06/10/13

Araziu. Vita errabonda di un sincero furfante [+1]

Araziu pigghiau il portafoglio dalla sacchetta e ci diede la carta al poliziotto che quello passò tre ore a taliari la foto nella carta e la sua faccia che qualche cosa non lo convinceva epperò non ne faceva parola.
"Ero nico" ci disse quello e lo sbirro per tutta risposta si misi a ririri che quella foto invece gli ricordava a un suo nipote che lui ciaveva fatto anche da padrino.
"Si cancia" ci rispose poi invece tutto serio.
Sara era dietro di lui e ci tineva la mano stretta.
“E la signorina?”
Araziu si furiau a guardarla e la capì subito la storia che quegli occhi parlavano.
“La signora è me mugghieri. Siamo in viaggio di nozze e dobbiamo prendere il traghetto”
“Auguri allora! E la signora non cinnavi documenti?”
“Li ha lasciati a casa”
"E i bagagli?"
"Sono sopra al treno. Scinnemu per sbaglio e il treno partiu e ora li dobbiamo recuperare"
"Avete fatto denuncia?"
"Certo! Ce lo dissimo alla stazione. Ce li fanno trovare a Villa. Però il treno ancora non parte"
"U saciiu. U sacciu. Insomma siti cumminati accussì perchè avete perso i bagagli?"
E nel dire questa cosa il poliziotto con la mano gesticolò a mostrarci come erano cumminati. Tutti loddi e ein disordine.
" Certo! Cero! E accussì!"
Lo sbirro non ce ne aveva vogghia di farisi pigghiari po culu epperò era già fuori dallorario di servizio e quei due non ci sembravano pericolosi. Accussì ci rissi sulu:
“Iu fazzu finta ca è vera questa storia però non vi vogghiu viriri chiù na sta città. Ni capemu? Il treno parte tra due ore. Fatevi un giro e dativi una puliziata che due sposini devono essere uno sboccio e non merda!  "
Araziu tutto serio feci finta di non sentiri e accalau tannicchia la testa. Non tanto però che non ci voleva dare sazio a quello. Pigghiau Sara e se la tirò che là non potevano più stare.
La fimmina non aveva detto una sola parola. Solo quando furono abbastanza lontani lo fermò e taliannulu nella facci ci rissi:
“Ma ora chiffai? Sai riri macari le munsignarie?”
E si vedeva che era contenta e anche Araziu la guardava con un sorriso strano nella faccia:
“Ma cu tu rici che erano munsignarie?”
Sara iniziò a darici pugni  come per gioco e arrireva e Araziu cercava di bloccarci le mani. Di afferrarci i polsi. E poi le loro bocche si incontrarono e tutto si placò che altre cose era necessario accuminciare di nuovo.

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