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28/02/14

[condomini emiliani] la bici

Oggi per andare alla stazione e per tornare a casa non lho usata la bicicletta che io qui quando cè tanta strada da fare la uso invece. Come a tutti. E' bello che non ce ne è assai di pericoli . Però uno ci deve stare attento alla bici che è facile lassarla e poi al ritorno trovare solo il catenaccio. Che a qualcuno di certo ci è servita proprio la tua in mezzo a cento. Ma pacienza. Cosi che ammattunu.
Io mentre andavo cera ancora il sole.
E' stato bello passare per il centro e le persone mi parevano macari chiù cuntenti con quella bella giornata che vicino al comune dove cè Garibaldi la genti passiava tranquilla per lavoro o per fare compere.
Nella piazza vicino al teatro invece cerano tutti lemigranti assittati a fare passari il tempo.
A mia mi piaciu un gruppetto che giocava a carte ed era strano perchè due erano co culu supra u marmuru e altri due invece additta che allora il gioco non veniva bene. Uno di quelli additta ciaveva macari la busta della spisa attaccata al braccio che dentro cera del pane e ogni tanto uno dei compagni sinni pigghiava un pezzo e su mangiava arrirennu.
Camminavo alleggiu che tanto il tempo cera. Per strada le fimmine vecchie e giovani mostravano quasi la primavera e io guardavo a loro e ai negozi macari che quasi tutti avevano ancora gli sconti ma erano cari u stissu per le mie sacchette.
Al ritorno era notte. Chiuveva di nuovo. Una pioggia leggera però che non dava fastidio.
Dentro a un ristorante che ciaveva le finestre nella strada cera un solo cliente. Parrava con il cameriere e tutti e due sorridevano. Un cliente abituale. Accussi mi pareva.

27/02/14

25/02/14

[condomini emiliani] lucciole

Io putissi fumari anche intra che tanto non ce ne sono problemi ma mi runa fastidio il fumo che resta nella stanza e accussì minni vaiu fora nel balcone che mi affaccio e guardo fuori.
A dire la verità non cè gran che da vedere che questo è un palazzo che sotto non cè movimento. Qualche machina che posteggia. Qualche cane che piscia. Gli operai del cantiere di fronte che fanno i palazzi.
Ne hanno fatto quattro da quando ci sto qua che però solo uno è completo e mezzo vuoto ancora.
Prima cera una fabbrica. Non lo so che ci facevano dentro ma quando tunnai a stari cà cera ancora la sirena che si sinteva la matina e qualche vecchio ca furiava tra gli uffici. Poi mentre ancora non si sapeva bene cosa ci avrebbero fatto accuminciano a furiari i cunigghi. Prima uno poi intere famigghie. Io ogni tanto arrinisceva a virirli curriri che mettevano allegria. Ora è più difficile anche se ancora capita di vederne qualcuno quando il cantiere è chiuso e uno ha locchio attento.
La cosa più bella che si vede dal balcone è quando arrivano le lucciole che nel pezzo di terra che ciò di fronte quello di fianco alla strada che porta al portone pari di vedere la festa di qualche paese lontano. E' uno spettacolo veramenti. Una vota mi sono avvicinato che ne volevo prendere una di quelle lucette ma poi ci ho rinunciato: certo che sono vere larie le lucciole a vederle da vicino!
Comunque poi in fondo è come nella vita che uno le sceglie lui le distanze per osservare e non è detto che ti devi avvicinare per forza. E magari lo sai che è solo teatro ma ti basta accussi. Ti basta credere per quellattimo. Certo però altre volte forse sarebbe meglio farlo. Avvicinarisi dico.

