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13/10/11

"Forme e contenuti dell'indignazione" di Giovanni Borgognone

“L’indignazione è forse oggi il sentimento politicamentepiù diffuso. Questo ha contribuito alla grande fortuna editoriale di “Indignatevi!” volumetto del novantatreenne Stéphane Hessel, esponentedella Resistenza francese e poi membro della commissione che elaborò la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo adottata dalle Nazioni Unite nel’48. Sennonché ciò di cui parla Hessel è a ben vedere un moto dei cuori e dellementi assai diverso dagli umori “piccolo-medio borghesi” serpeggianti più o meno in tutte le società occidentali, il cui esito, non di rado, è un generico rifiuto della politica, del ruolo delle classi dirigenti e soprattutto dei politici, ovvero una reazione tendenzialmente passiva, di ritiro dal sensodella cittadinanza, proprio quello che per Hessel è “il peggiore degliatteggiamenti”, l’indifferenza. Hessel si richiama all’energia che animò la Resistenza e ispirò i suoi programmi (da una più equa distribuzione delle ricchezze alla piena e inviolabile libertà di stampa). Quella, a suo avviso, fu una grande, splendida manifestazione di indignazione. Il mondo complesso rende forse più difficile mettere bene a fuoco le ragioni per cui indignarsi rispetto a quelle rese evidenti dal nazifascismo. Tuttavia l’autore segnala almeno due grandi sfide odierne: il divario sempre crescente tra i “molto ricchi” e i “molto poveri” e le questioni relative ai diritti dell’uomo e allo stato del pianeta. Il principale problema dell’indignazione è comunque rappresentato dall’antipolitica e dagli eventuali dérapages di tipo populistico: il rifiuto dei partiti e la sfiducia nelle forme della rappresentanza possono infatti rivelarsi meramente quali strumenti per manipolare l’opinionepubblica e consentire l’emergere di nuove forme di leadership carismatiche e demagogiche che fanno leva sulla classica formula “popolo buono vs élitescorrotte”. E il populismo, come è noto, può essere tanto di destra quanto di sinistra. L’indignazione dovrebbe portare piuttosto, come dice Hessel, a “un’azione civile risoluta”. Resta tuttavia da vedere quali possano essere gli strumenti più adatti per esercitare in modo efficace una cittadinanza attiva, senza fermarsi semplicemente alla manifestazione di frustrazionio al massimo di buone intenzioni. E resta il problema di come confrontarsi con la demagogia e la carismaticità, “frutti avvelenati” dei moderni sistemi democratico-rappresentativi”

Recensione a: Indignatevi! di Stéphane Hessel su Il Blog dell'Indice dei Libri del Mese