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17/01/12

Il Monaco e il Pesce


La follia è un tema musicale di origine portoghese tra i più antichi della musica europea e nasce tra il XVI ed il XVII secolo come una danza popolare ballata da pastori e contadini. Introdotta nel ‘600 nella musica “colta” (nella variante detta “tarda follia”), essa è stata usata da innumerevoli compositori, non ultimo, nel 1700 da Arcangelo Corelli nella Sonata per Violino op. 5 n. 12
Sullo “sfondo” musicale di questa “follia”, Michaël Dudok de Wit (Olanda 1958) fa danzare il monaco ed il pesce, i protagonisti “visibili” di questo delicatissimo cortometraggio, le cui sequenze sono realizzate tratteggiando le immagini con inchiostro di china direttamente sulla pellicola con l’aggiunta successiva del colore con sfondi ad acquarello.
Il risultato finale è incantevole e suggestivo: una poesia in cui le immagini si sostituiscono ai concetti e la musica al ritmo del verso.
Una metafora del desiderio? della conoscenza? della relazione?
Comunque si voglia leggere ed interpretare questo breve capolavoro, è innegabile che è la musica a condurre là dove le immagini riescono solo ad alludere: al sogno in cui l’ansia e la folle ossessione del “possesso” si arrende sfinita e si fa attesa di un reciproco ed autentico darsi. La corsa si placa nell’ incontro che libera i due protagonisti dai confini in cui la diversa natura li avrebbe relegati (terra e acqua) rendendoli capaci, una volta attraversati, di fluttuare e volare insieme in una dimensione nuova e finalmente comune.

Fonte testo: Antonella Foderaro: Il monaco e il pesce su Neobar