"Guarda! Che ne pensi? Leggi!"
Nello non sembrava sentirmi, prese distrattamente il foglio che gli avevo passato poi, guardando fuori dalla finestra, lo appallottolò per tentare un clamoroso centro dalla ragguardevole distanza di tre metri dal cestino.
"Che cazzo fai?" urlai. Era un intero pomeriggio che tentavo di scrivere quel volantino.
“Ho bisogno di uscire” rispose.
Nora, circondata dalle compagne, continuava a parlare di cose che non capivo.
Camera Dei Deputati (seduta del venerdì 23 aprile 1982)
"È iscritto a parlare l'onorevole Catalano. Ne ha facoltà."
"[...]L'obiettivo dei nostri ordini del giorno è di condizionare nel merito la spesa militare, sottolineando innanzitutto che non una lira deve essere spesa per armi nucleari, batteriologiche o chimiche o per infrastrutture destinate ad ospitare in qualsiasi modo queste armi. Questo è
l'impegno del movimento per la pace, l'impegno preso dalle 500 mila persone che hanno manifestato il 24 ottobre 1981 a Roma, ed anche successivamente con la manifestazione di Comiso del 4 aprile scorso."
"E' stato incredibile! Ad un certo punto dal palco hanno detto che anche noi eravamo arrivati, solo che qualcuno ha storpiato il nome! Boggilori, così ci hanno chiamato, capisci? Boggilori, quelli del Collettivo Studentesco del liceo Boggilori di Catania hanno detto, e noi lì tutti contenti che però volevamo salire e dirglielo a quelli del palco che si erano sbagliati"
L'erba era di quelle buone, lentamente arrivava a svolgere il suo lavoro, il suo compito. Nora giocava con la chitarra mentre Umberto le raccontava tutto stringendola alle spalle.
Io e Nello ridacchiavamo guardando le foto in bianco e nero della manifestazione.
Un vento terribile spingeva contro il nostro striscione. Rosso e senza parole, che lì, a Comiso, bastava solo esserci.
Radio uno (26 Aprile 1982) Battiato "Gli uccelli"
“Volano, gli uccelli volano nello spazio tra le nuvole, con le regole assegnate a questa parte di universo, al nostro sistema solare. Aprono le ali, scendono in picchiata e atterrano meglio di aeroplani, cambiano le prospettive al mondo. Voli imprevedibili ed ascese velocissime, traiettorie impercettibili: codici di geometria esistenziale. Migrano, gli uccelli migrano con il cambio di stagione. Giochi di aperture alari che nascondono segreti di questo sistema solare. Aprono le ali,
scendono in picchiata e atterrano meglio di aeroplani, cambiano le prospettive al mondo. Voli imprevedibili ed ascese velocissime, traiettorie impercettibili: codici di geometria esistenziale. Volano, gli uccelli volano nello spazio tra le nuvole, con le regole assegnate a questa parte di universo, al nostro sistema solare.”
"Guardate che questo non è un posto sicuro"
Le bombolette erano già pronte, ma a due passi dalla centrale dei carabinieri scrivere su quel muro un gigantesco "No alle basi" era proprio una gran cazzata. Rimasi a controllare mentre Umberto iniziava, Nello continuava ad agitare la seconda bomboletta per quella che era ormai la sua firma, un pugno chiuso con una chiave inglese. Una maestria degna del miglior Giotto.
Me li trovai alle spalle, riuscii solo a vedere il No che gocciolava e le bombolette a terra, poi vi fu solo la macchina, con Umberto, e il maresciallo.
Vincenzo Vasile (sull'Unità)
“Violo dopo tanti anni il vecchio comandamento del cronista: non apparire. Per dire che qualche ora dopo ci sarei stato anch’io su quella macchina. La Fiat 131 che vidi sforacchiata e zuppa di sangue alle 9,30 del 30 aprile 1982 in piazza generale Turba, a Palermo. La gamba di Pio penzolava dal finestrino, e pensai: almeno li ha presi a calci. E Rosario alla guida sembrava dormisse a bocca aperta, il capo sul poggiatesta e un buco rosso.[...] “
La mattina è ancora un po' fredda. Prima della scuola e dopo la lunga nottata passata a dialogare con i caramba mi fermo per un involtino ripieno di crema. Scotta. Da lontano i giornali sembrano riportare un'unica notizia. Pago alla cassa poi attraverso la strada e mi avvicino per leggere meglio.
"Ucciso il dirigente comunista Pio La Torre e l'autista Rosario Di Salvo"
La crema densa scivola sulla mia mano e cade a terra con uno strano rumore. Mi ritrovo a correre verso la scuola. Ecco qui a destra, ci siamo quasi. Poi mi blocco.
Sul muro, dove ieri ci hanno fermato, una scritta, enorme: "Nora ti amo"