23/02/14

[condomini emiliani] il sole

Io se cè una cosa che mi è rimasta da sempre è che mi suso presto la matina. E non cè duminica e non cè festa che non succede. Insomma appena rapu locchi e comu su mi cascassi u lettu na testa. Che mi votu e mi furiu fino a quando non marrizzettu e metto i peri nterra. Accussi anche oggi alle sei cera già a cafittera sopra il fornello e il ciauro dentro alla cucina.
La domenica io qui ciò una cosa da fare. Aspetto la mogle del professore del sesto piano che lei verso le sette e mezza abbia i giurnali della simana. Quello è lorario perchè poi va a messa che una volta me lo ha detto che sarà che voleva convertirmi ma io la taliai storta. Comunque si può dire che quella è la mia edicola preferita. Quando non chiovi però che allora ci mettono poco quelle cartazze a diventare munnizza.
Io scinnu con comodo e loro i giornali sono dentro al bidone della carta che mi aspettano. Tutti sistemati che la signora ci mette anche lo spago per legarli. Il professore invece lo vedo poco che ancora non li ho capiti i suoi orari ma so che lui legge il Corriere e la Gazzetta. Ogni tanto poi capita che dentro al pacco ci sono anche altre cose che sono gli omaggi dei giornali. Gli allegati. Ecco quelli sono buoni per quanto non posso prendere niente che tanto le notizie di li dentro non scadono per molto più tempo.
Oggi appena susuto a dire la verità ero curioso per quella storia delle facce che avevo visto ieri. I ministri intendo. Volevo vedere se erano giovani veramente ma poi facendo le scale pensandoci insomma mi sono accorto che non mi interessava per niente. Accussì mi pigghiai le mie letture acchianai a casa e li misi dietro la porta prima di scinniri di nuovo.
Il fatto è che cera il sole e io lavevo sentita subito nelle ossa quella meraviglia.
Nel prato davanti a casa non ero stato il solo a gustare la novità. Accuminciavano a nesciri piccole macchie bianche in mezzo a un verde che finalmente brillava e macari lacidduzzi mi parevano chiù vispi.
Erano le otto e qualcosa ma la gente non mancava.
Salutai quello triste con il cane del quarto piano che faceva sempre finta di non vedere bene e si furiava di lato quando passavi e anche la signora del secondo che per loccasione sera messa dentro a una tuta che a guardarla da lontano mentre fingeva di curriri pareva come a un preservativo senza testa.
Cera confusione insomma. E lo so che il mio palazzo e grande ma già due mi abbastavano.
Turnai a casa e misi supra unaltro caffè. Poi massittai vicino al tavolo della cucina ad aspettare.
Vicino a mia il telefono mi spiava. Lo sapeva che avevo voglia di usarlo ma io volevo essere più forte. 

22/02/14

[condomini emiliani] Matteo Renzi

Nel giornale per spiegare il titolo cera la foto.
Che lui la faccia se la giocava cera scritto e allora noi la dovevano vedere quella faccia che allora non ci si capiva. Eppoi negli altri giornali che si vedevano fuori dalledicola cera scritto che quelli i ministri erano pochi e carusi macari e che cerano anche le fimmine.
Certo cerano anche i giornali che celavevano con lui ma erano picca mi pare e insomma ora cè chistu della foto e a mia mi pari ca non mi cangia nenti nella vita. Ma non ce ne avevo assai di dubbi.

21/02/14

[condomini emiliani] Bologna

Io da quando abito qui che melanno detto e lho imparato il sabato minni vaiu a Bologna per sfantasiari tannicchia. Pigghiu il treno regionale e mi assetto che fino a ora per fortuna non sono mai stato additta e guardo fuori dal finestrino fino a quando arrivo che il treno si ferma e non va più avanti.
Il sabato quando ci vado io a Bologna cè il mercato e dalla stazione non ci vuole assai ad arrivarici che la strada è bella comoda macari e ci sono le vetrine sotto le tettoie dei palazzi che a Catania invece al massimo quando chiovi ti puoi mettere solo sutta a un balcone e qui invece tanti anni fa si sono organizzati. Io caminu tranquillo che tanto non cinnaiu prescia e guardo e fumo e ogni tanto mi fermo a pigghiari il cafè anche se al nord è caro e ora è anche aumentato.
Mi piaci Bologna che cè confusione e tutta genti diversa che uno cinnavi di passare tempo a taliari.
Quando arrivo al mercato mi giro tutte le bancarelle che ci sono le cose usate ma nuove e ogni tanto accatto qualcosa ma non è che succede spesso pecchè i soddi mi servono per il ritorno ed è difficile che io ce ne ho chiossai.
Io tutte queste volte mi sarebbe piaciuto trovare qualche storia da cuntari ma fino a ora non è capitato che forse è perchè sono straniero o forse è che non capisco il dialetto anche se io non penso che lo sentito mai il bolognese. Accussì nella testa ciò poche cose che sono queste che ora ve le dico:
i tortellini nel bicchiere di prastica
una vespa posteggiata con il casco attaccato alla ruota
una fimmina che scappa dopo che ha arrubato una sciarpa di un euro
la vecchia sempri abbiata 'nterra comu su priassi che chiede lelemosina
scarpe buone per il teatro tutte acculurate e con i tacchi altissimi nella prima bancarella
carusi ca furiano in continuazione
uno vestito come nei filmi dei cartoni animati misu davanti allalbergo per fare entrare i clienti
le stufe mise fora
la villa che dentro cè il parco che dentro ci sono lalberi
le signore con il cagnolino e i masculi con i cappeddi
il semaforo dopo la stazione
Io quando torno che sono sopra il treno mi sento più tranquillo e maddumisciu macari che poi arriva la domenica.

