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08/04/09

Il bottone, gli operai, la voce del padrone



Antonio Schiavone 36 anni
Roberto Scola 23 anni
Angelo Laurino 43 anni
Bruno Santino 26 anni
Rocco Marzo 54 anni
Rosario Rodinò 26 anni
Giuseppe Demasi 26 anni


(ASCA) - Torino, 7 apr - L'incidente alla Thyssenkrupp fu provocato dal mancato azionamento del pulsante di emergenza: l'aspo sul carrello fu collocato erroneamente , la lamiera avrebbe sbandato verso il lato dell'operatore con un fenomeno vistosissimo di attrito, con scintille, fumi e surriscaldamento sia della lamiera che della carpenteria. Il surriscaldamento e non le scintille avrebbero provocato l'incendio della carta accumulatasi lungo la linea, anche per il mancato azionamento del segnalatore automatico. Gli operai sarebbero intervenuti circa dieci minuti dopo l'avvio non in linea del nastro, ma se fosse stato premuto il pulsante di arresto d'emergenza, a soli venti centimetri di distanza sulla plafoniera,e utilizzato per ben quattro volte il giorno prima della tragedia, si sarebbe bloccato il flusso dell'olio e si sarebbe evitato il disastro. E' quanto hanno sostenuto oggi i periti della difesa, al processo contro i sei dirigenti dell'acciaieria tedesca, per la morte dei sette operai avvenuta in seguito all'incendio del 6 dicembre 2007. Secondo i periti inoltre gli estintori erano efficienti e in grado di spegnere un inizio di incendio sulla carta come hanno cercato di dimostrare con un esperimento, il cui video e' stato proiettato in aula. La ricostruzione, che ha sostenuto anche la sostanziale idoneita' della linea cinque, dove e' avvenuto il disastro, contrasta con quella fornita nelle scorse udienze dai periti di parte civile e della procura che oggi hanno sottolineato con l'impianto non dovesse mai essere in funzione e che il pulsante di emergenza avrebbe dovuto essere premuto continuamente. L'udienza si e' conclusa dopo circa sei ore ed e' stata aggiornata al 21 aprile.

30/12/07

Si festeggi

Antonio Schiavone 36 anni
Roberto Scola 23 anni
Angelo Laurino 43 anni
Bruno Santino 26 anni
Rocco Marzo 54 anni
Rosario Rodinò 26 anni
Giuseppe Demasi 26 anni

L'operaio diventa tanto più povero quanto più produce ricchezza [...]
L'operaio diventa una merce tanto più a buon mercato quanto più crea delle merci.[...]
Il lavoro resta esterno all'operaio [...]
Il lavoro non è quindi la soddisfazione di un bisogno, bensì è soltanto un mezzo per soddisfare dei bisogni esterni a esso. La sua estraneità risalta nel fatto che, appena cessa di esistere una costrizione fisica o d'altro genere, il lavoro è fuggito come una peste. [...]
Il risultato è che l'uomo (il lavoratore) si sente libero ormai soltanto nelle sue funzioni bestiali, nel mangiare, nel bere e nel generare, tutt'al più nell'aver una casa, nella sua cura corporale, ecc., e che nelle sue funzioni umane si sente solo più una bestia. Il bestiale diventa l'umano e l'umano il bestiale.
Il mangiare, il bere, il generare, ecc., sono in effetti anche schiette funzioni umane, ma sono bestiali nell'astrazione che le separa dal restante cerchio dell'umana attività e ne fa degli scopi ultimi e unici. [...]
Se il prodotto del lavoro non appartiene all’operaio, e un potere estraneo gli sta di fronte, ciò è possibile soltanto per il fatto che esso appartiene ad un altro estraneo all’operaio. Se la sua attività è per lui un tormento, deve essere per un altro un godimento, deve essere la gioia della vita altrui. Non già gli dèi, non la natura, ma soltanto l’uomo stesso può essere questo potere estraneo al di sopra dell’uomo.

K. Marx, Manoscritti economico-filosofici