Alfredo a volte sogna cose mai successe, inventa ricordi mai posseduti, vive avvenimenti impossibili. In questo strano sognare tenta di legarli tra loro come fossero un colorato mazzo di rose da regalare a chi si vuol bene o ne fa fascine per futuri fuochi da accendere con gli amici.
Gli accade, a volte, questo sognare, quando, seduto da tempo sulla sua panchina, alza gli occhi dal libro che sta leggendo o smette di mettere a fuoco quello che ha attorno. Ecco che allora, per brevi istanti, si uniscono per lui fantasia e realtà come fossero innamorati che placidamente, morbosamente a volte, si incontrano prima di svanire, precipitevolissimevolmente, uno alla vista dell’altro.
E' un suo antico vizio in fondo, sorride Alfredo pensando a quando da ragazzino qualcuno a teatro si voltò verso di lui a chiedergli di far silenzio, di smetterla con quei suoi voli pindarici.
Sì, disse proprio così quel signore: "voli pindarici" e Alfredo tornato a casa cercò sull'enciclopedia quell'espressione da lui fino a quel momento mai sentita. Non se ne dispiacque.
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