20/02/14

[condomini emiliani] Kiev

Dicono che cè la guerra. Che ci sono i morti nelle strade. E i cecchini. E i carri armati. E la distruzione macari.
Dicono che cè la guerra. E io non lo so se è vero che per me quello che vedo alla televisione ormai è come le storie che sentivo nella putia di Pippo u Minchiataro. E però vero o non vero una cosa io so. Io saccio che non lho mai vista una guerra.
Cioè io non ci sono stato mai dentro per fortuna. E però ne ho sentito parlare tanto. E quelli che mi cuntavano di questi fatti invece cerano stati veramente lì dentro. Dentro alla guerra intendo. Cui chiù nico e cui chiù ranni. Cu fimmina e cu masculu. Cu suddatu e cu picciriddu. Ciavevano passato tutti il tempo in quegli anni. Tra bummi e fami. E scantazzu. E spiranza.
Ecco io quelle parole le ho sentite. Li ho sentiti quei racconti e oggi mi accorgo che forse proprio mentre li sentivo la guerra era lontana perchè cerano loro. Perchè cerano tanti altri come loro che che cuntavano le stesse cose.
Oggi invece la guerra è quella dei filmi o dei iochi. E se io posso raccontare solo di un racconto e comu su non ciavissi ciatu la mia voce.

19/02/14

[condomini emiliani] Raffaele Lombardo

Cianno dato sei anni. Intanto suo figghio già è sistemato che un posto alla regione il papà ce lo ha trovato in tempo.
Quannu mi telefonava per i voti io non lo ho mai capito come ciaveva avuto il mio numero poi Tano mi disse che era entrato allaereoporto e io lo sapevo che cera solo un modo per vincere quella lotteria e allora ho capito.
Tano non travagghiava da anni e si lamintava e quasi chianceva di quella disgrazia e in fondo cera da capirlo che sera maritato caruso e ora ciavanu finito tutti i soddi e campava con quelli della famigghia.  Allora ci frequentavamo ogni tanto poi no però. Lui era uscito dalla disgrazia e io invece ci facevo i fulinii.
E comunque queste sono cose passate che a me non mi va di sparuliari a nessuno che ognuno ciavi i so pinseri e le sue disgrazie anche.
Invece mi piacissi parrari di questa novità con Arcidiacono. Iddu mi cuntava tutti gli intrallazzi e arrireva cuntannu che ne aveva visti passari tanti di ladri e allora insittava sempre ogni cosa. Arcidiacono però ora è vecchio e io non lo so se ci sta ancora con la testa. Mi rissunu che capita o spisso ca nesci a matina e furia a peri tutta la città e ci dice a tutti "Buongiorno!" e "Buonasera!" e poi sarritira a casa che spesso non ha neanche mangiato.
Io non lo so se è la malatia. Forse è solo bisogno di non vedere cangiari troppo in fretta le cose.
I panorami certo. Che le persone sono sempre le stesse invece.

18/02/14

[condomini emiliani] Sanremo

Oggi alla televisioni accuminciau sanremo e questanno visto che sarà colpa che sto diventando vecchio accapitau che mi sono visto linizio e cerano tutti li cosi di quando ero giovane però che per un po’ mi cunfunnii che forse stavo solo dormendo .
Nel programma che ho visto il prete buono del catechismo accuminciau che parrava di bellezza e poi però spuntanu due che si stavano abbiannu dal balcone e prima invece al telegiornale avevano detto che uno importante aveva fatto un comizio allentrata. Insomma è comu u iocu de carti che gira e furia nel tempo nesciunu sempri i stissi figure.
Sempre allinizio ci fu macari una canzone di quello genovese però non era lui che la cantava che lui è morto e sicunnu mia ciavissa fatto una pernacchia al prete spugghiatu.
Il problema vero però è che non ce ne ho iammu di astutari la televisioni che mi tengo queste voci mentre furio nelle stanze e mi fumo la sigaretta e mangio. Di nesciri non sinni parra che non sapissi unni iri e mancu di leggere che ci voli troppo tempo. Vincenzo dice che avissa pruvari con il computer ma non è che questa cosa mi convince assai. Stare fermo e ammuttari tasti non è proprio quello che voglio.
A mia mi piaciunu chiossai  i muddicheddi  ca cascunu dal cielo. Che ne so’. Una discussione arrubata nella strada. Un pezzo di carta che vola e si ferma davanti ai peri che dentro cè una foto.  Una musica. Io mi ci fazzu i filmi con queste cose. Che a volte mi ci perdo macari e allora il mondo addiventa meno fastidioso.

