capogruppo grillina alla Camera)
29/10/12
Quello di Genova
Alla radio e alla televisione dicono che ha vinto quello di Genova. Il comico nuotatore. Io non lo so come andrà a finire che poi ormai sono emigrante e non putissi mancu parrari. Però so solo che come sempre arrivunu nella mia terra e fanno le rivoluzioni. Rivoluzioni di cartapesta. Che tutto abbrucia e scalda subito prima che il gelo prende per anni e anni. Quelle rivoluzioni che ci sono sempre state che qualcuna lho vista anch'io. Che se le rivoluzioni fossero vere allora sarebbe un guaio serio per chi comanda.
E' accussì da sempre. Io sarò ignorante ma ammia me le hanno raccontate le cose i nanni e con la loro voce i nanni dei nanni.
Io lo so che quando arrivo Garibaldi che tutto doveva cambiare i siciliani ci provarono a prenderlo sul serio a quelluomo. Fu accussì che a Bronte pigghianu le pallottole dei liberatori e gli alberi furono chini di vuci.
Poi ci furono i fasci che tutti quelli delle campagne non ne potevano chiù e pensavano "Pigghiamula questa terra. Che è nostra. Che noi ci lavoriamo!" E allora arrivanu le cannonate che quello era socialismo e di socialismo in Italia non si doveva parlare.
Dopo lultima guerra che nella prima senera andata una generazione e prima e dopo ne era emigrata unaltra tutto pareva diverso. Aveva vinto la libertà dicevano lamericani. Solo che i puvirazzi e i sindacalisti forse non lo sapevano. Che a loro ci toccava ancora morte e miseria più di prima. Fu accussì che tutto si sistemò per tanti anni.
Quando arrivò il mafioso di Milano tutti erano lì a sognare di diventare ricchi che quello era uno di successo e locchi non virevano e il cuore non sentiva. Insomma chistu puttava i soddi. Chivvaleva soffrire per i propri diritti?
Oggi cè il nuovo liberatore. Il messia di giornata. E tutto diventerà pulito. E tutto sarà scordato.
No sacciu come finirà che ora è ancora presto ma forse ci sarà un giorno per questo popolo. Un giorno in cui ci si accorgerà che è megghiu moriri ca ristari incatenati. Un giorno dove locchi saranno liberi e le orecchie e la bocca e le mani e i pinseri soprattutto. E il cuore.
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