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16/07/15

Consoli, risposte e basilico


“Dove sei? Ero tornata per parlare con te. Per dirti che non ha senso fuggire, allontanarsi, avere paura. Ti ho atteso un po’, ho mangiato i frollini al cioccolato che abbiamo comprato insieme, ascoltato un cd, lette alcune pagine dai tuoi libri, ma tu non tornavi! Dove sei? Cazzo, dove sei? Ti rendi conto che stai riuscendo a mutarmi? Che mi trovo diversa? Che ho una stramaledetta paura di perdermi? Di non avere difese? Ti rendi conto che ti odio?”
Il biglietto è poggiato sull’hi-fi, accanto alla copertina del secondo album della Consoli. Michele lo legge poi inserisce il disco e ascolta. Vorrebbe richiamarla ma non lo fa. Immobile chiude gli occhi e si concentra sull’immagine di lei e sulle parole delle canzoni. Ne canticchia qualcuna, si domanda quando siano distratte le sue di risposte.
Quando finisce il disco si ridesta. Decide di prepararsi un buon pranzo, si viveste in fretta ed esce verso il market vicino casa. L’aria è torrida. Inizia a sudare, la maglia si attacca al corpo come una seconda pelle. Quando varca le porte del negozio è come se avesse abbandonato l’inferno. Pochissime persone, due sole casse aperte. Si aggira sicuro tra gli scaffali: una scatola di pelati, la ricotta salata, una melanzana, aglio, basilico. Quando ritorna verso casa è già pronto, sa già del caldo che lo aspetta.
In casa rimane in mutande. Taglia subito la melanzana coprendo le fette con un po’ di sale e passa poi a preparare la salsa. Mette un pentolina d’acqua a bollire poi lava i pomodori e li immerge nell’acqua bollente. Un attimo prima di sbucciarli e tagliarli. Ora è il momento della salsa. Due spicchi d’aglio dentro l’olio bollente fino a farli dorare e poi i pomodori già tagliati e il basilico mentre l’aglio tirato via dalla padella si scioglie in bocca delicatissimo. Sale, pepe, attesa.
Michele rimane a fissare il rosso sul fornello, ogni tanto rigira attende che lentamente tutto sia pronto. Apre il frigo per una birra e si accorge che ne sono rimaste solo quattro. Spegne il fuoco e si riveste, velocemente riaffronta la calura, lo shock termico, il ritorno. Da fuori la porta un delicato profumo, riesce a sorridere. Ora è turno della melanzana, versa la salsa in una ciotola lava la padella poi la rimette sul fuoco con dell’olio. Sciacqua le fettine di melanzana, le asciuga e le mette nell’olio. Ha già messo sul fuoco una pentola con abbondante acqua. Quando cerca la pasta si accorge che anche quella è quasi finita. Niente penne. Riesce a recuperare il fondo di un pacco di fusilli e dei sedanini. Controlla il tempo di cottura poi mette tutto insieme. Scola la pasta e aggiunge la salsa, poi trasferisce tutto in una insalatiera e aggiunge le melanzane la ricotta e il basilico. Guarda il tutto beato, prende una birra ghiacciata e si sistema a terra con l’insalatiera tra le gambe.


«Non hai mai sentito dire
Che la bellezza delle cose ama
Nascondersi
Ed è forte quello che ho dentro
Distante dalla mediocrità
Ho rischiato di perdere tutto per non… subirla

Non hai mai sentito dire
Che la bellezza delle cose ama
Sorprenderti
Ed è forte quello che ho dentro
Distante dalla mediocrità
Ho bendato i miei occhi da tempo per non… vederla

Ed avrei voluto trovarmi tra le tue parole più belle
Raccogliere un brivido dai tuoi sguardi
Ed avrei voluto trovarmi tra le tue risposte distratte

Abbiamo vagato a lungo in quei discorsi preziosi e contorti
Senza concludere
Ed è forte quello che ho dentro
Distante dalla mediocrità
Ho inseguito il rumore assordante per non… sentirla

Ed avrei voluto trovarmi tra le tue parole più belle
Raccogliere un brivido dai tuoi sguardi
Ed avrei voluto trovarmi tra le tue risposte distratte

Non hai mai sentito dire
Che la bellezza delle cose ama nascondersi»

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