giovedì, aprile 03, 2025

[Alfredo] amnesie

 "… non c'è più educazione e poi come si vestono! Le ragazze poi!  Sembrano tutte zoccole poco eleganti. Ma li ha sentiti parlare a quegli zulu? Sembra di essere tornati in Africa"

Alfredo lo guarda e nel frattempo guarda lontano, di là dai vetri dell'autobus, verso il fiume che scorre lento, verso gli alberi che marciano ordinati, verso il cielo che sembra di nuovo imbruttirsi. Quello continua a parlare e non si accorge di quella disattenzione, di quel rifiuto. Come se quel lungo sfiatare sia solo il necessario svuotarsi di una pentola lasciata troppo da sola sul fuoco.

Mancano ancora molte fermate, ma Alfredo decide che forse è già abbastanza. Si alza, saluta con il capo educatamente e fugge via da quel vuoto, da quel ciarlare. 

Sul marciapiede nessuno, quella è una fermata secondaria. La campagna è vicina e sull'altro lato della strada solo un vecchio edificio con un piccolo bar. Alfredo decide che prenderà un caffè e tornerà indietro; un'auto lo sfiora mentre attraversa la strada, lui sembra quasi non farci caso impegnato com'è a rintracciare un ricordo.

Era stato qualche giorno prima, vicino ai portoni di una scuola, in un piccolo spazio ricavato tra due palazzi, quasi un proscenio non voluto da nessun architetto. Aveva sentito cantare dei ragazzini. Non era riuscito a capire bene quelle parole strette tra un inglese inventato e un gergo  a lui sconosciuto,  ma il gruppetto sembrava ridere felice, e urlavano e si dimenavano senza sosta. 

Subito gli era tornato in mente un romanzo letto molti anni prima, l'autore raccontava di una donna sentita cantare al balcone e concludeva che c'era ancora speranza se questo tornava a succedere. Alfredo per quanto si sforzasse non riusciva a ricordare altro di quel testo, di quello scrittore, ma di certo non avrebbe potuto chiederlo al suo vicino sull'autobus se il ricordo gli fosse affiorato prima, forse nemmeno a quei ragazzi persi nel loro vivere. 

Alfredo sorride pensando che lo avrebbero di certo deriso se si fosse avvicinato loro con quel dubbio e di sicuro avrebbero avuto ragione.

mercoledì, aprile 02, 2025

ma

Ma, se piove, 

chi asciugherà quelle tue lacrime, 

amore?

lunedì, marzo 31, 2025

[Alfredo] oggi è una bella giornata

Alfredo ha dimenticato la giacca a casa. È uscito così, con la camicia di mille colori e il sole che promette di scaldarlo. Forse rientrerà tardi oggi, forse la sua passeggiata sarà più lunga del solito. La meta, però, è sempre la stessa: la panchina sotto il grande albero nel parco. 

Sulla strada da un'occhiata rapida alle civette dell'ultima edicola rimasta nel quartiere: un incidente; un massacro; una guerra che si avvicina. 

Alfredo ripensa ai racconti della sua famiglia, alle loro fughe da sfollati, alla borsa nera, ai lavori improvvisati e scuote la testa e si rattrista e quel sole non riesce più a scaldarlo e quella luce non gli mette più allegria. 

Quando raggiunge la panchina è come se avesse perso le forze. Una madre, poco lontano, ride giocando con il suo bambino, l'albero si è riempito di gemme e un tiepido vento gli accarezza il viso. 

Alfredo alza gli occhi verso il cielo, poi li chiude per proteggerli, per proteggersi. 

domenica, marzo 30, 2025

Eppure è primavera

Le parole fuggono scontrose; 

si nascondono in un dimesso vivere, quasi sapessero 

quanto difficile sia questo lungo inverno.

Cerco invano una gemma

sul ramo secco.

sabato, marzo 29, 2025

Chiara Carminati




Odio la poesia

perché è un insieme

di rime sceme


La odio quando spreme

il succo alle stagioni

il sangue agli ideali

i nomi alle emozioni


La poesia del genere

che spegne le parole

in cuori posacenere


Odio la poesia

che mi indica col dito

perché sono lo stupido

che non ha capito


Chiara Carminati, Viaggia verso. Poesie nelle tasche dei jeans, Bompiani, 2018. Illustrazioni di Pia Valentinis

venerdì, marzo 28, 2025

Tranvie Elettriche Parmensi

Sul bus verso casa 

parliamo, io e la città, dei balconi, 

delle finestre appena riaperte, dei rami, dei nuovi fiori. 

Sul bus verso casa un bimbo disegna attento, sul vetro,

piccoli cuori e 

solleva il fratello per far vedere anche a lui quei lavori. 

Sul bus verso casa chiudo gli occhi e indovino 

le curve, i colori.

giovedì, marzo 27, 2025

la borsa della resilienza

 Suggerisce ridendo la commissaria belga:

"ognun di voi un kit scelga",

ma ride l'atomica di questa scemenza

e quasi sol s'attende, in questa pestilenza,

che la bomba, dai corpi, le anime disvelga.