lunedì, giugno 23, 2025

[Alfredo] una birra, grazie

Si continua, seduti al tavolino del bar, a chiacchierare, a inventare e distruggere mondi, a litigare. Ogni tanto lo sguardo va altrove: le bolle allegre del bimbo in carrozzina, il girovagare stanco degli ausiliari in cerca di qualcuno da multare, una bella donna distratta. Ci sono strade dove tutto scorre uguale altre, come quella in cui si trovano, in cui il mondo si affaccia e prende fiato.

Alfredo  e il suo amico sorseggiano una birra fresca, leggera. "Non pensi che ormai non spetti più a noi?" gli fa quello raccogliendo l'ultimo triangolo di pizza rimasto.

Ha qualche anno meno di Alfredo eppure è come se ci fosse stato a un certo punto della loro vita, prima ancora di conoscersi, qualcosa che li ha resi per sempre diversi. Almeno è questo che Alfredo ha sempre pensato. Una cesura, qualcosa di indipendente da quello che si è stati, da quello che si è diventati, dalla stessa comunanza di idee. Un cambio di archetipo, di paradigma, avrebbe detto Alfredo se fosse stato un altro, ma lui si accontava di ipotesi, di piccole suggestioni che arrivavano come fossero pensieri sempre stati lì, nella sua testa.

Ecco, per Alfredo il mondo era cambiato alla prima telenovela di massa, al primo spettacolino televisivo di comicità innocua, alla prima piazza invasa dall'eroina, all'apparire di tante narcotizzanti movida. In meglio? In peggio? Aveva importanza? Non molta per Alfredo. Era accaduto, accadrà ancora.

"C'è sempre spazio per un nuovo Pereira" risponde all'amico, prima di riprendere in mano la birra e ordinarne una nuova, più fresca.

  

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