17/02/14

AJU DITTU SEMPRI di Dina Basso

AJU DITTU SEMPRI

Aju dittu sempri
ca cani nun ni vogghiu,
picchì poi attocca
nun sulu darici a mangiari
ma suprattuttu nesciri
co' caudu o cà nivi
ppi purtalli a sfantasiari:
ma uora
macari senza cani m’arritrovu
di notti
e di capumatina,
a purtari ’ntè strati u desidderiu
di vidiriti,
a fallu nesciri
ca dintra a casa ’mpazziscia,
e u fazzu pisciari
a ogni cantunera,
spirannu ca poi, tu
passannu di ddà,
u senti u fetu di mia
e continui sciarannu l’aria
a ma stissa
prucissioni.


Ho detto sempre / che cani non ne voglio, / perché poi tocca / non solo dargli da mangiare / ma soprattutto uscire / col caldo o con la neve / per portarli a svagare: / ma ora / pure senza cani mi ritrovo / di notte / e di mattina presto, / a portare nelle strade il desiderio / di vederti, / a farlo uscire / che dentro casa impazzisce, / e lo faccio pisciare / ad ogni angolo, / sperando che poi, tu / passando di lì, / la senti la puzza di me / e continui annusando l’aria / la mia stessa / processione. 

Da La generazione entrante, poeti nati negli anni Ottanta, a cura di Matteo Fantuzzi, Giuliano Ladolfi Editore, 2011

Fonte:  Poesie senza pari 

12/02/14

Consigli

"Ma tu chinni pensi?"
     "Mah!"
"Comu ma?!"
     "Ecchissacciu..."
"Insomma ti piaciunu chiossai  viddi o niuri?"
     "Iu sugnu pa spiranza"
"Viddi allura!"
     "Po essiri"
"Insomma! Deciditi!"
     "Senti bedda! Non ciaia nesciri iu a fin fine"
"U sacciu ma un aiuto"
     "Ma comè?"
"Comu comè?"
     "Comè. Comè iddu?"
"Simpatico"
     "E certo simpatico. Ci mancassi! Ma comè?"
"Ciavi a so età. E i mustazzi macari. E tannicchia di panza. Però il giusto che fà macari a palestra. Eppoi è gentile. Su virissi come è gentile! Oggi non mi vuleva fari nesciri da machina picchì chiuveva e maccattau un ombrello nuovo. Sè tuttu vagnatu per arrivare al negozio"
     "Purazzu. E u portafogghiu?"
"A mantice"
     "Ah ecco! Simpatico allura!"
"Chissì tosta! Sì è simpatico"
     "Allura viddi"
"Picchì?"
     "Tantu su ti va bona ti levi e mancu te li talia. Spiranza ci voli"
"Già"
    "Già"


Questo dialogo partecipa all'EDS proposto da La donna Camèl
Puoi leggere anche:

- Opera numero 1 di Angela
- La sciarpa di Michele
- Un mare d'erba  di Melusina
- O’ nipote mascalzone di Hombre
- A proposito della Prinz verde di La Donna Camèl
- Fili spezzati di Lillina
- Onda verde di Calikanto

Roberto "Freak" Antoni (Bologna, 16/04/1954 – 12/02/2014)



Qualche volta io mi cerco la rivolta
ogni tanto poi mi sento molto stanco
però oggi ho trovato il giusto tono
Sono Buono Sono Buono
Oggi io mi sento proprio bene
forse son finite le mie pene
soffrire sempre non conviene
Sono Buono Sono Buono
Forse mi volevi più cattivo
più deciso e più aggressivo
ma oggi ho trovato il giusto tono
Sono Buono Sono Buono
Mi piacciono le bibite e i gelati
mi piacciono le bibite ghiacciate
i gelati io li mangio solo in cono
Sono Buono Sono Buono
Mi mangio tutti i dolci alla panna
perché me li faceva la mia mamma
i dolci per me sono un grande dono
Sono Buono Sono Buono
Mangio dei gelati al cioccolato
anche se il mio babbo è ammalato
spero di ottenere il suo perdono
Sono Buono Sono Buono
Forse mi volevi più cattivo
più deciso e più aggressivo
ma oggi ho trovato il giusto tono
Sono Buono Sono Buono

11/02/14

Botanica amorosa

Come due foglie che possono
non morire,
Tweeblaarkanniedood,
mi è stato detto,
pare questo voglia dire.
E allora Tweeblaarkanniedood, da oggi,
il nostro segreto.
Tweeblaarkanniedood, per sempre,
il mio, il tuo disubbidire.
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